Fruitori e metodo di casting

Fruitori e metodo di casting postato il 12/09/2009 14:35:39 nel forum giochi e dintorni

Apro questa discussione facendo appello alle vostre esperienze personali in merito alla conoscenza che avete acquisito del ruolo di fruitore magico/mistico e dei metodi di casting che avete provato come utenti o adottato nel caso di gestori.

Mi piacerebbe sapere anche come vi siete trovati con tali metodi e quali a vostra discrezione vi sono sembrati più funzionali rispetto agli altri. Infine conoscere come considerate la figura del fruitore all'interno dei contesti di gioco in cui avete militato con il vostro personaggio.

quota

14/09/2009 08:23:22

Ho provato sia il sistema descritto da miragetank (su Lot) che i sistemi D&D based, preferendo di gran lunga i secondi.

Il problema dei magici-mistici gestiti come da Miragetank è il problema delle land basate sulle corporazioni: se non sei in una gilda hai poco margine di azione, non puoi giocarti un sacco di figure (Raistlin non sarebbe esistito ad esempio :P ), limiti un particolare gioco a poche figure.

Un sistema D20-based di contro ha il difetto che un master deve controllare con correttezza l'eventuale giocata e in land da 2000 utenti a botta rischia di diventare alienante.
Però il bello è che ognuno può essere qualsiasi cosa (sempre in un'ottica di coerenza e crescita del pg nell'ambientazione) ed eventuali gilde sono frutto del gioco tra pg più che mastodonti statici e organizzativi.

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quota

16/09/2009 15:45:53

Mi spiace che praticamente nessuno abbia partecipato alla discussione, mi sarebbe piaciuto potermi confrontare con altri punti di vista. Ringrazio ovviamente miragetank ed herduk per il loro contributo.

Pure io ho avuto modo di giocare con entrambi i metodi e la penso grosso modo come te herduk.

Per prima cosa condivido il vincolo costituito dalle Gilde/Corporazioni: obbligano il neofita fruitore a caratterizzare il proprio personaggio rigorosamente entro i cannoni dello Statuto che vincola quel gruppo di gioco, che di certo non possiamo definire eterogeneo, salvo qualche piccola, quasi impercettibile a volte, sfumatura. Inoltre obbliga ogni fruitore ad attingere dal medesimo e ridotto grimorio, fornendo un ulteriore elemento di amalgama allo standard prefissato. Viene così a mancare la figura del fruitore solitario, indipendente; ben vengano Loggie, Associazioni Magiche, Accademie Arcane, etc., ma dovrebbero essere il frutto della volontà propria dei giocatori e non dei gestori del gioco.

Altra cosa è il suddividere l'azione di casting in quattro fasi: tre per lanciare l'incanto e la successiva per il recupero mana/energie. A parer mio due sono più che sufficienti, come rendere facoltativa la fase di recupero man mano che il fruitore cresce di livello e si cimenta a castare incanti di livelli inferiori, dei quali dovrebbe avere già buona padronanza.

Mi permetto invece di dissentire da herduk sul fatto che serva un costante monitoraggio dei master. In un sistema in cui per verificare che l'incanto vada a buon fine si è obbligati a superare una prova (lancio del dado per esempio), viene meno anche la necessità di una onnipresenza del parco Master o Gestori.

quota

16/09/2009 21:01:25

Assolutamente no secondo me °_° il fatto che il dado decida l'esito non significa automaticamente che effetti, condizioni, contesto permettano quel lancio, che gli effetti siano quelli giusti e così via

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quota

16/09/2009 21:19:24

Questo è chiaro. Se uno vuole fare il furbo lo fa comunque in ogni caso, il dado comunque aggiunge quell'elemendo di entropia e d'imprevedibilità che non si avrebbe nel corso di una giocata priva di Master.

quota

16/09/2009 21:21:48 e modificato da himbro il 16/09/2009 21:23:45

Sto creando (con relative difficoltà) un sistema di gioco fatto anche per il gioco scritto, si basa sulla scelta di abilità (due all'inizio) che danno un bonus relativo al tiro di dado in caso di contrasto d'intenti, il personaggio (non esistendo livelli) spende i suoi punti esperienza (che acquista in particolari condizioni di vittoria) quando trova qualcuno disposto ad insegnargli una sua abilità.
Ogni giocatore all'inizio del gioco può scegliere se possedere un incantesimo che andrà a sostituire una delle due abilità iniziali, ovviamente il personaggio inventerà l'incantesimo (con l'ausilio di un master per correggere eventuali errori) che sarà tecnico:
Dovrà avere infatti una preparazione in una giocata precedente o comunque una procedura che contenga oggetti e ingredienti.
Esempio:
per questo incantesimo serve una clessidra e un gessetto, l'incantatore dovrà tracciare con il gessetto la sagoma della porta sul muro, girerà la clessidra e spingerà la sagoma della porta, si troverà dove vuole essere fino a che il tempo segnato dalla clessidra non sarà scaduto, al termine del tempo si ritroverà di nuovo davanti al muro su cui ha tracciato il disegno della porta, se la clessidra viene rotta il personaggio non tornerà più indietro.(turni per il disegno 2, la durata della clessidra in mano all'incantatore è stato deciso sia di 4 turni) se non c'è master si richiede un tiro di dado solo se c'è qualcuno ad impedire l'incanto o se l'incanto arrecherebbe danno a qualcuno causando un contrasto d'intenti (il qualcuno potrebbe anche essere un png).

Ovviamente ogni personaggio può farsi insegnare l'incantesimo se riesce a convincere qualcuno ad insegnarglielo, le gilde in questo modo rimangono solo gruppi di personaggi rendendo il gioco più vario.

quota

17/09/2009 08:56:19

Il mio discorso sul "serve un master" era legato prettamente a questo.
Ovvio, in un gioco abbastanza "ridotto" e con un parco giocatori di un certo livello (mi permetto di citare Arshmork, sembra ripetitivo, sembra lecchinaggio, ma non mi interessa: è, a mio avviso, un dato oggettivo) in cui non sorgono diatribe durante il gioco ma piuttosto analisi DOPO le giocate su dubbi etc, questo monitoraggio è consigliato, magari c'è ma è silente, ma tutto sommato se ne può fare a meno.

In realtà più popolose, con un livello più eterogeneo di giocatori, dove c'è chi NON vuole capire / imparare (perchè chiunque può sbagliare nel gioco, ma la differenza la si misura tra chi dice "ok, ho cannato: mi spiegate?" e chi dice "Io non ho sbagliato, sono le regole che fanno cagare"), la presenza dei master deve essere più massiccia.

Mage l'ho provato in una one-shot e non sembra male.
Sulla falsa riga c'è il sistema Radix Malorum (clemence fornisce ottime info) che mi pare molto ben fatto seppur un po' troppo complesso per un'utenza media.

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quota

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