Nova Lutho

Ipoteticamente situata nell’area reale del Dodecanneso di fronte alle coste dell’attuale Turchia, Lutho è sede municipale sotto la cui giurisdizione fanno riferimento le isole di Hylos, Akiro e Piros. Ad Hylos esiste un piccolo villaggio abitato da modesti pescatori locali.

La città di Lutho ha una superficie di circa 60 ettari, assimilabile quindi come estensione a città di allora come Torino, Bologna, Verona e Parigi con una popolazione presunta di circa 20/25.000 abitanti quindi classificabile per l’epoca come città di medio-grandi dimensioni.

Il municipio è governato da un questore nominato dal governatore della provincia senatoria detta “Asia” e coadiuvato da altri due triumviri eletti dalla popolazione.

L’azione si svolge nell’anno 172 DC.

"A seguito di una lunga serie di terremoti la ricca e vivace città di Luho viene abbandonata, vasti incendi apparentemente distruggono ogni cosa e solo cumuli di macerie rimangono sull'isola.
Il questore in carica, Valerio Acriter, con un pugno di altri avventurosi sopravvissuti intraprende un lungo viaggio e si stabilisce in Africa per fondare una nuova colonia. I pochi altri abitanti scampati al disastro invece si disperdono migrando altrove.


Alcuni mesi dopo il suo predecessore Claudio Cornelio Clinis, ormai ritiratosi a riposo nella natia Capua, apprende della distruzione della città e torna a Lutho per un soprallugo, verificato che la situazione non è poi così irrimediabile decide di proporre al prefetto della provincia Marco Annio Suriaco di sovvenzionarene la ricostruzione. Con qualche espediente Claudio ottiene finalmente i finanziamenti necessari e i lavori iniziano, come contropartita il prefetto pretende che Nova Lutho sia destinata a diventare la più importante base navale militare della provincia a spese delle cittadinanza, gradualmente la città riprende vita e Claudio, nominato nuovamente il suo questore, torna a riprendere il proprio posto."