The Last Dawn

Il mondo, ci avvertono alcune voci autorevoli, potrebbe un giorno degenerare in una sorta di appezzamento abbandonato, dove i ratti e i corvi si daranno a vicenda la caccia fra le erbacce. Se le cose stanno davvero così, com'è accaduto che, con la nostra tanto decantata intelligenza superiore, siamo diventati una specie talmente poco portata alla sopravvivenza?

2043: "Oggi ho visto un cervo attraversare quella strada che un tempo chiamavamo Broadway. Sono ormai dieci giorni che non incontro anima viva. Lo sapevamo che la fine era inevitabile, nostro padre cercava di minimizzare, ma noi lo sapevamo. Nessuno di noi però immaginava davvero le proporzioni mastodontiche di quel disastro. Non esiste più nulla. Gli Stati Uniti d'America, l'Europa, le istituzioni, nulla. Siamo stati abbandonati a noi stessi. I pochi che ce l'hanno fatta, ovviamente. Non siamo più in superiorità numerica. E' stato un lungo, lento, inesorabile declino. Abbiamo perso, la natura ha vinto. Adesso le strade brulicano di verde. Laddove c'erano delle auto, adesso crescono degli arbusti. Quelle che chiamavamo case, ora hanno dei nuovi inquilini. Al sicuro dietro quelle mura ormai instabili e parzialmente crollate, si possono trovare i nidi di uccelli o piccoli roditori. Anche dove il vetro è ancora intatto, la pioggia e la neve continuano misteriosamente, inesorabilmente, a farsi strada sotto i davanzali. Nonostante tutto, però, esistiamo ancora. La nostra presenza è ancora viva, vivida in un pianeta che ha lentamente iniziato a riprendersi. "
Il mondo, ci avvertono alcune voci autorevoli, potrebbe un giorno degenerare in una sorta di appezzamento abbandonato, dove i ratti e i corvi si daranno a vicenda la caccia fra le erbacce. Se le cose stanno davvero così, com'è accaduto che, con la nostra tanto decantata intelligenza superiore, siamo diventati una specie talmente poco portata alla sopravvivenza?