Would u be my hero

Tokyo non si smentiva mai. L’aria quella mattina era fin troppo pesante,quasi opprimente. Spirava un venticello fresco,come agli albori di un autunno dimenticato,imprevisto ed inaspettato. Era il 15 luglio dopo tutto e vi si aspettava un caldo tropicale,come quelle dei giorni precedenti,come quello del mese precedente,insomma che cavolo stesse accadendo al meteo non se lo sapeva spiegare nessuno. Giravano anche strane voci da un paio di settimane. Pareva che si stesse diffondendo a macchia d’olio la così detta “febbre nera”. Inizialmente si era pensato ad un malanno grave a celere trasmissione,magari per contatto o semplicemente per sostanze inalate involontariamente nell’aria,invece si trattava di omicidi e rapimenti. Circa il 15% della popolazione era scomparso inspiegabilmente,alle volte senza lasciar traccia,altre, purtroppo, rinvenendo segnali allarmanti.

“Ragazza si toglie la vita dopo 15 gg dall’annuncio della sua scomparsa”

Così recitava la testata giornaliera del Metropolitan quella mattina. Era forse il 20° caso si suicidio fra soggetti di sesso femminile e non. Avvenimenti ai quali il Ministro della Sicurezza Nazionale non aveva saputo dare spiegazioni concrete,o semplicemente non aveva voluto. La gente ormai non vi faceva più caso,era divenuto un ennesimo clichè, simile alla fame nel mondo, alle radiazioni nocive delle centrali nucleari e così si perse di vista anche quel dato così sconcertante. Inoltre solo determinati “casi” venivano presi di mira. Giovani brillanti che si distinguevano per merito nei punteggi scolastici o in ambito sportivo,insomma i talenti di ogni parte del Giappone stavano via via svanendo. Solo in seguito anche i soggetti “normali” iniziarono ad aggregarsi agli altri, senza che alcuno alzasse un dito per chiedere il perché di tutto questo. Il grigio dei palazzi si riversava sui fiumi di cemento delle strade riflessi negli occhi di chiunque si potesse incontrare per la città. Le scorte di polizia si muovevano con maggiore frequenza, i caotici spostamenti delle volanti parevan invisibili all’attenzione della gente. E chiunque si interessasse ad approfondire la questione correva un rischio fin troppo grande per permettersi di andare oltre.

“Ho una famiglia”.

Molte delle guardie fecero appello a questa scusa ritirandosi dal servizio. La cosa era sin troppo anomala. Durante i programmi televisivi passavano ininterrottamente annunci che chiedevano l’aiuto di giovani con esperienza sul campo della polizia o leva militare per entrare a far parte di un possibile reggimento. Ma ancora nessun clamore. Nessun articolo particolare che denunciasse l’evento,ed io, io ero fin troppo sveglio per condurre una vita normale, per far si che un velo biancastro oscurasse i miei occhi e la mia curiosità.
Se state leggendo queste righe, non temete, non morirò, non mi toglierò la vita ma forse svanirò. Non allarmatevi,non l’avete fatto sino ad ora perciò non mi meraviglierei se prendeste sotto gamba anche queste righe, ma faccio appello a persone come me, a ragazzi come il sottoscritto. Rispondete. Rispondete alla chiamata. No,non parlo di qualcosa di divino o un deus ex machina. Non accennerò molto, non ho neppure tanto tempo. A tutti coloro che dormono sogni tranquilli dirò, svegliatevi, e rendetevi conto che qualcuno sta lottando per voi là fuori. Qualcuno vi sta proteggendo, qualcuno sta cercando di allontanarvi da un male di cui ahimè non conoscerete mai, nel dettaglio, qualcosa di concreto.

Anch’io ora proteggo qualcuno,qualcuno che mi è stato assegnato. Si, c’è chi salvaguarda chi ama, io non avendo nessuno ho scelto di dare la mia vita al caso. Una strana “novità” si sta aggirando nei sottosuoli delle metropoli, se continuate a camminare sulle vostre gambe, sappiate che un giorno dovrete ringraziare qualcuno. Per ora ritengo che nessuno sarà il destinatario di questa lettera che ho deciso di scrivere in Celtico, onde evitare complicanze. Ma se dovesse venir scovata, sappiate che il mio Obbligo consiste in un contratto indeterminato sino alla mia morte. Il mio Obbligo, o meglio ciò che la Nobiltà mi Obbliga a compiere è il rendere un servizio,un aiuto a chi è come me ma cresce e vive nell’ignoranza di un’oggettività grigiastra e cupa. Non siamo tutti uguali, non possediamo gli stessi alleli così come non possediamo le stesse capacità. Arriverà il vostro turno, giungerà il giorno in cui qui ad osservare chi amate,chi volete che viva nel miglior modo possibile, chi desiderate proteggere.. ci sarete voi, non si tratta di un passaggio di testimone ma di una scelta consapevole e forse si, decisamente masochista.
Non ho altro da aggiungere.