Fantasy Shard Italy

Shard gratuito per Ultima Online con l'ambientazione di UO Age of Shadows.

Capitolo I: La creazione delle 4 razze

4 le prime fra le razze:
Corellon, Signore della Luce, fuse il suo sangue e il cuore del sole in una mistica unione che diede vita alla razza… La razza fu creata per popolare i mondi che gli Dei Maggiori crearono in tempi remoti. Questa era pura, non conosceva il male, ne il peccato, nati per seguire le orme del Dio Giusto loro creatore e raggiungere la perfezione.
Elfi, si chiamarono, cosi è scritto e cosi sarà.
Gli elfi vissero in pace per secoli nei continenti, erano immortali… Fin quando alcuni non si interessarono alla strada vietata dell’Omeshadra…
L’Omeshadra era un libro di magia dai poteri incredibili, creato all’alba delle ere da Arzul il Nero, questi conteneva segreti che ogni mente potevano annebbiare fino a portare alla pazzia chiunque lo leggesse, fu per questo che i Sommi lo vietarono e lo seppellirono nel Cuore del Mondo.
Gli elfi già di per se, conoscevano la magia e tutte le sue forme, la magia è dentro ogni elfo… I corrotti la usarono per scavare alla ricerca del potere… Ignorando gli avvertimenti di Corellon il Creatore.

Trovarono il libro, Namah e il suo piccolo gruppo di 30 persone, bramanti di potere lessero le pagine del libro senza attenzione, ma questo si rivelò essere il loro flagello. Essi divennero il male stesso, il male che rapido punge il cuore degli esseri… Vennero ripudiati dagli elfi e costretti ad una vita nelle viscere del sottosuolo, che chiamarono Underdark… Elfi Oscuri, o meglio conosciuti come Drow, divennero… Il loro corpo si adattò al sottosuolo, divennero agili e letali, minuti e silenziosi, una vista migliore anche di quella di un elfo, e appresero la creazione di magici materiali che persistevano solo al buio… Divennero i servi fedeli di Arzul il Nero, che sopravvisse nel sottosuolo, esiliato come loro… E in loro si sviluppò quel senso d’odio verso il resto del mondo…

Corellon ei suoi elfi, ignari delle trame malvagie, continuarono la loro vita in superficie, sviluppando le arti del canto e della musica, della forgia e della spada. Presto gli elfi ebbero un’armata pronta a difenderli in casi di pericolo, armature lucenti e spade dai mistici poteri magici, rune sui mantelli che distinguevano la pregiata fattura… Corellon il giusto regnò sul suo popolo e insegnò la via del vero ai suoi paladini, la perfezione era l’elfo e l’elfo era la perfezione.
Intanto Goldenadra aveva creato a insaputa di tutti un popolo di abili e onesti lavoratori… I nani.
Principalmente dal cuore puro questi esseri vivevano nel cuore delle montagne, la loro vita era longeva ma non quanto quella degli elfi. Nessuno sapeva della loro esistenza e vivevano organizzati in piccole famiglie, dette Clan.
Essi scavavano e si dilettavano nella nobile arte della forgia… ben presto si trovarono a contendersi giacimenti con mostri primordiali dalle immense dimensioni, gli orchi.
I nani si erano adattati alle dimensioni degli atri tenebrosi ed erano perciò bassi e tozzi, la loro robustezza gli permise di affrontare gli avversari e mettere su tecniche guerriere di alto pregio, svilupparono in particolar modo l’arte del combattere con armi pesanti e del preparare ottima birra.
Nel frattempo i divini vegliavano sugli esseri della luce dall’alto dei loro cieli… I divini erano gli angeli del Sommo, essi preservavano la luce nelle Quattro terre, i loro occhi andavano ovunque e avvertivano i mortali se un pericolo correvano…
Tutto sembrava essere stato curato e progettato per la perfezione… Ma gli dei commisero l’errore.
L’errore fu quello di non calcolare la versatilità delle razze, che presto si rivelerà fatale…

Capitolo II: Collaborazione fra le razze

Quando il Sommo scoprì la razza creata da Goldenadra, lo chiamò a dare spiegazioni… Il Sommo non approvava che venissero apportate modifiche al mondo tanto ben curato e progettato da lui stesso, e fu cosi che rimproverò il creatore dei nani condannandolo a due secoli di reclusione nelle celle dell’Abisso.
Intanto gli elfi vennero a contatto con gli abili lavoratori nani… Dapprima ci fu stupore in ambedue le razze, che mantennero posizioni distaccate per studiarsi, ma in seguito, scoprendosi a vicenda e intuendo le buone intenzioni, i nani andarono incontro agli elfi con il dono di una spada di speciale fattura, dedicata al Re del popolo immortale, Sirguth Aisac.
I Signori dei boschi accettarono con piacere l’artefatto offertogli e ricambiarono offrendo i nani una minima parte delle loro avanzate conoscenze sull’uso delle rune e dei loro poteri… In principio i minatori furono spaventati da simili poteri che potevano essere aggiunti alle armi, ma presto impararono ad usare le rune con abilità che neanche gli elfi riuscirono a spiegarsi… I nani dimostravano una predisposizione assoluta per i lavori manuali e la forgia di finissimo pregio e in meno di un secolo riuscirono a tener testa agli elfi nella lavorazione dei metalli e le loro sfumature.
Ma nel durante i drow, guidati da Ashraena Somma Sacerdotessa di Arzul preparavano la loro armata di morte… Elfi dalla pelle scura come il carbone che venivano educati sin da piccoli all’arte del tradimento, dell’omicidio silenzioso, del veleno… E delle Ombre... Ombre era la forma di magia usata dai drow, presto denominata negromanzia, essa sfruttava le sfumature oscure del potere per riesumare morti, dare protezione ai fedeli del nero ed evocare creature dalla furia distruttiva… La morte era pronta ad abbattersi sugli eterni che tanto i Drow odiavano, e che nei loro occhi rosso sangue, al solo nome dei nemici giurati, si accendeva una scintilla di invidia che divampava ben presto nell’incendio della vendetta…
Neri Signori già si muovevano omogenei fra le ombre delle terre e ammantati in vesti di notte profonda spiavano gli ignari dal sorriso vitale…
Il Buio, furono chiamati costoro, costoro dalle tragiche occhiate e la misteriosa identità, coloro di cui ne elfi, ne nani, sapevano scrutarne oltre la barriera del cappuccio…
Voci del ritorno di Namah si spargevano fra il popolo elfico, ma molti furono a credere solo dei pazzi coloro che cosi annunciavano la venuta dell’Arme di morte, rassicurati dal Re che prese i dovuti provvedimenti, legge fu quella di girare a viso scoperto.
Ma nulla può fermare il Buio, servitosi dei poteri dell’Ombre per occultare propri volti e corpo…
La sorte era decisa…

Capitolo III: La Prima Guerra delle Razze

“Alle armi!” Un solo grido dell’avanguardia degli elfi precedette una vera e propria tempesta… Bestie dalle neri ali volavano verso la città di confine di Aransur, un volo uniforme, uno stormo di morte… Frecce di fuoco, bagliori notturni, illuminavano lo scenario del caotico scenario…
La freccia gli trafisse il cuore mentre le truppe si mobilitavano di corsa per tenere gli avamposti, senza capire bene cosa fosse successo e CHI li attaccava… Ombre fugaci, assassini silenziosi, nulla si vedeva se non la morte… “Tenete le postazioni!” Urli vani del comandante, i drow sfondavano le porte ed entravano ricacciando le truppe elfiche sempre più indietro, e la loro condottiera Ashraena dall’ambiguo sorriso agitava di morte il suo pugno impregnato…
Sebbene di notte tenaci arceri elfi continuarono senza sosta a scoccare e ricaricare i loro archi, fino a frecce esaurite… La fanteria era ridotta ad una banda indisciplinata di valorosi e fuggiaschi, regnava solo disordine fra le fila degli elfi presi di sorpresa… L’orda nera spingeva, spingeva, cercando di sfondare tra quelle mura che da sempre avevano protetto Aransir e gli elfi…
“Non fateli passare!” Il condottiero dell’elfi feroce si batteva e con ardore negli occhi l’oscuri seguaci ricacciava, gli uomini elfi acquisirono coraggio… Ma il volere del fato non può contrastarsi e cosi che la morte del campione fu presta, una freccia silenziosa nella notte, cupo bagliore messaggero di morte, veloce raggiunse d’egli la gola…
Elfi senza condottiero, elfi inferiori, in numero e forza… Elfi spacciati…
Grida di vittoria e acuti, insopportabili strilli di morte, dalle fila del male s’alzarono in alto regnanti sull’ali del vento… Della porta i residui giacevano a terra e la marcia dei rinnegati tutto travolgeva, case, donne, uomini e bambini, tutto svanì in men che non si dica dietro le urla e i tentativi, inutili, di difesa…

Rapida la notizia si diffuse e raggiunse presto la capitale… Aransur era caduta, non c’era speranza se non riunirsi nella città magica di Luna e far fronte alle forze… Re Sirguth Aisac allarmato, allarmato dalle voci e dall’eventi sicuri, seppe che il male era tornato, e che nulla l’avrebbe fermato, se non un’unione fra i popoli antichi, un’unione dal potere numerico e forte di abili guerrieri… La missiva fu consegnata al giocane gruppo dei ranger, i più abili e audaci, i cavalcatori più veloci, in oltre… La lettera raggiunse rapida il regno dei nani di Goldenhadra… In critica situazione il popolo eterno chiedeva alleanza, un tragico aiuto alla loro salvezza, chiamavano in causa dei nani l’esercito, dall’asce potenti e le mazze sicure…
Il Re a Goldenadra fece il suo appello… Maestoso anche recluso il Dio portò consiglio e al popolo dei suoli l’ordine fu dato:”Dovete aiutarli”
L’esercito pronto raggiunse Luna, e degli elfi incontrò il consiglio….
Decisi i ruoli, decisi i posti, la magia ed i tranelli, i soldati ei condottieri… L’esercito unito si schierava, pronto ad affrontare il male…