Kengard: Creature da oltre i confini

Una magnifica terra, ricca di splendidi doni della natura, dove le stagioni si alternano armoniosamente variando da temperature non troppo gelide a non troppo torride. Un mondo pieno di bellezza, pace ed equilibrio.
La manifestazione del paradiso, dove tutti possono convivere indipendentemente dal luogo da cui provengono o dalla specie a cui appartengono.

Questa sarebbe potuta essere Kengard, o meglio questo è ciò che Kengard è stata in passato. Per anni è cresciuta come un luogo di ritrovo per tutti coloro che erano vogliosi di imparare, di scoprire o semplicemente di vivere una vita pacifica e approfondire la conoscenza di nuove culture e nuove realtà.
La presenza sia di zone urbane che di fasce selvagge fece sì che non solo elfi e umani vi si stanziassero, ma che anche creature di ogni altra specie trovassero piacevole dimora tra le foreste che coprivano buona parte dell’isola o sulle cime dei monti dell’Ossidiana d’Argento.
All’interno di Kerus, la principale città portuaria dell'isola, con il trascorrere degli anni si riunirono intellettuali e sacerdoti provenienti da ogni angolo del mondo e grazie ad alcuni di loro andarono formandosi gilde e accademie in cui potersi migliorare sia come studiosi che come guerrieri.
Inoltre i segreti racchiusi dai meandri di Kengard attiravano anche i meno curiosi, che sentendo parlare delle leggende vive nell’isola compivano immani sacrifici pur di raggiungerla e sperare di diventarne protagonisti, o anche solo di poter assistere a fenomeni di rara ed impareggiabile magnificenza, nelle spiagge di cristallo della Ginestra d'ambra o fra le magiche distese innevate della Tundra del bianco meriggio.
Tutto sarebbe stato perfetto, se Kengard non avesse iniziato a sprofondare nelle tenebre e nella Nebbia.

In molti desideravano la pace, ma altrettanti desideravano la guerra. Niente più di qualche futile scusa, per scatenare conflitti di immane crudeltà, priva di scopi o validi moventi. Ci fu chi si batté per difendere la propria libertà, chi lo fece per privarne; chi moriva per proteggere i compagni, chi per insensata brama di potere…
Gli scontri si susseguirono a lungo e in molti chiesero aiuto all’esterno dei confini dell’isola finché draghi, elfi, grifoni, umani e ogni altra specie non si fosse ritrovata a combattere, al punto di non potersi fidare più di nessuno.
Fu così che ogni individuo divenne costretto a dover considerare compagni solo i familiari e qualche amico, di cui potersi fidare ciecamente, e all’interno dell’isola finirono per formarsi tante fazioni con tanti scopi diversi e spesso conflittuali.
Qualcuno però non soffrì di questa situazione, bensì ne approfittò e fu in grado di sfruttare il caos che si era creato per i propri scopi personali.
in mezzo al panico generato dai molti esseri spregevoli bramosi di ergere la propria superiorità a discapito del prossimo, in cerca di un effimero potere, iniziarono a insediarsi ombre ben più sfuggenti e inafferrabili.
Agirono nell'oscurità, leggeri e implacabili. Lentamente iniziarono ad insinuarsi tra i vari popoli e uno dopo l’altro frantumarono i legami che li univano fino a portare ancora più scompiglio tra le genti, che si ritrovarono a combattersi anche tra simili e spesso senza capirne il motivo. Questo portò ad una nuova instabilità, e fu allora che la Nebbia Argentata si presentò come intenzionata a ristabilire l’equilibrio e la pace sulle terre di Kengard, sorgendo apparentemente dal nulla e con moventi tutt'altro che chiari.

In molti desideravano tornare al periodo di fratellanza che da sempre guidava l'armonia di Kengard, ma altrettanti erano certi che il loro scopo fosse tutt’altro che quello di far rivivere la quiete sull’isola. Chiaramente il loro tentativo venne respinto; ciò nonostante si vocifera non abbiano mai agito direttamente per uccidere, bensì per generare confusione e discordia ovunque portassero le loro mani, o zampe che fossero.
Da allora cominciarono ad agire più allo scoperto, in cerca di qualcosa che ancora resta all'oscuro dei kengardiani.
Le viscide e sinuose dita della Nebbia Argentata non riuscirono a raggiungere tutti e alcune famiglie restarono compatte e si unirono per proteggersi a vicenda, così il dolore non fu in grado di prendere del tutto il sopravvento.
Tuttavia ancora oggi la diffidenza non ha abbandonato i kengardiani e le ostilità non si sono sedate. E’ infatti possibile assistere a molti scontri intestini, per quanto generalmente la situazione sembri essersi parzialmente riappacificata.
Eppure la Nebbia continua a diffondersi fino nei meandri più remoti e oscuri di Kengard, fino nei cuori più forti e nelle anime più agguerrite.

Le creature Kengardiane e i loro simili provenienti da oltre i confini stanno cercando di impedire alle tenebre di prevalere, desiderando eliminare quel velo d’ombra che minaccia di sprofondare di nuovo Kengard nell’oblio.
L'unione non ha mai cessato di fare la forza, e la forza stessa ha unito tutti coloro che hanno avuto il coraggio di resistere, di reagire, di combattere.