Black Dagger Brotherhood Gdr

Caldwell, New York
«Un odore dolciastro fluttua nell'aria trasportato dal vento di primo autunno.
Sono loro e non sono lontani.
Stringo la presa sul coltello e penso a quei figli di puttana pallidi e armati fino al collo. I lessere, non morti che hanno venduto l'anima all'Omega per ammazzarci tutti.
Avanzo, non voglio smaterealizzarmi. Preferisco coglierli di sorpresa da dietro. Magari tagliando la gola ad uno e sparando a quell'altro. Per poi finirli con una bella pugnalata al cuore che non avevano.
Sorrido. Si, sarebbe stato uno sfogo interessante per una serata andata di merda.
A volte mi capita di pensare a quando ha avuto inizio tutto questo.
La Vergine scriba che ci ha creati. Noi, i vampiri, i suoi prediletti e all'Omega che così geloso ha creato i lesser come contro offensiva. Fanculo a loro e fanculo all'Omega.
Faccio un respiro profondo e contraggo i muscoli della schiena. I muscoli che ho guadagnato dalla transizione. I passaggio all'età adulta e dall'essere un guscio vuoto fino a diventare un vero maschio. Un maschio capace di prodezze. Avendo sangue da Fratello nelle vene ho la possibilità di essere utile alla razza in modo concreto. Sul campo di battaglia. Che ora come ora sono le strade notturne di Caldwell.
Questi muscoli e queste abilità che mi permettono di fare quello che faccio ogni notte. Proteggere la mia razza dall'estinzione.
Eccoli. Mi fermo.
Li guardo da dietro il muro. Uno di loro ha ancora i capelli scuri. Segno che è ancora un novellino.
Le dita mi guizzano impazienti. Stringo ancor di più la presa sul manico del coltello. Quasi rischio di romperlo tanto è la mia eccitazione.
Per la mia amata, per i miei fratelli, per la mia razza. Per la Santissima Vergine scriba mi lancio fuori dal nascondiglio e attacco.»