Bullismo

14/10/2007 12:03:56

Zaccagnini ti posso assicurare che Akabard voleva scherzarci su...

Su su... non andiamo a manipolare i pensieri personali per due scritte..:P

quota

14/10/2007 13:59:45

Sono rimasto sufficientemente scioccato nel leggere i commenti di qualcuno su questo tema, tanto che inizialmente non o avuto nemmeno la forza per mettere a mia volta un post.

Che il fenomeno del bullismo non sia una “invenzione” o “degenerazione” degli ultimi anni sono pienamente d’accordo, che i mass – media siano in effetti indifferenti al problema e lo sfruttino solo per fare notizia con falsi moralismi anche, ma francamente non posso certo trovarmi d’accordo con chi lo ignora o addirittura lo giustifica più o meno indirettamente.

(e voglia raz scusarmi se cito solo lui, quando da citare ce ne sarebbero molti altri)
È vero che spesso la vita ti mette alla prova e se non sei “abbastanza forte” sono cosiddetti “cavoli tuoi” ma ciò assolutamente non giustifica certi atteggiamenti – comportamenti, sia chiaro. Una persona deve essere libera di potere vivere la sua esistenza senza paura di essere costantemente vittima della stupidità altrui, è vero: questa è una considerazione su una situazione ideale ed idilliaca, tuttavia prendere atto della situazione attuale ed accettarla con così tanta apparente passività non cambierà mai le cose.

Il bullismo che più o chi meno lo viviamo tutti, come esperienza personale o meno; qualcuno a suo tempo ci provò anche con me, scelta non molto saggia a mio avviso. La battaglia io l’ho vinta senza mai mettere le mani addosso a nessuno (cosa che probabilmente ora farei se ricapitasse o se capitasse ad un mio amico, anche se non vado molto orgoglioso nel dire ciò) ma non tutti ci riescono (per abilità, fermezza o fortuna che sia). Selezione naturale? Che nessuno porvi a sostenerlo, siamo uomini non bestie, maledizione. Solitamente rido in faccia a chi sostiene che gli animali sono superiori agli uomini (si lo so, per questo commento mi tirerò addosso le ire di molti, ma vi scongiuro di leggere tra e righe e di non fare i caproni), non abbiamo noi la facoltà di pensiero? Non abbiamo il libero arbitrio? In migliaia di anni di evoluzione non dovremmo essere riusciti a svincolati dagli istinti primordiali? Allora dimostriamolo maledizione; sappiamo parlare? Sappiamo ragionare? Sappiamo capire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Ed allora facciamolo. Odio chi se la prende con quelli che ritiene più deboli (con che scala di giudizio poi), odio chi si accanisce su persone che non possono o non vogliono reagire, odio ogni stupido decerebrato che si vanta delle sue angherie con gli amici e di certo digerisco poco chi poi reagisce applicando con la legge del taglione (anche se ammetto che ora come ora potrei essere il primo ad agire così).

In fondo a tutto c’è fondamentalmente un problema di educazione, ci ritroviamo in una società dove se non si mostra sufficiente forza si rischia di essere schiacciati, dove sono alcuni stessi genitori a giustificare i figli quando commettono delle angherie, dove le persone formano branchi a modello di popolazione barbarica nei quali l’unica legge che conta è quella del branco. Bene, anzi male, sarà così ma io non ci sto.
Prendetemi per stupido e cretino se volete, ma non accetterò mai un modo di pensare che incoraggia, giustifica o prende passivamente atto di certi atteggiamenti.

Scriverei la mia speranza di non avere offeso nessuno o di non essere frainteso, ma sinceramente non mi interessa.

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quota

23/10/2007 19:17:07

Come ho detto, ho usato esempi forti per far passare un concetto :)

Ripeto: uno scherzo è uno scherzo. Abusi ripetuti sono abusi ripetuti. Se non si è in grado di capire la differenza... allora è grave.
Vero che la differenza è sottile. Ci si può insultare benevolmente e ciò non implica un "abuso". Si può giocare a gavettoni, e ciò non implica un abuso. Se tuttavia gli insulti sono ripetuti, continui e pesanti, tali da far male, allora è diverso. Se il gavettone è alle ore 8.15 di mattina ed il suddetto compagno deve fare tutto il giorno di scuola bagnato fradicio dinnanzi a tutti, venendo nel frattempo preso in giro e ridicolizzato dinnanzi a tutta la scuola, allora è diverso.

Spero di essermi fatta capire :)

quota

23/10/2007 21:13:18

Francamente trovo patetico chi abbia riesumato atti di bullismo perpetrati nel proprio passato, vantandosene pure. Se ero io quello del compito di spaccavo la testa: se io ho studiato e so più di te non è che sono pure in obbligo a farti copiare; semmai lo faccio per farti un piacere.

Concludendo questa parentesi credo che alcuni abbiano frainteso il messaggio che Nib voleva dare. Nessuno giustifica atti di bullismo; alcuni sono decisamente più scherzose e meno pesanti di altri, ma questa non può e non deve essere una scusante. Ed è giusto che sia così.

Ma ora i mass media gridano allo scalpore per ogni piccolo fatto, come se il bullismo fosse un problema del XXI° secolo, quando già ai tempi dei nostri nonni, e forse prima, si assistevano sommariamente alle stesse scene: risse per affermarsi, palpeggiamenti, prese in giro verso chi viene etichettato come "sfigato" del gruppo, etc.

Ed il problema maggiore è che i genitori, che dovrebbero impartire l'esempio, sono i primi a difendere a spada tratta i figli, anche dinnanzi a casi di lampante torto. Ovviamente il figlio si sente giustificato e non ci si può poi meravigliare se le conseguenze sono il ripertersi della medesima forma di bullismo.
Ma il problema risiede spesso anche nella situazione famigliare alle spalle dei bambini o dei ragazzi. Sono tre estati che lavoro come animatore presso i centri estivi del mio Comune; quest'anno un bambino di seconda elementare, alquanto vivace, ha lanciato intenzionalmente un sasso contro un altro bambino più grande, ferenolo al volto (tre bei punticini sulla fronte :P). La madre ha reagito con una semplice scrollata di spalla, non si è scusata con i genitori del figlio che ha subito la piccola lesione e per giunta a momenti ha fatto passare noi dalla parte del torto, quasi gli avessi consegnato io il sasso e l'avessi intimato a lanciarlo. Questa è la nuova società.

quota

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