History repeats itself rpg

Avete sempre voluto mettervi nei panni di un personaggio storico? O magari vi siete sempre chiesti cos'accadesse nella mente di Van Gogh, di Mozart, di Alighieri? È un quesito comune, d'altronde.
E vi siete, poi, mai domandati se arriverà il giorno in cui si riuscirà a clonare l'essere umano?

Bene, il dottor Johansen ci è riuscito. Ci è riuscito e ha iniziato a clonare personaggi storici, illustri letterati, artisti dannati. Cloni – ragazzi – il cui scopo è quello di seguire le orme del proprio originale e, magari, addirittura superarlo nelle sue imprese.
Se vuoi scoprire cosa succede all'interno della St. Johansen, se vuoi vedere il clone di un personaggio storico da vicino, l'History repeats itself rpg è il posto giusto per te.


Uomini che giocano a fare gli dèi, dèi che cessano di esistere, vite che si moltiplicano, identiche, prive d'identità, spiriti inesistenti, destini già decisi, storie che si ripetono. Ci sono cose che uno non si aspetta, che pensa appartengano ad un futuro, ad un futuro di quelli lontani, remoti, irraggiungibili. Cose a cui uno non pensa, poiché certo che non avverranno – non a lui, non adesso. E se, invece, tali cose esistessero realmente?

Trondheim, Norvegia – 2016.


«Siamo qui riuniti oggi, miei cari signori, per parlare del progresso più innovativo mai ideato dalla mente umana.» Johansen, scienziato di fama mondiale e specializzato in microbiologia, inizia a parlare. La voce risuona nella sala conferenze, catturando l'attenzione di letterati da tutto il mondo. «Si è discusso a lungo sull'etica di tali esperimenti.» il silenzio cala. Sebbene tutti sappiano di cosa si tratti, fingono di non esserne a conoscenza. «Ma il nostro mondo, il nostro presente, ha bisogno delle stesse persone che sono state capaci di salvare tutti noi decenni, se non secoli, o addirittura millenni, fa.» Johansen cammina sul palco, fa cenno ad un infermiere, una porta si apre, una bambino entra.
Ha fattezze familiare, il naso adunco, gli occhi piccoli.
Sguardi confusi si rincorrono, non capiscono, chiedono, finché Johansen non proferisce nuovamente parola.
«Lasciate che vi presenti Dante.» un mezzo ghigno sul volto dell'uomo, uno sguardo incerto sul viso del bambino. «Dante Alighieri. O, per meglio dire, il suo clone.»

Finanziati a livello internazionale, gli esperimenti erano stati condotti in totale segretezza, lontani dai media e da occhi indiscreti. Serve per il paese, si mormorava tra le vie. Ci salveranno, qualcuno osava affermare. Non c'era etica, nel clonare personaggi storici e letterari per rivenderli allo Stato una volta pronti a compiere il proprio destino, ma in un certo senso la gente ci sperava, in quei ragazzi che erano d'altronde esseri a se stanti, e non la reincarnazione degli antenati. Avevano il loro dna, ma non erano loro. Avevano le loro fattezze, ma erano anime fini a se stesse, che avrebbero meritato una vita degna di qualsiasi altro essere umano.

Trondheim, Norvegia – 2096.


Nel corso di questi ottant'anni, ogni esperimento è stato, essenzialmente, vano. I cloni finivano per morire per cause incerte, o per avere difetti genetici che li portavano all'eliminazione definitiva – non possono, d'altronde, avere difetti. Devono essere impeccabili, i cloni. Perfette marionette da gioco, pronte a scontrarsi sul campo di battaglia, pronti a scrivere poemetti per far ritornare in vigore le arti.
Adesso che a capo del progetto è salito il figlio di Johansen, Ehlias, le cose cambiano.
È anche più promettente del padre, il giovane scienziato, e, assumendo un'équipe di medici ben più competenti rispetto a quelli precedenti, riesce a riprendere in mano le redini della situazione. Gli esperimenti ricominciano, i cloni nascono nuovamente, i difetti genetici si eliminano quasi del tutto.
È l'inizio di una nuova era.

Per tutelare l'istruzione dei cloni, Ehlias Johansen fa erigere una serie di strutture adibite alla loro vita ed istruzione. Una volta nati, i cloni passano la loro vita (fino al raggiungimento dell'educazione massima) all'interno di queste strutture. Dall'asilo fino al college, i giovani e promettenti artisti, storici e letterati studieranno a Trondheim, in Norvegia, poiché ritenuto un luogo ideale per permettere una pacifica maturazione agli individui.

Trondheim, Norvegia – 2116.


La prima generazione di cloni sta per avventurarsi nel mondo della vita universitaria.
Il college Johansen, progettato nei minimi dettagli per anni, è la migliore (nonché unica) opzione di studi per i cloni che, terminata quest'avventura, verranno rivenduti all'esercito o allo Stato per portare a compimento il loro destino. Alcuni – come artisti o letterati – potranno, inoltre, essere rivenduti a privati.
I cloni non sanno cosa succederà loro dopo il college, sanno solo chi sono, a chi apparteneva il loro dna e cosa dovrebbero fare.
Saranno in grado di superare le difficoltà del college, nonostante le pressioni da parte del mondo esterno e da parte della scienza?