Fabulator

Un raggio di sole nella buia tempesta che impervia nei nostri cuori e nelle nostre terre!
Noi, che tutto vediamo, con sguardo attento, a catturare gli attimi di un battito d’ali. Un battito che riecheggia come i tamburi della guerra che da troppo tempo ormai ci sbrana come il lauto pasto di un feroce predatore sulla sua preda inerme…..
Ma ogni sussulto accende gli ardori, ogni piccola luce di speranza, faro nella nebbia maledetta.
Quanto le mie povere ossa scricchiolanti come legno di quercia hanno scritto su queste terre lorde del sangue dei puri di cuore, e quanto esse scriveranno denudando ogni verità anche a coloro che si celano dietro quell’indifferenza scudo delle loro menzogne, che la spada e la lancia come sincerità e amore spacchino tale inutile difesa forte solo dell’inganno. Madre è la penna dei nostri pensieri padre è l’inchiostro, figlio è il significato…. Che come uno scellerato può infervorare, o che come il saggio può irretire.
Ma quante parole scritte che volano via, come i fogli, vascelli di tanto sapere, nella speranza che coloro che ancora credono raccolgano e seminino…
E pertanto io che sono tra gli anziani della gilda del Fabulator, mi accingo a scrivere l’ultima novella di questo infausto anno.
Quanto rumore lì nella vecchia capitale dell’ormai impero che fu, mai tante stranezze ne scossero le forti mura come un giullare che mai domo tenta di risvegliare gli antichi sentimenti di ilarità del vecchio burbero, quanto fiato al vento, quante energie forti solo della gioventù ma altrettanto inutili quanto l’inesperienza, come descrivere sortilegi che cercano di mascherare il sole da luna, come giustificare antiche razze che non trovano pace nel loro focolare cercando di difendere i focolai altrui, quante cerche logoranti che non danno neanche la soddisfazione di credere in ciò per cui si vive. Tante parole eleganti come una cornice d’oro, attorno al disegno di un fanciullo, così semplice ed elementare da passare inosservato agli occhi dei molti, dove sono i pochi?
Viva l’impero! Ahahaha! Che sciocca risata, che sciocco sussulto.
Il tanto temuto Caos è ormai caduto? La guerra è finita!?
Quante domande, quante risposte, che l’alleanza un tempo tradita dal desiderio di potere di un uomo sia ora ristabilita dal desiderio di pace dei molti. Che forse la saggezza smarrita come il lume della ragione nel folle sia stata in fine ritrovata. Che le stesse spade si siano rifiutate di bere ancora il sangue dei loro fratelli. Grande è l’alleanza che l’uomo crea con l’uomo in difesa dei deboli, linfa vitale della terra, casa di tutti.

Quando rossi vessilli color sangue si videro mischiati ai verdi vessilli della speranza la gente sussulto', lo stesso male sembrò abbagliato da tale luce di giustizia spada del più grande fra gli dei che nessuno osa affrontare. Quanto tempo abbiamo aspettato, quanto abbiamo sofferto ed ora finalmente il nemico si ritira, come una bestia immonda alla quale, sia stato finalmente inferto un duro colpo ed ora ella si guarda e si domanda, come sia possibile che la vittoria tanto vicina sia venuta a mancare? Grasse e mai sazie sono le nostre risate accompagnate dall’urlo delle anime dei morti, la rabbia ribolle come la pentola sul fuoco di quei tanti casolari distrutti dall’ “immonda” orda... scappa! Fuggi! Nasconditi, mille e mille volte attraversa quella strada lastricata dei corpi che tu stessa hai seminato come gramigna nei campi un tempo rigogliosi di frutti. Che le spade e le lance dei giusti si abbattano come una falce sul grano e che la giustizia raccolga i frutti di tale mietitura.