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All'inizio del tempo solo dodici entità rappresentavano l'esistenza, ed esse erano divinità. I loro nomi erano Theghenna, Alipos, Damar, Jagulon, Ganon, Rathar, Venone, Yeralla, Kyrere, Jefisto, Nikemonos, Lejis. Questi dei erano spesso in continua guerra per il potere, ma grazie a Theghenna, madre di tutti gli dei e dea della creazione, e Alipos, loro padre e dio della trama, e quindi del potere concesso ai suoi figli, le cose regnavano in tranquillità. L'unica divinità disinteressata all'essere la più potente era Venone, la dea della divinazione, che altro non faceva se non intessere e regolare il destino. Lei poteva predire il futuro, ma i suoi poteri erano assai limitati: se avesse svelato il proprio destino ad una divinità sarebbe morta. Venne il giorno che i figli, assetati di potere e giustizia, o accecati dalle parole di coloro che promettevano questi come doni, decisero di cospirare contro il padre, e di tentare di ucciderlo. Chiaramente Venone vide nella sua tela cosa volevano fare i fratelli, e piena d'amore verso suo padre gli svelò il suo destino:"Un tuo erede ti squarcierà il ventre". Non riuscì ad aggiungere altro, che perse i sensi. Alipos, rattristato dalla perdita della figlia, e preoccupato per la sua mortale predizione, decise di privare il potere divino ai suoi figli e di ucciderli, uno ad uno: Jefisto, Nikemonos, Lejis, Rathar, Jagulon e Damar. Theghenna però non poteva sopportare un'altra perdita di un suo figlio, così riconsegnò a Ganon, Yeralla e Kyrere il loro potere. Ganon lanciò ogni protezione conosiuta su sua sorella, mentre Yeralla la fortificò, ma entrambi finirono il loro potere per concedere un'unica possibilità a Kyrere. Alipos tolse la vita ad entrambi. Giunto alla volta di kyrere tentò di sferrarle un colpo, ma tutte le protezioni del fratello abiuratore avevano fatto si che ella resistette al colpo. Fu ora sua volta sferrare il colpo più potente che avesse a disposizione. Riuscì ad uccidere il padre, che morì in una fragorosa esplosione, che investì tutti i corpi dei figli, assorbendoli nella nube di particelle. Purtroppo il colpo dell'invocatrice prosciugò le sue energie, e venne investita ed uccisa dall'esplosione del padre. Theghenna in lacrime tentò di salvare ciò che era rimasto dei suoi cari, e con le sue dodici braccia fermò l'esplosione e plasmò dodici Universi. Dieci rispecchiavano ognuno dei suoi figli, mentre gli altri due erano plasmati dalle particelle di Alipos; se avesse creato un unico Universo dal suo consorte avrebbe concentrato troppo potere in poco spazio ed esso avrebbe cessato d'esistere; lo stesso accadrebbe se questi due Universi fossero distaccati, così la creatrice dalle dodici braccia decise di mescolare i due Universi, e di staccare in una piccola porzione la parte più possente. Theghenna affranta ancora piange, e piangerà per l'eternità, per la perdita dei suoi cari, e le sue lacrime caderono ed unirono il Multiverso, formando così il plasma. Ancora oggi cadono e continuano a creare e ad allargare il nostro Multivarso. Ora nuove forme di vita popolano il Multiverso, capaci di trarre potere dalle particelle delle divinità, ognuno in modo differente, ma loro non possono comprendere quale potere abbiano a disposizione.