Montreal City

Montreal è una città diversa dalle altre, è una serpe distesa sul fiume San Lorenzo, qualcuno l’ha definita una conchiglia rigirata a metà tra la terra e il mare.

Non è solo una città dei giorni nostri, è una bambola di cera bucata da sette spilli, un racconto di luna piena in pieno giorno, in cui ogni luogo nasconde una cifra, un enigma da risolvere; una spirale di eventi in cui il destino non esiste, o impari a sopravvivere lusingando il compromesso, oppure soccombi.
Forse non si penetrano i misteri delle sue strade, dove persino i marciapiedi raccontano dell’omicidio cruento di quel vecchio senzatetto, una storia d’esilio della memoria, un caso mai risolto sul quale qualche ostinato poliziotto si arrovella da anni.

Montreal ha la mano dura e il cuore leggero per quelli che vivono nel Vecchio Porto coi i suoi disinganni di sangue e di fango, le sue compiacenze notturne, le sue piccole aurore di marcio e di sporco.
Le luci sfavillanti del Distretto Aureo, dove la colazione da Tiffany non è solo un film, fanno da contrappunto al cimitero monumentale, che ricorda anche ai ricchi l’urgenza di vivere.

Nel Quartiere a Luci Rosse le belle di notte girano nude e il motel “Cinderella” puzza di sudore e alcol; al Moulin Rouge c’è Satine bella come un dio ebbro; nella via delle lucciole ogni volto ha una storia bucata e ogni crocevia ha il gusto di un festino mancato.
Nei Suburbi il popolino si alza di buon’ora coi sogni scassati nel cuore pieno di paesi.
A piazza delle Arti i poeti hanno il malocchio. Guardano sempre dal lato sinistro e parlano della città come una stella perduta.
La sera poi il dispiacere è vorace e i bistrot schiumano i ricordi in ogni lingua.

A Montreal ci sono amori, ogni ora, ogni giorno, donne e uomini, tutti alla ricerca di una felicità d’occasione, di una gozzoviglia senza nome, di un segreto senza storia..

…di una leggenda senza statua.