PEGI, P.E.L. ed un'idea postato il 27/11/2009 11:33:21 nel forum leggi e legalità
Stavo leggendo il contratto del PEGI Online, assaporando seriamente l'idea di allineare al loro sistema di garanzia Dreamalot. Diciamo che i simpatici 1.000 € all'anno richiesti per l'iscrizione mi hanno tolto la fantasia :P
Dunque mi viene in mente... perchè non serializzate voi (serializziamo noi?), proprio dal PeL, un sistema di classificazione dei PbC con tanto di simpatiche iconcine dei content (gioco violento, stanze private, riferimenti al sesso, etc...) ed ai limiti d'età consigliati (12+ 16+ 18+...)?
In fondo, potrebbe essere un metro di paragone più valido del "linguaggio" stesso della PEGI, venendo estrapolato direttamente da un contesto (il PbC) che nel PEGI è completamente assente :)
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27/11/2009 11:38:38
C'era un vecchio topic che parlava di fare delle icone simili a quelle del pegi per far eun autocertificazione dei contenuti del gdr, anche per evitare l'uso non autorizzato delle immagini dei pegi. Appena lo ritrovo linko la discussione
27/11/2009 11:40:59
C'è un sistema simile a quello PEGI gratuito.
Cerca nel forum, è già stato implementato anche da 1 o 2 land.
27/11/2009 11:55:17
Uno dei topic è questo: https://www.gdr-online.com/readforum.asp?id=87824 ma da una risposta di gemini mi sembrava di aver capito che la versione gratuita dell'ICRA non è altro che una autocertificazione mentre quella verificata da loro costa, o qualcosa di simile. quoto il post completo in caso qualcuno abbia amgigori informazioni:
27/11/2009 17:12:49
Il P.E.L. non si qualifica però come ente certificatore, bensì è un progetto ad iniziativa privata ed adesione volontaria che mira all'educazione del rispetto delle normative di legge e di altri parametri per la tutela del gestore e di chi usufruisce del suo sito.
Bisognerebbe sapere cosa ne pensa gemini, anche perché presumo che per sostenere un'evoluzione simile servano più collaboratori e non lo sparuto gruppo di cui attualmente lui si appoggia.
Allo stesso tempo da parte mia non ne vedo la necessità.
27/11/2009 19:47:38
Per certificare bisogna essere prima certificati da qualcuno che abbia titolo a farlo.
In poche parole, per certificare un gioco bisogna avere dei titoli che non abbiamo; potremmo sviluppare un iter di certificazione, accreditarci e poi agire a pieno titolo, ma l'impegno, i costi e il ritorno sarebbero decisamente sproporzionati rispetto a quello che ci si è proposti di fare finora, imho.
15/12/2009 01:24:20 e modificato da ghennadi72 il 15/12/2009 08:12:22
Del sistema PEGI (ed in particolare della sua estensione PEGI-Online) ci sono alcuni aspetti che varrebbe la pena di riprendere.
L'UE ha individuato nel sistema PEGI (e PEGI online) lo standard di riferimento per la classificazione (e informazione nei confronti dell'utente finale, genitori dei minorenni in primis) dei videogiochi e dei giochi online.
Significa che, esattamente come per altre bazzecole tipo la regolamentazione dei servizi energetici, i sistemi di classificazione nazionali dei paesi membri dovranno armonizzarsi agli stessi criteri.
Non so se é chiara la portata di questa cosa, che va ben oltre la fruibilità o meno delle icone col logo del sistema PEGI: riguarda direttamente il quadro normativo e classificatorio di riferimento, in particolare sul COME CONSIDERARE una land play-by-chat, se un sito fornitore di contenuti o un servizio videoludico multiplayer.
Eh sì, perchè il discorso cambia parecchio in un caso e nell'altro.
Perchè se vendo un dvd porno (VM18) a un minorenne sono cazzi miei, ma se un genitore lascia che il figlio di 3 anni giochi col piccolo chimico (gioco INADATTO ai minori di 12 anni) nonostante i disclaimer INFORMATIVI e il figlio di 3 anni si ingoia un barattolo di solfato di ferro, sono cazzi del genitore, non del produttore del piccolo chimico, e tantomeno del negoziante che l'ha venduto.
E' interessante, in particolare, il fatto che l'estensione PEGI-Online contempli esplicitamente i browser game e i mmorpg tra i giochi oggetto di classificazione: secondo il principio dell'analogia con la normativa più assimilabile, laddove nessuno in sede di UE si é preso la briga di definire cosa sia un "play by chat", mi appare abbastanza evidente che tutte le land qui a sinistra sono considerabili, a seconda dei casi, dei mmorpg e/o dei browsergame.
In sostanza, perché l'aspetto videoludico é nettamente prevalente rispetto alla componente "informativa" del sito, che il più delle volte si limita alla fornitura di "contenuti" quali regole, tratti di ambientazione e regolamenti di moderazione, al pari di un manuale di Monopoli o di Risiko. Ma non é che la presenza di un manuale stampato all'interno della scatola trasforma Monopoli o Risiko in prodotti letterari.
Tradotto... se nella mia land due PG trombano il mio non é un sito che fornisce contenuti porno: é un browsergame nel quale due personaggi virtuali fanno FIKI FIKI come i Sims (gioco classificato dal PEGI come 7+ o 12+, a seconda delle espansioni).
Se nella mia land due personaggi si massacrano di botte in fascia protetta, il mio non é un sito che fornisce contenuti informativi violenti, é un browsergame nel quale due personaggi virtuali se le suonano come in un MMORPG (la maggior parte classificati 12+, pochi 16+ e solo Age of Conan classificato come 18+) o come in un "picchiaduro" in cui i personaggi si spappolano a cazzotti spargendo sangue dappertutto, col PEGI che li classifica 12+ o al massimo 16+ (e vorrei vedere, se classificassero i beat'em up come 18+ X-Box, Wii e PS-* vedrebbero drasticamente ridotto il loro mercato) .
Su questa linea di ragionamento, se andiamo a vedere cosa prescrivono i criteri di classificazione PEGI-Online, scopriamo parecchie cose interessanti per coloro che finora hanno avuto l'angoscia del punto 9 del PEL (tutela dei minori).
Scopriamo tra l'altro che la fomula usata dal PEGI usa PRECISAMENTE la tanto esecrata formula "gioco INADATTO ai minori di"... in luogo della più severa formula prescritta dal PEL ("gioco VIETATO ai minori di...").
Ora quali conclusioni se ne possano trarre, considerato che il sistema PEGI é già utilizzato da ANNI in Italia e che solo l'anno scorso su questa stessa questione mi era stato risposto che il PEGI non era una classificazione adatta ai PbC, lo lascio ad altri.
Con buona pace dei gestori vissuti finora nel terrore di essere additati come biechi profittatori che usano "disclaimer-esca", mentre il sistema di certificazione riconosciuto come standard dall'Unione Europea utilizza quella stessa formula da anni sulle confezioni di tutti i videogiochi venduti in Italia.
Però é confortante sapere che quantomeno, anche se non posso prendere a ufo le icone del sistema PEGI, posso applicare pari pari le stesse valutazioni, nel decidere a chi sconsigliare/vietare il gioco sulla mia land.
Avendo di conforto il fatto che quei criteri sono riconosciuti come validi e come standard di riferimento dall'Unione Europea, che per una volta tanto ne fa una giusta e mi considera un browsergame o tutt'al più un mmorpg, non un sito che offre contenuti, più o meno discutibili, come può esserlo un portale fotografico o letterario.
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