Tales of the lost moon

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Tales of the Lost Moon è uno shard full GdR. Ciò significa che si va ad interpretare un personaggio che ha un proprio carattere ed una propria identità, ossia si gioca un po' come registi che guidano un attore (il personaggio) a recitare una parte.

Il client supportato è solo 2D, e l'emulatore utilizzato è RunUO, che al momento ci è sembrato quello che offriva il miglior rapporto fra flessibilità e potenza nel panorama degli emulatori.


Siamo all'anno 437 dal Cataclisma come ben sapete.
Le memorie di quell'evento ormai sono perse nella memoria degli uomini.
Come persa è la luna, che da quegli anni è ancora solo un ricordo, una parola senza senso.
Gli uomini si sono moltiplicati e sono sopravvissuti a quella immensa catastrofe ed ormai conoscono la terra così com'è e non più com'era. La magia scorre ancora per queste lande desolate, le terre della luna perduta, ma non è più come un tempo, quando i potenti Sihathoriani governavano i flussi di magia.
Dopo anni ed anni qualcosa è cambiato forse? Forse le razze disperse da tempo si stanno avviando a ritrovare i fasti di un tempo? Le razze ora sono mescolate nel mondo, anche se generalmente continuano a raggrupparsi. Molti Mukunji e Wayaki sono tornati a vivere negli ambienti a loro congeniali, foreste e grandi pianure.
Molti Sihathoriani da quando, nell'anno 134 dal cataclisma, Henga Ha l'alchimista è riuscito a catalizzare nuovamente la magia grazie all'uso di sostanze naturali, i Reagenti, hanno ripreso ad isolarsi ed a studiare la magia.
Gli Avallach non hanno mai smesso di lavorare il metallo, cercando di riscoprire gli antichi segreti, ed i Thiras costruiscono il loro castelli e fortificano le città.
Nei bassifondi delle città Ladri Rodanim aspettano in agguato o in lande desolate, Necromanti evocano armate di creature morte.
Ma non tutto è come una volta. I quartieri peggiori delle città sono popolati da ladri e briganti di ogni specie e razza, e pare siano rinate gilde Rodanim di Ladri. So di un Sihathoriano che apprende dagli Avallach l'arte di piegare il metallo al proprio volere. Mukunji si trovano come guardie o capitani nelle città. Le identità d'un tempo sono perse, così come è persa la forza dei popoli di allora.
Ghalla, il mistico Rodanim, negli anni successivi al cataclisma riuscì a prevedere che, in un futuro lontanto, i popoli avrebbero riconquistato i poteri di un tempo.
"Vedo fra le nebbie del futuro" disse un giorno "vedo avvicinarsi una schiera di uomini forti, uomini venuti dal passato per rinverdire i fasti della nostra povera terra". Così raccontava davanti ai bambini che lo guardavano a bocca spalancata. "Vedo Avallach possenti scendere dalle montagne, con le loro grandi ascie in mano, Vedo i Maghi, prodigiosi, figure alte e misteriose che avanzano silenziosi, sento ancora i canti dei Wayaki alzarsi nelle praterie, intorno ai fuochi d'estate. Vedo castelli dei Thiras sorgere imponenti segnali di una civiltà che avanza. Vedo i Rodanim, razza sfuggente delle ombre, avanzare verso nuove imprese meravigliose, sento le grida dei selvaggi Mukunji, invisibili nelle loro foreste inviolabili. Tutto questo riesco a vedere, sotto la luce di una luna nuova".
Ed in questi giorni, forse, le sue parole si dimostrano più veritiere che altre. Si dice siano nati e cresciuti Sihathoriani dalle capacità straordinarie, si dice che alcuni Avallach siano tornati a forgiare armi adeguate ai loro possenti muscoli. Ho sentito di Rodanim dalle abilità straordinarie, e di Arcieri Wayaka dall'incredibile abilità. Ho conosciuto Thiras la cui maestria nelle armi è inequiparabile e mi han detto che alcune tribu Mukunji venerano alcuni bambini come semidei, tale è la loro bellezza e possenza.
Forse questi sono i giorni in cui il mondo cambierà? Questo mondo, racchiuso nelle città questo mondo assediato da mostri da così tanto tempo che pare che il mondo sia sempre stato così.
Forse è tornato il tempo dei grandi eroi su questa terra? Solo il futuro ci dirà se è così e se prima o poi, ai nostri occhi sarà dato di tornare a vedere la luna secondo la profezia di Ghalla.

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