Ombre sulla Sabbia

Finalmente terra!
Erano trascorse alcune settimane da quando la Rosa Blu aveva lasciato i moli di Urmlaspyr per portare il suo carico di merci dalla Sembia verso il Mare Interno (Inner Sea).
E quando sulla linea dell'orizzonte, sotto un sole rosso e liquido che da un momento all'altro sarebbe scivolato tra i flutti del mare, cominciarono a stagliarsi i tetti e le mura bianche della città di Teziir, l'entusiasmo della ciurma della nave e dei suoi passeggeri divenne palpabile.
I legni degli alberi e le corde che assicuravano le vele mugolarono come un'amante al culmine del piacere, mentre l'imbarcazione sotto la spinta del vento e delle manovre dell'equipaggio prese a virare dolcemente verso il porto di Teziir, che si faceva via via più vicino.
In mezzo alla confusione di marinai che correvano indaffarati da una parte all'altra della nave, solo quattro figure rimasero ferme, senza muovere un dito, quasi incuranti di quello che accadeva loro intorno.
Erano affacciate sul parapetto del ponte per godersi lo spettacolo del tramonto e pensare alla paga promessa da Malabar Dent, un omuncolo dai lineamenti porcini e dagli occhi acquosi, col vizio di non smettere mai di parlare fin quasi a farsi mancare il respiro col viso congestionato, e che quando restava in silenzio, era solo per contare i pezzi d'oro che gli venivano messi in mano al termine di un affare.
Malabar Dent, che ora si trovava nella stiva a verificare lo stato delle sue merci o forse in cabina a compilare chissà quale registro da presentare alle autorità portuali per assicurare il suo carico in un qualche magazzino del porto, aveva assoldato quelle persone affinchè Waukeen non gli voltasse le spalle durante il viaggio.
E ora che il viaggio stava per giungere a conclusione, si domandarono cosa avrebbero trovato a Teziir.
Forse un altro incarico su una nuova rotta? Oppure avrebbero impiegato il loro oro per altri scopi?
I marinai della Rosa Blu, quando la sera si rilassavano sul ponte tra un goccio di rhum e una partita a dadi, avevano accennato a Teziir come ad una città solare, piena di opportunità e capace di rivaleggiare nel commercio con la pericolosa Westgate.
"Certo", avevano aggiunto quegli stessi marinai sghignazzando con le loro bocche sdentate, "tutto quello che luccica alla luce del sole non sempre è oro: a volte si finisce con una lama d'acciaio nella pancia, magari di qualche sicario delle Maschere della Notte o di qualche poveraccio pronto a rubare i vostri averi pur di tirare avanti".
Presto, quei forestieri ne erano certi, l'avrebbero scoperto sulla loro pelle.
Intanto non restava loro altro che godersi quello scorcio di tramonto, mentre le ombre della sera si allungavano sulla città come le nere dita di una mano.