13/03/2018 17:50:39
13/03/2018 21:56:07
13/03/2018 22:35:21 e modificato da piratelf il 13/03/2018 22:35:48
14/03/2018 09:25:56
14/03/2018 11:33:41
14/03/2018 11:55:51 e modificato da piratelf il 14/03/2018 11:56:08
14/03/2018 12:43:10
Io devio un attimo il tiro del discorso, e faccio un'osservazione diversa.
A mio parere, per quello che vedo almeno nei gdr in cui gioco o ho giocato, c'è una certa tendenza ad evitare il PvP in ogni sua forma (che sia "verbale", di combattimento, diplomatico, concorrenziale) per evitare di scontentare chi, di volta in volta, "perde".
Questo secondo me è un problema di fondo, perchè porta per conseguenza ad evitare PG che possano "creare problemi" agli altri. Diventano tanti "compagnoni" proprio per questo motivo per come la vedo, e quelli che semplicemente erano PG magari puramente "negativi" (e di per sè giocabilissimi) vengono in qualche maniera esclusi.
Quindi, rispondendo alla domanda di cui sopra: secondo me sì, c'è una soluzione, per quanto parziale. Basterebbe garantire un sano PvP che inevitabilmente porta all'interazione anche tra personaggi che non vanno d'accordo. Non è che se uno sta antipatico al mio pg non posso interagire con lui eh... anzi! Probabilmente ci sono una serie di spunti interessanti già a partire da questa antipatia.
14/03/2018 12:50:08 e modificato da nick nightingale il 14/03/2018 12:51:59
Lo scenario usato come esempio però è un po' troppo semplicistico secondo me. Giocando da tavolo è normale che il party venga pensato e sviluppato di comune accordo, in un PbC invece il bello è proprio che dovrebbe esistere l'imprevisto e il compromesso (quello vero). Quindi magari per circostanze di gioco ti ritrovi a collaborare con qualcuno di cui non ti fidi, ma non ti fidi sul serio, nel senso che può veramente tradirti.
Esistono poi le corporazioni, che dovrebbero unire personaggi anche molto diversi tra loro, creando nuovi spunti di gioco. E anche il gioco stesso dovrebbe portare personaggi diversi a interagire rispetto ad uno stesso evento e non per forza come amici di party.
Il rischio se no è che giochino insieme sempre gli stessi, con le stesse tipologie di personaggi, gli stessi obiettivi e le stesse dinamiche.
Come dicevo, molto dipende da come il gioco viene strutturato dallo Staff, da come vengono costruiti gli spazi di gioco, gli spunti, etc. E anche a quanta varietà di personaggi viene concesso gioco. Poi giustamente dipende anche dal buon senso del giocatore: un personaggio che non parla con nessuno e vuole muoversi sempre da solo è ovviamente un controsenso rispetto al gioco di ruolo online. Idem un personaggio che aspira a fare il ballerino in una Land di guerra. Poi in entrambi i casi, dove non arriva il buon senso del giocatore dovrebbe arrivare l'intervento dello Staff.
@prut
Concordo sul PvP. E' ancora tabù per troppa gente :-(... Molta più di quella che lo ammette.
14/03/2018 13:00:33
14/03/2018 13:12:18
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