Naufraghi

Siete abitanti dell'Arcipelago e provenite da una tra le sue centinaia di isole. Non importa sapere quale, perché per voi non è altro che l'Isola. Non è altro che Casa.
Vi conoscete tutti, ma questo non significa che siate tutti amici: vi chiamate per nome, vi date del tu e di certo avete sentito parlare l'uno dell'altro. Da tre giorni condividete ogni cosa sulla barca.
Ve ne siete andati per colpa della Guerra che da anni contrappone l'inesauribile brama di conquista della Terraferma al desiderio di libertà dell'Arcipelago, ma solo pochi giorni fa è arrivata fino alla vostra Isola. Portata dai biplani che, prima di spingervi tanto al largo, potevate ancora vedere sopra di voi.
Non c'è mai stata un esercito unito delle Isole, né macchine. Non avete mai avuto bisogno di nulla oltre al Mare e alle Parole. L'Arcipelago si regge su queste due sacre colonne; anche se solo i Confessori si spingono al largo e conoscono il segreto della scrittura. La vostra barca apparteneva a uno di loro, per questo non teme le onde, per questo i messaggi in bottiglia galleggiano intorno a voi in attesa di essere raccolti. L'Arcipelago non conosce le macchine, ma accoglie un tipo diverso di prodigi.
Ogni strega di villaggio sa blandire i venti con il canto, ogni pescatore impara dal padre i suoni per chiamare a sé i pesci, ma non c'è magia più potente della parola scritta. Tanto potente da confinare un frammento della vita di un uomo e farlo dimenticare, come se non fosse mai esistito.