Il Portale per Arkana Gdr

Viandante che ti soffermi a leggere queste parole vuoi conoscere Arkana?
Arkana non è una leggenda, pur rimanendo un mondo perso tra gli arabeschi del tempo e dello spazio.
Non è una realtà tangibile nella dimensione che conosciamo, non è visibile in uno dei luoghi più lontani e incontaminati del nostro mondo moderno, eppure ci sfiora e ruba parte di noi ogni volta che chiudiamo gli occhi. Lì nel buio della nostra mente, nell'incoscienza del sogno e del riposo Arkana ci raggiunge e ci lascia traccia di sè e dei suoi abitanti. Nessuna leggenda terrestre è mera illusione: ogni creatura di sogno o di incubo che crediamo partorita dalla nostra fantasia esiste, vive e respira in quel mondo di fiaba oscura. Fauni, naiadi, fate dispettose e draghi, orchi e giganti dimorano ad Arkana, pirati solcano i suoi mari e demoni conturbanti si acquattano nelle profondità della terra.
Arkana è un susseguirsi di ambienti naturali immensi e stupendi, spettacolari e inquietanti. I suoi sentieri sono intessuti di luce e d'oscurità, là dove l'eterna lotta tra il bene e il male non ha mai fine e non ha mai confini ben delineati. Le creature che popolano le contrade dei villaggi, o si celano nel folto del bosco o nella profondità dei mari hanno mille sfaccettature: come nel nostro mondo non esiste la malvagità fine a se stessa, o la bontà celestiale ed eterna, perchè ogni essere vivente è mutabile e fallace.
Così ad Arkana regna la Dama della Rose, la signora del Castello, dal carattere vellutato come i petali del fiore che più ama, ma ricorda viandante... come ogni rosa ha spine insidiose e pericolose così il cuore della Dama conosce odio e rancore.
Tra le montagne più impervie e maestose vive e impera invece il Signore di Beor, mille sussurri angosciati narrano le sue gesta, e solo i più impavidi e, si dice, i più disperati, chiedono il suo aiuto e la sua nera protezione che ha spesso costi indicibili in sangue e tragedia. Ma nulla sfugge alla legge suprema: non c'è bene senza male, non c'è odio senza amore.
Perciò viandante stai accorto: se dovessi trovarti un giono in prossimità della Lanterna Verde pensa bene prima di entrare in questa piccola locanda affogata nella boscaglia. Se ami la tua vita così com'è, se concretezza e sterilità moderna sono il tuo pane quotidiano cerca rifugio altrove.
Ma se hai in te il seme dell'avventura, il gusto del mistero e l'amore per l'irreale e irraggiungibile allora entra, saluta l'oste e accomodati, sorseggia la bevanda che più ti aggrada, guardati intorno e apprezza quell'ambiente rustico che profuma di resina e pino. Poi assopisciti pure, con il capo appoggiato al tavolato, il corpo rilassato e la mente serena, guarda la porta da cui sei entrato prima di chiudere gli occhi. Potrebbe essere l'ultima volta che la vedi.