guida descrittiva

21/03/2018 08:44:00 e modificato da ghennadi72 il 21/03/2018 08:59:05

Capisco benissimo quello che intendi ma perlomeno nel descrittivo ci sono elementi che é bene specificare proprio per la necessità che l'interazione (quindi anche la risposta di chi viene attaccato) non sia viziata da presupposti errati o da una erratta raffigurazione mentale di quello che sta accadendo.

Senza offesa, temo che la descrizione che hai suggerito sia figlia della mentalità e dell'approccio al gioco di chi non si attende che sia un giocatore umano a dover immaginare l'azione e determinare l'esito perchè l'esito viene fornito in altro modo (dado, automatismo eccetera).

Ricordando che in questo caso l'autore del thread parla di un descrittivo, presumibilmente free, l'azione manca di un elemento che non è secondario. La direzione del colpo.

Può sembrare una sciocchezza ma sia nel caso in cui l'esito deve essere fornito immediatamente, prima dell'azione di risposta del decapitando, e tantopiù se un master deve fornire l'esito dopo aver visto anche l'azione di risposta del decapitando (ad esempio valutando la sua difesa), sapere da dove arriva l'attacco non è secondario: nè per il giocatore che deve rispondere e quindi deve essere in grado di capire anzitutto da cosa si deve difendere nè per il master chiamato eventualmente a valutare anche l'efficacia della difesa.

L'unica cosa desumibile è che quasi certamente nell'azione di cui sopra il colpo non è sferrato di punta visto che difficilmente si può tentare di staccare una testa con un colpo di punta. E, sempre presumibilmente, se il tizio non sta impugnando una spada laser o una katana high tech, sta anche sferrando il colpo con una certa violenza altrimenti difficilmente potrebbe dichiarare un colpo che mira a tagliare di netto carne, muscoli, tendini e colonna vertebrale.

Ma arriva da destra o da sinistra? In orizzontale o in diagonale? Se diagonale, a salire o a scendere? L'avversario è destro o mancino, quindi ha sferrato un colpo con incrocio del braccio davanti al corpo o un semplice colpo di chiusura dall'esterno all'interno sullo stesso lato in cui la spada è impugnata? Il colpo con quanta forza viene sferrato, a fini della mia possibile reazione?

Mi rendo conto che se ci si attende che l'esito sia fornito da un dado questi elementi vengono percepiti come inutili tecnicismi o dettagli sovrabbondanti.

Ma in un descrittivo sono essenziali sia al giocatore che interagisce e deve decidere come rispondere all'azione che all'eventuale master chiamato a dare un esito a quell'interazione.

scansandosi? passo indietro? di lato? se mi scanso su che lato sono e posso eventualmente contrattaccare o perdo il turno? alzo la spada per intercettare? o per cercare di deviare? è più pratico alzare usare lo scudo? posso usare lo scudo per cercare di deviare il colpo e cercare di aprire l'a difesa avversaria o posso usarlo solo per bloccare l'impatto?

Non sapere da dove arriva il colpo e con quale intensità e che tipo di movimento è stato utilizzato priva l'altro giocatore di elementi essenziali nel capire da cosa deve difendersi e lo costringe a giocare alla cieca la sua risposta (per non parlare dell'eventuale master al quale mancano gli elementi per valutare anche l'eventuale difesa dell'avversario).

Cosa che ovviamente in un gioco con esito determinato da un dado/automatismo è ininfluente, in un descrittivo basato su decisione umana e valutazione dell'azione invece è essenziale.

Una volta che tu aggiungi alla tua azione gli elementi mancanti, quello che ottieni é un'azione relativamente completa ed essenziale che contiene oltre alla descrizione del senso del tentativo (cercare di decapitare l'avversario o comunque colpirlo al collo) anche la direzione/traiettoria impressa al colpo e il lato da cui viene sferrato e possibilmente che tipo di forza viene impiegata (da cui è desumibile un maggiore o minore sbilanciamento).

E una volta completata degli elementi mancanti, quella che ottieni è nuovamente una descrizione sintetizzabile da una convenzione (vedi azione #2 di Bjorn Borg).

Parliamo in genere di un numero di termini convenzionali che si aggira attorno alla decina di parole e che possono riassumere valanghe di righe di descrizione minuziosa che il più delle volte sono davvero quelle a trasformare i giochi descrittivi in gare alla descrizione più sovrabbondante possibile (con rischio di uso a random di elementi che ostacolano la comprensione anzichè favorirne la comprensione).

Davvero è così complicato, se hai scelto un gioco descrittivo?

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quota

21/03/2018 11:20:47

a mio parere l'autore del tread visto che trova difficoltà ad esprimersi in toni inutilmente prolissi ecc ecc, deve laciar perdere le land descrittive. Non perchè è lui in difetto semplicemente non trova divertimento in quei luoghi. Succede

quota

21/03/2018 11:59:35

Detta così ha senso, ma a livello pratico... io rifuggo i gdr dove devo usare la guida dei colpi per usare il termine corretto od in cui devo dettagliare il peso della spada in base alla ruggine che c'è sopra per sapere il mio esito.
Mi spiace, ma non lo vedo descrittivo.
Una volta lessi un libro di Dan Brown di cui manco ricordo il titolo in cui ad un certo punto i protagonisti prendevano una microcamera drone per spiare una base NASA. C'erano tre pagine di spiegazione tecnica per spiegare esattamente il funzionamento del drone e poi in un paragrato il drone entrava nella base NASA e veniva scoperto, quindi lo mollavano al volo e scappavano.
A me, personalmente, interessa che la lettura di un libro sia fluida, non tecnica... e lo stesso mi aspetto da un gdr.
Se un pg medico opera il mio pg, non mi aspetto che il giocatore studio cardiologia e descriva minuziosamente l'intervento perché "altrimenti non si sa se è considerabile come andato bene" ed allo stesso modo non mi aspetto la minuziosa descrizione del colpo portato con la spada.
Mi aspetto di sapere esattamente da dove arriva il colpo e dove è diretto... tutto il resto, per il mio gusto, è tropo.
Una azione che dice: "Tizio sposta il peso del corpo divaricando un poco le gambe per avere un buon equilibrio mentre alza la spada per vibrare un colpo dall'alto verso il basso tentando di colpire Caio alla spalla destra di taglio"
So che Tizio ha pensato a chiarire che sta attento all'equilibrio, mi ha detto che tenta di colpirmi dall'alto fino alla spalla destra del mio pg e che lo fa con il taglio della spada.
Non ho voglia di studiare cardiochirurgia per fare il pg medico, di studiare legge statunitense per leggere un libro di Grisham o di studiare scherma medievale per fare un pg guerriero... voglio capire le cose che leggo e leggere con piacere.

Poi... se io pg guerriero amo usare gli sgualembri e combatto con un pg guerriero che ama i tramazzoni, va benissimo che tar loro giochino ciò che ad entrambi piace e facciano e possano fare i loro bei duelli a montante ridoppiato.
Ma nel momento in cui io che "per non complicarmi la vita" mi scelgo di fare il pg mercante e mi trovo davanti il guerriero, mi aspetto che il guerriero si adatti a descrivermi cosa è uno sgualembro e non pretenda che vada a studiarmelo io.
Sembra un discorso pigro, forse lo è, ma di base amo un concetto importato dal giornalismo "Se non sai scrivere una cosa in maniera che possa capirti un contadino analfabeta ed un fisico nucleare, allora non la pubblicare" (non la rispetta più nessun giornale, ok, ma la amo lo stesso XD)

quota

21/03/2018 12:00:30

Ma il regolamento cosa dice? Nel senso, lì dovrebbe essere spiegato qual è un'azione corretta per quel gioco. Perché appunto ogni gioco potrebbe dare interpretazioni diverse.



Sicuramente, infatti dicevo che poi ogni "stile" è più efficace in base al sistema di gioco che si sceglie. In un descrittivo non sarebbe mai corretta un'azione del genere 😄.


Se lo chiedi a me, più che complicato (e un po' lo è), mi annoia. Ma infatti non sceglierei un descrittivo, seppure prefirei il tuo secondo esempio rispetto al primo.

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quota

22/03/2018 02:18:37 e modificato da ghennadi72 il 22/03/2018 02:19:59

Non direi che è una questione di stile quanto di elementi che nel descrittivo servono, perchè si fondano (o almeno dovrebbero) sulla capacità di raffigurarsi una circostanza e permettere agli altri che interagiscono con noi di immaginarsela in modo possibilmente altrettanto preciso. O il dimenticarsi di definire il punteggio soglia del test.

Non identico perché è impossibile, ma almeno sui fattori essenziali ai fini dell'efficacia di un'azione.

L'incompletezza di cui sopra influisce, per andare su sistemi di gioco ai quali sei più addentro, più o meno allo stesso modo in cui influisce l'assenza di modificatori in un gioco diced. O lo scordarsi di specificare se devi tirare dadi da 6 o da 20 facce per raggiungere il punteggio soglia desiderato.

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quota

22/03/2018 08:45:51 e modificato da ghennadi72 il 22/03/2018 08:48:25

Totalmente corretto, dal punto di vista del giocatore, perchè significa che il giocatore ha capito quello che sta facendo e lo ha espresso in modo chiaro e sintetico.

Il problema a mio modo di vedere, nei descrittivi liberi, è regolamentare e (nel caso ad esempio dell'arma da fuoco o di un caccia) di sistema, nel modo in cui vengono o non vengono gestiti gli oggetti.

Ciò che purtroppo lascia aperta la porta ai bizantinismi descrittivi è proprio il rifiuto (o la disattenzione) nel fornire al giocatore delle convenzioni chiare su ciò che un'azione deve contenere per essere considerata valida.

La stessa bufala che nei giochi descrittivi l'esito dipenda dalla "bellezza della descrizione" è figlia della mancanza di convenzioni e del fatto che il giocatore sia lasciato del tutto a sè stesso nella ricerca di quegli elementi o, peggio incoraggiato a derivarli da materiale esterno alla documentazione di gioco; o da documentazione di gioco presa e copincollata senza alcun filtro o rielaborazione dal flos duellatorum, piuttosto che dal sito della federazione locale di Aikido o da un manuale tecnico di volo della USAF, senza nemmeno lo sforzo di sintetizzare quello che serve al giocatore ai fini della validità dell'azione nel sistema di gioco che sta usando e della comprensibilità di quello che scrive.


O con uno scutum e un gladio romano. Sfondi una porta aperta. Quello che penso in merito l'ho già scritto nel thread sul boccoliere.


Vale quanto sopra, infatti, steso discorso. Poi sul discorso "ogni maluale che" non ci entro, per non fare pubblicità :D

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quota

22/03/2018 11:53:18

Sì con "stile" voleo riassumere questo ma hai detto meglio tu ;-).

Domanda: in un gioco dicless dove sono presenti parametri, questi possono permettere di evitare descrizioni infinite e sgualembri senza che il sistema di gioco ne risenta? Oppure come dici ogni sistema descrittivo richiede una delle due soluzioni?

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quota

23/03/2018 20:04:05 e modificato da ghennadi72 il 23/03/2018 20:24:35

Parametri e gestione dettagliata degli oggetti possono indubbiamente scaricare il giocatore dalla necessità di infarcire l'azione di dettagli necessari alla "validità" dell'azione che possono essere spostati dal descrittivo a qualcosa di più certo e concreto.

Per me si può benissimo ricorrere a descrizioni sintetiche senza ricorso a termini convenzionali, se hai un'utenza abbastanza "disciplinata" e stimolata ad agire in tal senso (e supportata da una documentazione che evita che il giocatore debba andarsi a cercare quello che gli serve altrove, con nessuna garanzia sull'affidabilità delle fonti che va a consultare o della loro applicabilità nel gioco al quale sta giocando).

I problemi in ngenere nascono quando il giocatore non avendo chiaro quello che sta facendo e non essendogli stato dato alcun riferimento se non "leggiti il flos duellatorum" o "leggiti la scheda tecnica dell'F-117" fa da sè andando a cercare esternamente al gioco sintesi, bigini, bigini dei bigini di quarta mano e quant'altro.

Già basta che giochi in una land ambientata in periodo romano repubblicano o romano imperiale e con uno scutum e un gladio in mano, sai cosa ci fai col flos duellatorum, cappa & spada e i trattati di scherma rinascimentale? 10 piani di morbidezza, ecco cosa ci fai.
Eppure sono spesso suggeriti come base anche quando non c'entrano un tubo

Però un affondo resta un affondo, un roverso resta un roverso, eccetera, che tu abbia in mano un gladio, una bastarda, una scimitarra o una spada da lato, perchè le direzioni di attacco quelle sono e quel che cambia è solo il modo di usarle.

A mio parere nel desscrittivo devi metterti nell'ordine di idee che la tua descrizione deve dare all'altro (o al master) tutto quello che gli serve per decifrare facilmente e con immediatezza - e più precisione possibile - quello che stai facendo.

Se un sistema ci riesce senza ricorrere a termini convenzionali, tanto meglio. Quella che contestavo io era la fobia per principio nei confronti dei termini convenzionali di un tipo di gioco che si è scelto di fare.

La posso capire - nel caso tipico della spada - perchè essendo termini desueti nel linguaggio quotidiano, spesso vengono immediatamente associati all'odiato "barocchese" che qualcuno ancora si ostina a spacciare come "buon descrittivo", costringendo i giocatori a scrivere allo stesso modo in cui parlava Brancaleone da Norcia.

Ma se riusciamo a epurare il discorso dall'odiato "barocchese", ci vuol poco ad accorgersi che quella decina di termini non sono nè più difficili nè ostici dei termini con cui chiami i colpi del tennis, con cui distingui un montante da un gancio, da un diretto nella boxe, e via dicendo.

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quota

23/03/2018 20:24:48

Capito grazie ;-)

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quota

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