Apocalypse Gdr

Ａｎｔｉｃａ Ｇｒｅｃｉａ
Gli Dèi dell'Olimpo e l'Olimpo stesso predominano incontrastati sull'intera umanità supervisionando, controllando e gestendo il genere umano, cercando di preservare la natura, la bellezza e le meraviglie che la terra ha da offrire ai propri abitanti. Essi accettano sacrifici, preghiere, templi e omaggi volti alla loro persona; si scherniscono dell'ingenuità del popolo terrestre e delle loro disgrazie talmente mortali da rasentare il patetico e, in tutto ciò, non muovono un dito per palesare la propria presenza: non intervengono nelle catastrofi naturali, non aiutano i più bisognosi, non agiscono in favore delle città e delle popolazioni con evidenti problemi e disagi, ma si beano di poesie, di racconti e di canzoni, non rifiutando i doni - oro, gioielli, gemme preziose, sete raffinate e persino fanciulle e fanciulli di innata bellezza - e gioendo del sangue versato in loro nome. Non sono grati del fatto che la loro potenza, la loro magnificenza e la loro indiscussa autorità derivi totalmente dalla fiducia che il popolo mortale ripone in essi, dandola sempre per certa, intaccabile e indissolubile. È per via di questa loro superba sicurezza ed orribile vanità che si ritrovano impreparati e completamente spiazzati quando, dopo anni e anni di invocazioni andate a vuoto e richieste d'aiuto sfumate nell'aria, la razza umana cessa improvvisamente di adorarli, di amarli, di venerarli e credere nella loro esistenza. I riti divengono ormai un triste ricordo, le preghiere degli echi lontani persi nell'aria gelida della desolazione, non si fanno più doni di nessun genere e subentrano nuove religioni con nuovi Dèi più misericordiosi, ma che - sciocco a dirsi - non dimostrano di essere più veri degli antichi. L'Olimpo si spegne, smette di brillare e cade nella più misera disgrazia. Mentre i suoi abitanti, ormai impotenti ma pur sempre immortali, scendono sulla terra mescolandosi agli Effimeri e rassegnandosi alla loro eterna e banale vita da umani.


Ｇｉｏｒｎｉ Ｎｏｓｔｒｉ

Gli Dèi, ormai abituati alla routine mortale, vivono le loro vite eterne nella più completa banalità: oziando, lavorando e cercando in tutti i modi di dimenticare la loro esistenza passata e la loro gloria perduta. Durante il corso dei secoli hanno intrapreso strade diverse, hanno cambiato nomi ed identità più spesso di quanto vorrebbero ammettere, perdendo i contatti tra di loro e ritenendo più saggio non vivere tutti nella stessa città, ma soprattutto non sotto lo stesso tetto. La loro placida esistenza viene brutalmente interrotta quando parte dei loro poteri e della loro forza torna a manifestarsi improvvisamente e con una prepotenza tale da far presagire un cambiamento imminente, nonché una grave minaccia pronta a colpirli. Colti completamente alla sprovvista, eppure esaltati da un possibile ritorno alle origini, decidono di riunirsi ad Atene, nelle rovine di quello che fu uno degli antichi templi di Zeus, per discutere seriamente di quell'inaspettata svolta degli eventi. È in quel momento che vengono a contatto con i Guardiani, un'associazione di persone composta da umani, veggenti, semidei e discendenti dei più importanti personaggi della Mitologia Greca, che si è assunta il compito di proteggere gli Effimeri dall'oscurità nata dallo stesso potere divino. I Guardiani spiegano loro che molte cose sono cambiate dalla caduta dell'Olimpo e che, negli ultimi anni, creature da tempo dormienti ed oscure si sono risvegliate, trovando una via di fuga dalla loro prigione e giungendo sulla terra: i demoni, che una volta erano sotto il controllo di Hades, vanno e vengono dagli Inferi divorando qualsiasi cosa stuzzichi il loro appetito; il mare, dopo la scomparsa di Poseidon, è diventato innavigabile a causa delle miriadi di mostri e sirene che lo infestano; i Titani si sono liberati e uccidono senza pietà chiunque ostruisca il loro cammino. Gli Dèi, seppure restii ad aiutare coloro che tempo fa li hanno rinnegati, approvano un'alleanza con l'Associazione, contribuendo a combattere gli innumerevoli mali che si sono riversati nel mondo mortale.