
C’è un momento, quando si lancia un dado o si descrive la scena che prende vita nella mente, in cui la linea tra realtà e immaginazione diventa sottile.
Un percorso che unisce la passione per il gioco alla riflessione pedagogica, esplorando come la dimensione ludica possa diventare uno strumento potente di crescita personale, espressione e conoscenza di sé.
Il gioco, troppo spesso relegato all’infanzia o al semplice intrattenimento, rivela invece un profondo valore formativo. Attraverso il “fare finta che”, il giocatore sperimenta situazioni, emozioni e identità alternative, imparando a comprendere e a raccontare meglio se stesso e gli altri.
La tesi approfondisce i fondamenti teorici di autori come Huizinga e Caillois, che hanno riconosciuto nel gioco una delle forme originarie della cultura, e si concentra poi sul pensiero di Jacob Moreno, padre dello psicodramma e del role playing come metodo educativo. Da qui prende forma l’idea del gioco di ruolo come laboratorio di empatia e narrazione.
La tesi approfondisce i fondamenti teorici di autori come Huizinga e Caillois, che hanno riconosciuto nel gioco una delle forme originarie della cultura, e si concentra poi sul pensiero di Jacob Moreno, padre dello psicodramma e del role playing come metodo educativo. Da qui prende forma l’idea del gioco di ruolo come laboratorio di empatia e narrazione.
La seconda parte del lavoro entra nel vivo dell’esperienza con un progetto sperimentale realizzato presso l’I.I.S.S. “Enrico Fermi” di Arona, in collaborazione con l’Associazione “Amici del Fermi”. In questo contesto, Dungeon World diventa il palcoscenico di un viaggio collettivo: studenti e studentesse costruiscono personaggi, mondi e storie condivise, scoprendo che giocare può significare anche imparare, crescere e mettersi in ascolto.
“Ludicità e narrazione” non è solo una riflessione accademica, ma un invito a guardare al gioco con occhi nuovi: come un atto creativo, libero e profondamente umano, capace di connettere mente, emozione e relazione. Un piccolo inno al potere del gioco di ruolo come forma di educazione narrativa - e come modo, forse, per conoscersi un po’ di più.











