Path Reversed

Era quel tempo, ove spazi infiniti di cielo - si vociferava - fossero stati costituiti per amor d'attrazione. Gravità, codesto Dio che ognuno di noi era conscio venerare a cagione di catastrofe, manifestava i suoi primi sintomi di inadempienza tra le prime albe dei mesi estivi; ogni anno, in un dintorno che il tempo compie in virata di spazi su se stesso, la forza che lega a sé gli universi giocava a maritarsi. Le tempeste fecero del loro battito ancestrale i primi spasmi di palcoscenico quando Pioggia e deserto univano le loro distanze per confondere le loro direzioni. Io vidi di quegli anni, ogni metastasi più profonda che colpì loro; dallo studio dei fenomeni, alle domande di ricerca, in quel vociferare di pensieri s'infittiva il grande peccato dei popoli. La certezza era un'amica stanca di essere osannata. Forti, mura dagli alti tendaggi, pesanti falcate di passo tamburellanti e metafisiche assunzioni molecolari; il mondo del tutto avrebbe mai combinato a se stesso una fisica differente? In cuor mio, in codesto petto che tutto vede e non ode, la parvenza d'un suffragio d'iniziativa raccoglieva a sé la consapevolezza che non esiste eternità nel Basso così come all'Alto concessa. E se ciò' che alto cominciasse a ricader senza preavviso in codeste terre.. Quale disagio, quale orrenda schiavitù costringe la mia Profezia al suo Principio primo. Era quel tempo, quel tempo in cui gli spazi infiniti che si credevano cielo mi caddero indosso e di questa storia, mai, mai ne avrei potuto ricordare epilogo peggiore di estinzione. Ditemi, ricordate anche voi questo racconto così come io lo ricordo oggi, non è forse vero, amici miei?