Hypermyth Chronicles: Saint Seiya

È il 44 A.C.: Giulio Cesare è morto, Roma cade nel Caos. Inizia una guerra civile da cui dipendono le sorti della Città Eterna, e quindi del Mondo. Gli Dèi non possono restare indifferenti a questa vicenda, per quanto essa sia così marcatamente “umana”, nella storia e nel modo di procedere: per la prima volta, scendono in campo senza che sia una Guerra Santa, di nascosto, per cercare di smuovere i fili del Destino, che, spaventosa novità, cadono lontano da loro. Chi riuscirà a plasmare l’assetto di Roma, potrà plasmare l’Umanità, e prosperare.
Zeus è Lungimirante: la Roma “imperiale” è quello che desidera, una singola persona che abbia nelle sue mani il Potere, che eserciti l’autorità sugli uomini come lui la esercita sugli Dei; non gli interessa che sia Ottaviano o Marco Antonio a governare, perché dal suo trono nel cielo gli uomini sono ugualmente piccoli, e le loro vite durano un istante.
Ares, tenuto sempre a freno nelle sue brutali ambizioni dagli altri Dei, è fiero del suo piano sottile: Arriverà un Fanciullo, e, forte del sangue di Romolo nelle sue vene (compito semplice per Ares, padre del fondatore di Roma), reclamerà quello che era l’antico trono del Re. Il rifondato regno si getterà all’assalto del mondo intero con una nuova sete di conquiste, e quando le fiamme della guerra bruceranno dalla Spagna alla Macedonia, dalla Bretagna all’Africa, ogni guerriero avrà il suo volto, e il Dio della Guerra vedrà finalmente la sua Vittoria.
Athena aveva osservato con preoccupazione crescente l’ascesa di Cesare, e ora vuole sfruttare quest’occasione per evitare che una cosa simile si ripeta: vuole restituire il ruolo originario alla Repubblica, e proteggere il ruolo del Popolo.
Ade ha chiaro in mente, come una nazione debba essere governata: solo i migliori, devono avere un peso; il potere deve essere nelle mani di chi lo merita, di chi è abbastanza forte da stringerlo e determinato da usarlo, un’oligarchia, fredda, salda e colma d’oro come le viscere della terra dove abita. Paradossalmente, per raggiungere questo deve salvare la Repubblica dalle mani di chi vede il mondo come il suo odiato fratello, e quindi, perseguire gli stessi obiettivi della giovane sciocca, Athena, contro cui ha sempre combattuto. Una volta che gli altri ostacoli saranno stati rimossi, però, bisognerà provvedere a dare il Potere al Senato, e metterlo in condizione di tenerlo per sé, senza dividerlo con la Plebe.
Apollo e Poseidone non si sono ancora schierati, né probabilmente lo faranno: i loro interessi non vengono toccati da questa guerra, ed entrambi preferiscono restare in seconda linea, e controllare che nessuno oltrepassi certi limiti… quelli della loro Autorità, ad esempio.
Con il disordine nelle strade, gli eserciti in marcia e i politici più attivi che mai nei palazzi del Potere, anche i Saint entrano in gioco, per assicurare al loro Signore un posto nell’Avvenire.