Fantasy Earths

In un pianeta chiamato Draconis, governava la pace, la tranquillità tra le diverse creature magiche, una più diversa dell'altra.
Ma un giorno una terribile epidemia distrusse questa felicità, non si riuscì a scoprire chi fosse la causa e così iniziarono dei massacri, gli abitanti cominciarono a uccidersi fra loro e non ci fu pietà per nessuno.
Dopo alcuni anni una potentissima maga riuscì a scoprire un incantesimo per curare gli infetti.
Probabilmente la causa erano una delle tante creature che si trovano nella parte oscura di Draconis.
Il pianeta è diviso in più terre:
- Nox, dove le creature dell'oscurità risiedono;
- Flatus, calmo e tranquillo come la sua popolazione, che non ama stare in contatto con gi altri.
- Ignis, luogo piena di draghi dalla grande ferocia;
- Phoebus, gli abitanti socievoli, amichevoli, qui risiede il comando generale dell'intero pianeta
- Dies, risiedono creature dalla grande gentilezza e dalla grande pace interiore;
- Silex, invece qui nascono creature dalla mastodontica forza;
- Pluvia, luogo circondato dall'acqua e abitato da creature dallo spirito sereno, come le sirene;
- Terre perdute, sono uno splendido territorio, dove le creature sono solidali fra loro, per uno scopo comune: LA CONQUISTA DEL MONDO E LA SCHIAVITU' DELLE ALTRE CREATURE.
Passati decenni ci fu un periodo di calma, tranquillità ma quella era tutta una finzione, perchè quella apparente felicità si dissolve quando cominciarono a sparire le persone. Chi è riuscito a scappare, ha un sospetto simbolo su un braccio, come un tatuaggio, si pensa che sia il simbolo delle terre perdute. Il vero dilemma è capire cosa gli hanno fatto, dato che loro non si ricordano nulla.
Ma la cosa peggiore avveniva di notte, a mezzanotte precisa, si trasformano in terribili demoni assettati di sangue.
Si pensò: un altro regalo dalle terre perdute...
Sono veramente così forti che non riusciamo a bloccarli?...
Questi sono i terrorizzanti pensieri che ossessionano tutti.
Ormai c'è grande tensione... gli abitanti temono che possono tornare quei giorni cupi della guerra.