
Ultimamente, sempre più scrittori e game designer tornano a sperimentare con le meccaniche di generazione casuale per costruire mondi fantasy. Non è facile spiegare fino in fondo il fascino di questi strumenti: fondono intuizione personale e quella buona dose di aleatorietà digitale che può spiazzare anche chi si crede ferrato nella pianificazione.
Sembra, almeno stando agli ultimi dati pubblicati da Dreamina Capcut nel 2024, che circa il 67% dei progetti digitali dedicati al worldbuilding oggi si appoggi a generatori randomizzati – uno stratagemma soprattutto per scavalcare quei fastidiosi momenti di blocco creativo e velocizzare la partenza.
Questo tipo di processo raccatta idee sia dalle vecchie tradizioni del gioco di ruolo cartaceo sia dall’attrattiva veloce e un po’ caotica delle piattaforme online: qui rientrano anche esperienze come slot online, e pure videogame che si autorigenerano davanti agli occhi. L’impressione, per chi si cimenta con storie non lineari, è che le opportunità aumentino a vista d’occhio ogni anno. O almeno, questa è la sensazione generale.
Generator casuali: i primi passi e quelle basi strane
Quando si tratta di worldbuilding fantasy, molti cominciano da strumenti come Azgaar’s Fantasy Map Generator oppure Donjon. Due click, magari tre, e si materializzano mondi pieni di climi, biomi e culture: si passa dalla tundra gelida alle foreste umide in una manciata di secondi, senza preavviso.
Si ottiene un punto di partenza sorprendentemente articolato—governi inventati, religioni improbabili, commerci intricati, divisioni politiche da smontare e rimontare come si preferisce. Qualche esperto di siti tipo Roll for Fantasy segnala che, sì, la randomizzazione non è sinonimo di superficialità: il materiale prodotto resta perlopiù pronto, sia per buttarsi in una sessione di gioco che per raccogliere lampi di ispirazione narrativa.
Ecco dove si nota un parallelo curioso con i slot online, dove tutto inizia da un algoritmo ma il risultato appare sempre unico. Certo, il rischio di finire con dettagli un po’ scompagnati non manca, ma se chi crea ha pazienza, la fase manuale aggiunge coerenza dove serve.
Logica narrativa, strati su strati
Risulta abbastanza chiaro – almeno dalle voci raccolte da portali come Ogni Mano Scritta una Porta – che i risultati casuali sono solo l’inizio di una stratificazione faticosa. Riuscire a tenere il filo della coerenza interna è spesso il vero banco di prova: la randomizzazione offre spunti ma bisogna intrecciare legami sensati o, altrimenti, si rischia di trovarsi tra popoli assurdi e luoghi senza capo né coda.
I progetti più convincenti derivano da una serie quasi infinita di aggiustamenti: magari si parte con razze pescate a caso e poi si lavora per dotarle di una storia credibile; o dal tracciato fortuito di confini si arriva, dopo vari ripensamenti, a una geopolitica che inizia a reggersi in piedi. Insomma, questo sistema mostra le potenzialità soprattutto quando viene… domato.
Senza una revisione attenta, mondi nati da generatori rischiano davvero di sembrare piatti o un po’ confusi. Molti autori, a conti fatti, limitano la casualità alla fase embrionale per poi passare mesi (se non di più) a limare le incoerenze—ed è solo allora che la mappa si può dire completa. O quanto meno, “quasi finita”.
Geografia a caso, società che cambiano
Il modo in cui mari, montagne, deserti (e tutto quel che ci sta in mezzo) si distribuiscono sulla mappa non è affatto secondario: influenza, a cascata, cultura e storia di qualsiasi mondo fantasy. Prendiamo una catena montuosa generata casualmente: a volte mette una civiltà all’angolo, o suggerisce nuove rotte commerciali, o magari—inaspettatamente—accende faide eterne tra vicini.
Sembra che la mossa giusta sia intervenire a ogni passaggio: strumenti come Azgaar permettono di personalizzare confini e biomi, ma rimane fondamentale decidere quali elementi lasciare al caso e in quali intervenire “a mano”. In fondo, la creatività qui si appoggia alla casualità solo fino a un certo punto: poi prende il sopravvento.
E così, tra confini politici mutevoli e regni in perenne conflitto, vengono fuori leggende e lingue che sarebbe stato difficile inventare con il solo ragionamento razionale. In pratica, più dettagli bizzarri ci sono… più spunti interessanti emergono. O almeno, questo sembra capiti spesso.
Culture, religioni, e l’imprevedibile
Negli ultimi anni si è visto come i generatori procedurali possano toccare anche la sfera delle culture: tradizioni, valori, persino la struttura sociale vengono mescolati per vie del tutto impreviste, e il risultato – a volte – lascia senza parole. Queste civiltà risultano spesso vibranti, con religioni fuori dal comune, non di rado addirittura più originali di quelle create partendo “da zero”.
Solo una parte di tutto questo lavoro si riflette davvero nella storia finale o nella sessione di gioco. Eppure, avere un retroscena così ricco dà una sensazione di profondità che, in qualche modo, passa al lettore o al giocatore.
Molto probabilmente, la forza di questo metodo sta proprio nell'incrocio di caos e pazienza: una base generata in modo casuale, magari ispirata a processi simili a quelli di slot online, viene continuamente arricchita e limata. Da qui, ogni civiltà e ogni rito prende forma e acquisisce coerenza, anche se forse—anzi, sicuramente—un po’ di imperfezione rimane.
In definitiva, le meccaniche randomizzate si sono progressivamente ritagliate un ruolo di primo piano tra gli strumenti più efficaci, sebbene atipici, per la creazione di mondi fantasy. Con la tecnologia in continua evoluzione e nuovi generatori sempre più raffinati all’orizzonte, potrebbe darsi che il futuro di questo tipo di creatività abbia ancora parecchie sorprese in serbo. Non è detto che sia tutto già scritto—anzi.











