Hellspawn

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«L'hai preso?» mormorò la voce nervosa del ladro, echeggiando leggermente nelle fredde e deserte strade di Stoccolma.

''Ci sono riuscito. Non è stato facile. Ma prima... Sono venticinquemila euro, come concordato. Hai i soldi?'' rispose l'uomo pallido e biondo con un accento britannico.

Il ladro sorrise e poi tirò fuori lo smartphone: spense la fioca luce blu dopo alcuni delicati tocchi sullo schermo.

''Ecco. Tutto trasferito sul tuo account. Controlla la tua e-mail.'' rispose ansiosamente.

«È un piacere fare affari con voi, signore... signore... ehm?» chiese l'inglese, quasi prendendolo in giro.

''Preferirei evitare di conoscerci. Ora, posso averlo?''

''Certo. Ecco. Buona fortuna.''



Il ladro guardò il piccolo pezzo di carta, inspirò profondamente e se ne andò lentamente.

La capitale della Svezia era per lo più vuota a quest'ora della notte, fatta eccezione per gruppi casuali di adolescenti ubriachi. La notte era senza stelle: una fitta e inquietante nebbia scendeva sull'Europa settentrionale accompagnata da un'infinità di ardenti fiocchi di neve. Gli inverni rigidi erano ospiti noti qui.





Il suo cliente era tanto misterioso quanto ricco. Tre mesi di ricerca del contatto giusto lo hanno finalmente condotto a questa informazione apparentemente inestimabile.

La password.

Numeri rossi gli volarono davanti al viso mentre disattivava l'allarme che proteggeva la Biblioteca nazionale svedese.



Dopo mesi di duro lavoro, era finalmente nell'edificio, solo e così vicino al suo obiettivo. Cinque milioni di dollari lo attendevano, tutti in cambio di un libro vecchio e polveroso.



Non capiva perché il suo cliente sconcertante volesse il manoscritto medievale: non era compito suo fare domande. Aveva poco più di 30 anni, era giovane, intelligente, alcuni direbbero addirittura brillante. Non era l'avidità a riportarlo alla vita criminale, ma la disperazione.



Il suo amore aveva bisogno di un cuore nuovo.



Gli interventi chirurgici complicati costavano piccole fortune, e l'unico modo per lui di ottenerne uno era tornare al suo vecchio vizio. Era un ladro professionista di fama mondiale, un uomo che chiamavi quando volevi l'irraggiungibile. Andò in pensione una settimana prima di sposarsi, e tutti i soldi che aveva guadagnato si sciolsero e appassirono, a partire dal giorno in cui venne a conoscenza della malattia quasi incurabile della moglie.



Ricordava le sue morbide labbra e i suoi capelli selvaggi mentre scivolava silenziosamente attraverso gli eleganti corridoi della biblioteca. Gli ci vollero venti minuti per trovarla.



Il ladro ha rotto il vetro che racchiudeva il Codex Gigas, il manoscritto medievale…





Noto anche come la Bibbia del diavolo.

Il ladro conosceva la leggenda dal Medioevo: raccontava di un monaco che aveva infranto i suoi voti monastici ed era stato condannato a essere murato vivo. Per evitare questa dura punizione, promise di creare un libro per glorificare per sempre il monastero, includendo tutta la conoscenza umana, in un solo anno. Verso mezzanotte dell'ultima notte, si convinse di non poter completare questo compito da solo, così fece una preghiera speciale, non rivolta a Dio ma all'angelo caduto Lucifero, chiedendogli di aiutarlo a finire il libro in cambio della sua anima. Il diavolo completò il manoscritto e il monaco aggiunse l'immagine del diavolo in segno di gratitudine per il suo aiuto.

Il ladro pensò che fosse una storia di origine interessante, ma ipotizzò che il libro fosse stato scritto in molti anni, persino decenni. Sembrava enorme. Persino il nome, Codex Gigas, significava ''Grande Libro'' in latino antico. Capì che si trattava di un pezzo inestimabile di letteratura e arte medievale.

Aprì le pagine polverose dell'antico Codice: il libro era decorato con splendide illustrazioni colorate di santi e angeli.

Una pagina catturò la sua attenzione: raffigurava anche un angelo.

Uno caduto.

Gli occhi del ladro si concentrarono sulle corna rosse e sul volto verde di Lucifero: l'illustrazione sembrava quasi buffa, comica in un certo senso.

«La tua anima?» gli sussurrò una voce agghiacciante all'orecchio destro.

«Sì?» rispose il ladro con una domanda, mentre sprofondava in uno stato spaventoso, quasi incantato, di confuso oblio.

«È mio», rispose il Diavolo.