Giocare ad un gdr è come scrivere un romanzo

Giocare ad un gdr è come scrivere un romanzo postato il 28/08/2009 18:27:14 nel forum giochi e dintorni

Si dice sempre che giocare ad un buon gdr sia come contribuire alla stesura di un grande romanzo in cui ogni pg svolge il proprio ruolo.
Essendo completamente d'accordo con questa frase, sono anni (da quando gioco ai gdr, quasi 3) che salvo tutte le mie giocate (sarò pazzo:-D) come capitoli di un libro il cui protagonista è il mio PG, e ammetto che mi piace molto rileggerle quando non ho nulla da fare.

Arrivo al punto e vi pongo il mio quesito: esistono altri pazzi/e come me che fanno una cosa del genere? 😅


Se la risposta è no, chiamate pure la neuro 😗

quota

28/08/2009 18:30:13

Anche io sono diventato un dipendente dei gdr xD.....non ho mai provato a conservare tutte le ruolate kome fai tu.......lo sai?mi hai dato una speldida idea^^hihihihi

quota

28/08/2009 18:30:26

Decisamente non sei l'unico 😅

Scrivere i blog è un pò la stessa cosa, perchè magari nelle giocate non si possono scrivere determinate sfumature (stati d'animo, pensieri, simpatie, antipatie, blablabla) che invece il blog permette di snocciolare. Non si possono mica perdere, sono importanti anche quelle ù.ù

Ergo se qualcuno chiama la neuro per te, dovrò aggregarmi 😅

quota

28/08/2009 18:52:27

Alt: non è che tutte le mie giocate sono da Premio Nobel per la Letteratura :-D, anch'io gioco spesso per svagarmi. Però anche quelle meno "serie" sono divertenti da leggere (da soli... chiusi in una stanza... lontano dalle finestre... in modo che nessun altro le possa vedere :-D)

La mia idea è avere una semplice testimonianza scritta della vita dei miei PG, tutto qui ;-)

quota

28/08/2009 20:47:19

Uhmmm... evidentemente leggiamo romanzi di caratura differente ^^"
Se invece parliamo di scritture goliardiche a più mani allora posso convenire che possano costituire dei ricordi divertenti.

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quota

28/08/2009 21:30:49

Che le azioni dei player o le trame che essi sviluppano siano quanto più lontano ci possa essere da uno scritto di Emily Dickinson o Ken Follet, è indubbio. Però concettualmente è la stessa cosa. Un romanzo scritto a più mani, che poi sia di qualità infima o meno, è un altro discorso.



Chiamasi fare di tutta l'erba un fascio. Non che tu non abbia ragione, io stessa trovo trame decenti una volta ogni morto di papa (anche prima di abbandonare il fantasy, dove in teoria il gioco 'serio' dovrebbe esserci) ma se invece di dare questi giudizi si tentasse di migliorare, sarebbe molto meglio.

quota

28/08/2009 22:25:14 e modificato da alphard il 28/08/2009 22:26:19

Voglio considerarla una battuta 😏 Non mi sembra di aver detto che dai gdr possano uscire opere di letteratura (nonostante, come è stato detto prima, da alcuni di essi di ambientazione affascinante e con giocatori degni di tal nome possano uscire fuori certe volte delle belle giocate-racconti), ma solo che uso salvare le mie giocate per potere avere un resoconto della "vita" dei miei PG. Chiamalo pure attaccamento ai personaggi che interpreto...

PS: Voglio tranquillizzarti, credo che non ti capiterà mai di trovare su uno scaffale in libreria "Le meravigliose avventure di Pinco Pallino" tratto dal grd "xxx" accanto a "Pride and Prejudice" di Jane Austen :-D

quota

29/08/2009 10:23:25

Hahaha no, io mi limito a conservare le mie giocate, non gli avatar o le schede dei PG con cui interagisco :-D

quota

29/08/2009 23:52:27

Cielo, spero vivamente di no.

Scherzi a parte, un racconto è una faccenda: deve tenere un ritmo specifico, una metrica ben definita, una scorrevolezza di un certo tipo. Il gioco di ruolo non è solo scrivere. Quando il pbc è iniziato, si scriveva per giocare. Oggi mi pare che principalmente si giochi per scrivere, il che ha cambiato sostanzialmente le priorità nel fare gdr pbc. Che è uno dei tanti motivi per le acque in cui si galleggia...

quota

30/08/2009 10:40:13

Anche io salvo le mie giocate. Ce ne sono certe particolari che ogni tanto mi vado a rileggere. Ne parlavo proprio ieri con amici, per me una giocata ben fatta a livello emotivo suscita la stessa reazione di un libro o un film.

Quanto al giocare per scrivere o scrivere per giocare... Per me le due cose non sono scindibili. Uno gioca scrivendo e scrive giocando, ogni PG mette del suo nel grande libro ma quel che più conta è la trama.

Si può benissimo giocare bene scrivendo bene. Non è che una cosa esclude l'altra come temo di aver capito da qualche post precedente.

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quota

30/08/2009 11:55:56

E' proprio questo il problema. Le cose non sono scindibili, ma la posizione in cui le si mette nella frase ne determina la priorità. Spesso non ci se ne rende conto, ma non diamo alle due parole lo stesso peso nel nostro gioco. Ci sono giocatori disposti a sacrificare parzialmente il proprio stile, la caratterizzazione del proprio personaggio e il proprio metodo di scrittura pur di permettere alla trama di svolgersi, ma sono una minoranza quasi ridicola. E per trama, non parlo di ambientazione, ne di relazione tra personaggi. Parlo della situazione da cui uscire, dell'indagine da svolgere, del problema da risolvere, più genericamente della quest in cui siamo inseriti. Questo è scrivere per giocare.

Il problema è che i giocatori spesso sono disposti ad intere turnate a vuoto (turnata a vuoto = turnata in cui la trama in corso non ha sostanziali passi in avanti = turnata inutile ai fini della quest) pur di non sacrificare le caratteristiche (timidezza, negligenza, coraggio, inettitudine, ecc) del loro personaggio, oppure per mantenere il loro stile di scrittura e il loro metodo. Questo è giocare per scrivere.

Ricordiamoci che la "caratterizzazione a tutti i costi" e "l'azione romanzata" spesso sono ostacoli alla normale scorrevolezza del gioco. E ci fa fare le tre di notte.

quota

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