Rising Dusk: rebellion of the spirits gdr

Devil’s Lake può sembrare un paradiso, ad un occhio poco attento – un gioiello di laghi limpidi e campi di erica che sembrano usciti da una favola. Ma il paese si chiama Devil’s Lake, Lago del Diavolo, e non a caso – quello che la Chiesa pensa sia il Diavolo qui è presente in ogni cellula degli abitanti della cittadina. Magia, stregoneria, il nome non è importante. E’ una forza, un’entità, che da sempre ha dettato legge in questa landa desolata, e di cui gli abitanti di Devil’s Lake si sono serviti per rendere la loro vita migliore: il sole splende sempre, si riflette sugli specchi d’acqua, ma turisti, qui, se ne vedono pochi. Perché la terra su cui sorgono queste case è impregnata di mistero ed inquietudine, e l’istinto di sopravvivenza di ogni essere umano lo porta a fuggire lontano da questo luogo. Ma la storia di Devil’s Lake è antica come quella del mondo…

A Devil’s Lake la Magia è qualcosa di scontato, come l’aria per respirare o l’acqua per vivere: la città stessa è governata dalle famiglie più potenti, quelle con una tradizione di magia e stregoneria senza paragoni. Il Consiglio, infatti, è formato dai membri delle casate degli Ashworth, lupi solitari dediti alla Magia curativa, i Ravenburn, seguaci delle branche più oscure della Magia e avidi di potere, i Vultures, freddi e cinici arrampicatori sociali, e i Sanderson, i più potenti profeti della Magia Bianca. Ma per quanto queste famiglie fossero tra loro diverse, questa diversità è stata il punto di forza del loro equilibrio, che per secoli si è mantenuto garantendo la protezione delle streghe di Devil’s Lake. Per secoli, ma non per sempre. Durante la festa di Samhain, la tradizione celtica del rinnovo della Terra, Siobhan Ravenburn decise che avrebbe abbandonato la sua famiglia. A loro non importava davvero della Magia: volevano solo governare su tutto ciò che c’era di umano attorno a loro. Mentre gli abitanti di Devil’s Lake si godevano la festa attorno al falò, Siobhan sentì la magia vibrare tra le sue dita e decise che avrebbe trovato un maestro degno di questo nome. Trovò il mentore che cercava nella persona di Evander Ashworth, un giovane di poco più grande di lei, ma con la conoscenza di un vecchio saggio. Dal canto suo, Evander aveva trovato in Siobhan un’allieva perfetta: desiderosa di apprendere tutto e subito, e disposta a tutto pur di accrescere il suo potere già notevole. Ma Evander non conosceva ancora l’entità della sua sete di potere, e non vide arrivare la tempesta che l’avrebbe travolto. Siobhan voleva diventare potente, sì. Ma c’era un perché: voleva vendicare la morte di sua sorella, il cui corpo era stato ritrovato, dilaniato, lungo le sponde del Lago. Nessuno seppe mai cosa le fosse successo, ma Siobhan sapeva che era stato qualcuno, qualche essere umano o sovrannaturale a farle questo, e voleva vendicarsi. Per questo continuò ad accrescere il suo potere, finché finalmente trovò quello che cercava.