Greyness - The City of Secrets

Greyness "grigiore". Il nome che è stato dato alla città dice molto sul suo io più profondo. Il cielo ha sempre quelle tipiche sfumature del metallo mentre le nuvole si riempiono un pò per volta fino a che, una volta gonfie, esplodono lasciando cadere acqua su ogni cosa. Questo accade molto spesso in verità. Quel pallido disco che è il sole, si lascia vedere solo quando la nuvole decidono che è ora di diventare un pò più bianche. Pensare di avere un clima così poco benevolo potrebbe farti pensare che ogni abitante sia depresso ma a vederli in faccia capisci che non è così. Un giorno ti trovi la vecchina che dà da mangiare ai piccioni e il giorno dopo potresti trovarti a che fare col teppistello in piena crisi adolescenziale. "Il mondo è bello perché è vario". E' così che si dice no? Beh... Greyness è un pò così. I suoi abitanti sono quelli che sono. Strani forse. Diversi tra loro sicuramente. L'unica cosa che li accomuna davvero è l'ombrello. Può essere di forme, grandezze e colori assai diversi ma quando ti ritrovi ad aver a che fare con uno degli abitanti il primo consiglio che avrai, se non sei del posto, è di procurarti un ombrello. Nessun cittadino se lo scorderebbe a casa. La città la raggiungi tramite la strada principale, quella più grande. Hai presente quei cartelli un pò vecchio stampo all'inizio di una città? Anche Greyness ne ha uno. Un cartello grigio le cui scritte sono dipinte dalla vernice bianca come la struttura che lo regge. Sopra ci trovi in un bel corsivo di un tempo, tutto preciso, il nome della città e poco sotto il tipico cartello che ti indica la popolazione demografica in numeri. Il benvenuto allo straniero o al cittadino che rientra è doveroso in fondo. Con un'insegna così ti aspetteresti di trovare delle casette d'altri tempi, delle catapecchie forse, e invece ti ritrovi delle belle villette, ordinate e ben tenute, con un praticello che fa quasi invidia. La via principale è una, certo, ma da quella si diramano tante vie quanti sono gli abitanti probabilmente. Ti basta superare la parte periferica per ritrovarti ad osservare le case sempre più ravvicinate e qua e là anche qualche palazzo dove c'è più spazio. Greyness è la giusta proporzione tra il moderno e l'antico. Strutture ben fatte che mantengono quel vintage che piace tanto ai turisti. I turisti. Da qualche anno a questa parte i cittadini ci hanno fatto l'abitudine ma i più anziani ancora alzano il sopracciglio quando vedono la combriccola con la guida che spiega le meraviglie del posto. Che cosa ci troveranno in questa città? Mah. All'apparenza tutti se lo domandano ma chi conosce i misteri della città sa che c'è ben più del falso mito. Le storie corrono e si rincorrono finché uno non decide di mangiarci su per guadagnarci qualche dollaro in più. Deve essere questo che non va giù a quelli del posto. Chi abita là da generazioni, piuttosto che svelare a qualcuno i segreti, se li porterebbe con sé nella tomba. La verità è che non ci si fida di nessuno. Greyness è una città costruita sul mistero. I suoi fondatori lo erano e le generazioni future avrebbero voluto continuare silenti, sulla strada dell'invisibilità ma poi c'è stata la modernizzazione, internet e i telefoni cellulari. Basta che uno scrive su certe sparizioni misteriose e subito si diventa meta per curiosi. Non va per nulla bene. I segreti esistono per un motivo. Che ci fanno tutti questi umani qui? Non lo sanno che Greyness non è come tutte le altre città? Dove sono i Guardiani che dovrebbero occuparsi di loro? Uhm? ...Ah, i tempi son cambiati ma Greyness no. Rimane ancora una città in cui bisogna scrostare la superficie per trovare la sostanza che c'è sotto e quando parlo di sostanza, fidatevi, non è nulla che vi aspettereste. La città è avvolta in una specie di nebbiolina. Non una nebbia come quella mattutina che non ti permette di vedere a un palmo dal tuo naso ma una di quelle che ti lasciano qualcosa dentro, che t'offusca il cervello. Se arrivi a Greyness per una qualunque ragione, sappi che non ne uscirai tanto facilmente. Una volta che entri la prima frase che gli abitanti sentono dire è "Starò qui qualche giorno". Quando li vedi sorridere alla tua affermazione è perché sanno che qui due o tre giorni si tramuteranno in mesi e senza neanche accorgertene ti ritroverai ad aver raggiunto l'anno. E' come rimanere in un labirinto e non trovarne più l'uscita. In realtà quella mica si sposta. Sei tu che continui a girare in giro senza riuscire più a trovarla e ad un certo punto ti va anche bene così. Greyness è così. Guardi i suoi abitanti e pensi che sono persone deliziose ma non sai che sotto quella maschera di mera realtà c'è qualcosa, qualcosa che ancora non comprendi. Non lo comprendi perché non riesci a vedere oltre. E' come quando due mondi viaggiano in maniera sempre parallela senza mai toccarsi. Tu vivi in uno e non vedi l'altro. Poi, durante il percorso, non sai bene come, finisci per raggiungere l'incrocio e loro si sovrappongono mostrandoti quello che è realmente la città. Un covo brulicante di creature che non pensavi esistessero. Il problema comunque non sono loro ma tu. La verità è che loro sono lì da sempre, solo che tu non te ne eri mai accorto.