Concrete jungle where dreams are made of

«Quando gli Olandesi comprarono ai nativi americani per soli ventiquattro dollari l'isola di manhattan, probabilmente non si aspettavano come sarebbe diventata. La chiamarano new Amsterdam e stabilirono sei fattorie sull'isola. La posizione geografica di essa era talmente prosperosa, che i mercanti olandesi si scontrarono contro i puritani inglesi e le truppe britanniche presero possesso della città. Oggi delle fattorie non c'è più traccia e mi sento ridicolamente piccola davanti all'impire state building. Cammino per la quinta strada, e mi ricordo quel film di Natale, quello là che la nonna mi faceva vedere ad ogni vigilia. Non ricordo il nome, ricordo la sua ambientazione. Essa mi colpì a tal punto che giurai che sarei andata a viverci; New York. Quando mi raccontarono la storia ne rimasi irreparabilmente affascinata. Queste strade mi seducono, mi ammaliano come mai niente e nessuno aveva fatto fino ad ora. New York ha un'anima. Un'anima che non si riposa mai e che tiene sveglia la città tutta la notte. Le luci, l'effervescienza, la vita. New York è vita. E la vita Ha un'anima. Tutto qui è più veloce, ma penso che sia un bene, così almeno ti fai i riflessi. Se tu non hai intenzione di muoverti e di seguire il ritmo di new york city, allora devi farti da parte e fare spazio. Che sia Soho, Greenwich village o China Town, New York è dolcemente caotica. Quel Caos che ti culla, le voci di sottofondo che pur essendo migliaia non ti turbano, perchè tu ci sei abituato. Ma è bello Così. A me Piace così. La vita qui scorre, tra pazzi in mutande che suonano qualche strano strumento a Time Square e ricchi uomini d'affari in giacca e cravatta che girano per Broadway. Li guardo, non ci trovo nessuna differenza. Entrambi sono qui ed è questo che conta. Se ti innamori di un luogo non importa chi sei. A queste terre non interessa il tuo status sociale o le follie che frullano per la testa. Chiunque tu sia, tu sei un newyorkese per la legge Americana. Le varie Etnie che si trovano qui conferiscono una miscela di fascino esotico alla Grande Mela. Il vecchio mondo si sfuma perfettamente con Quello moderno dando vita a un nuovo colore. Qui tutti hanno un sogno. Non puoi essere newyorkese se non hai un sogno. Qui non devi avere paura di essere strano, perchè di persone strane ce ne sono talmente tante che ci si mischia tra la folla alla perfezione anche avendo la testa da elefante e il corpo da Leone. Qui in dicembre e in febbraio fa freddo. Non importa, mi metto i miei guanti, la mia sciarpa e vado a Central Park. Guardo i bambini giocare con un pallone che rotola a fatica nella neve e sorrido con il mio libro in mano che mi sta chiedendo pietà. Vuole entrare nella borsa, ha freddo anche lui. A volte me ne vado in giro per i distretti e osservo. Osservo la gente che passa e imparo sempre cose nuove. Non credo che finirò mai di imparare anche passando i prossimi cento anni qui. New York è una delle più città al mondo, ma adesso devo andarmene. Saluto con nostalgia le foglie secche che cadono e che segnano l'inizio dell'inverno. Forse tornerò in primavera, quando il sole azzurro domina il cielo e la brezza fresca dona sollievo alle branchie di questo pezzo D'America. In Brasile è splendida questa parte dell'anno. Ci sono i bambini che giocano a calcio per le strade e il sole picchia forte sulla testa, forse vuole entrare per illuminarmi la mente. Quando si parte? »