Les Ombres de Bruges

- PREMESSA -
Les Ombres de Bruges si propone come un gdr gotico-moderno, attraverso un intreccio di elementi ("presenze", società segrete, omicidi e fatti inspiegabili razionalmente) che sconvolgono la vita degli abitanti di questa piccola città del Belgio. Una città fitta di misteri, in cui la nebbia gioca un ruolo fondamentale e apre la porta su scenari non appartenenti alla realtà. Bruges è una città d'arte, la Venezia del Nord, una meta turistica, in cui il passato e il presente si fondono per dare vita ad un'atmosfera sospesa nel tempo.


- AMBIENTAZIONE -
Capoluogo e centro maggiore delle Fiandre occidentali, città fortemente votata al turismo grazie al suo centro storico medievale sfuggito alle insidie di guerre e incendi e perfettamente preservato fino a diventare patrimonio dell'UNESCO, Bruges potrebbe essere niente di più di una località perfettamente calata nella tranquilla realtà dell'Europa centro-settentrionale.
In realtà, senza che i turisti e i suoi stessi cittadini ne siano consapevoli, Bruges nasconde oscuri segreti dietro la sua facciata di meta turistica e di città in grado di sedurre col suo cioccolato artigianale.
Negli ambienti di un circolo esclusivo, le personalità più in vista del capoluogo governano la città, muovono l'economia locale e concedono privilegi alle loro persone di fiducia, rendendo di fatto il governo cittadino un insieme di marionette che questa élite muove a piacimento affinché il benessere della città sia anche il proprio.
E nella notte, quando Bruges smette di essere meta turistica e diventa meno sicura, un segreto corre tra le sue vie portando con sé voci su degli eventi inspiegabili e su un fantomatico libro portato in città dopo le Crociate, ma mai ritrovato, tanto da convincere buona parte della cittadinanza che si tratti solo di suggestioni costruite ad arte per attirare più visitatori affascinati dall'aura di mistero che ormai circonda la città. Eppure, lontano da occhi indiscreti, qualcosa si muove col favore delle tenebre tra le chiese gotiche e le costruzioni medievali per perpetrare chissà quali oscuri piani.


- BRUGES AI GIORNI NOSTRI -
L'intervento delle personalità cittadine ha fatto in modo che Bruges non balzasse di frequente agli onori della cronaca e gli eventi inquietanti che si consumano nelle notti di questa città passano stranamente inosservati, considerati forse persino dai suoi stessi abitanti alla stregua di leggende metropolitane o di racconti figli della suggestione e della superstizione. Ma qualcuno che sospetta di conoscere la verità c'è. Si tratta di coloro che sono a conoscenza della leggenda che racconta di Ludovico il Calvo ed il Grimorium Arcanum.
Del leggendario libro pareva essersi persa ogni traccia, gli abitanti di Bruges non ne parlavano e a tutt'oggi sono pochissimi in città quelli che ne conoscono la storia, ma chi ne ha avuto la possibilità ha lavorato perché quel sacrilego oggetto lasciasse il territorio cittadino, o venisse nascosto negli antri più oscuri di esso.
Fino a poco tempo fa, pareva probabile che il Grimorium Arcanum fosse stato perduto per sempre, ma nell'autunno del 2016, ecco che voci che parlano dell'antico tomo, sono tornate a farsi sentire, soprattutto negli ambienti storico-culturali ma anche in quelli esoterici. Si narra che il tomo (a lungo custodito da una società segreta, la stessa che governava la città), sia stato trafugato e che le formule alchemiche e magiche in esso contenute, utilizzate per scopi occulti.
Se nel recente passato Bruges appariva in tutto e per tutto simile ad una prospera città nordeuropea, in concomitanza con il diffondersi delle voci sul furto del libro, pare essersi rafforzato il suo lato oscuro. L'influsso malefico del libro non ha mai cessato di manifestarsi, soprattutto nelle notti di Luna nuova, dove il buio regna sovrano o oltre la cortina di nebbia che spesso avvolge la Capitale delle Fiandre. Una nuova presa di coscienza però potrebbe farsi strada tra gli abitanti di Bruges, ora che vari luoghi della città appaiono presidiati da guardie armate, interdetti a chiunque senza alcun motivo apparente, alimentando voci che parlano di passaggi segreti che portano ad immensi tesori o morte certa...
Molti cittadini conducono le loro normali vite, con la consapevolezza di abitare in una città dal ricco folklore, dalle forti credenze religiose e dall'atmosfera cupa. C'è chi rincorre il potere politico o economico, chi preferisce vivere la propria vita senza preoccupazioni e chi invece vuole indagare, andare a fondo nelle ombre per scoprire la verità che si cela dietro di esse a scapito della propria vita e forse di quella di molti altri e chi infine rincorre la sfrenata cavalcata della ricerca, cercando di andare oltre i normali sensi, giocando con forze più grandi di lui verso quella che gli esoteristi chiamano "dimensione onirica".
(Continua sul sito con paragrafo "La lotta per il potere" ed approfondimenti)


- LA DIMENSIONE ONIRICA -
"Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni costruiti con quel minimo soffio di vita che dura l'arco di una notte - di una vita? - e poi svanisce ai raggi del sole mattutino "
(W. Shakespeare)

"E' discendono ancor lungo il ruscello
luminosi nella luce dorata.
La vita, che cos'è
se non un sogno?"
(Lewis Carroll)

Il viaggio dell'anima durante il sonno è un'escursione nel regno dell'immaginario, nei meandri dell'inconscio dove passato, presente e futuro coincidono.
Durante il sonno la mente continua a lavorare ed immaginare senza alcun intervento della volontà e questo costituisce un'esperienza affascinante e misteriosa: è la possibilità di addentrarsi in un mondo magico e fantastico, che istruisce sul presente e sul futuro con un linguaggio oscuro e di difficile interpretazione.
Così come in un sogno lucido, la coscienza di chi accederà alla dimensione onirica, vivrà situazioni inspiegabili razionalmente e misteriose, trovandosi spesso faccia a faccia con le ombre più oscure che popolano l'immaginario collettivo.
Le ombre di Bruges, che si insinuano discretamente nella quotidianità della cittadina nella dimensione onirica prendono il sopravvento: questo è territorio delle ombre.

Il personaggio accede a questa dimensione quando l'inconscio si impone sulla coscienza, durante il sonno, in seguito ad un trauma che lo riduce all'incoscienza o quando il suo corpo fisico viene avvolto da una fitta nebbia nera che confonde i suoi sensi, rendendolo inerme. Mentre il corpo si troverà addormentato, la forma astrale vagherà per la dimensione onirica.

Non è raro che il filo che lega il corpo astrale e quello fisico, venga spezzato e la coscienza non riesca a tornare indietro. Questo ha come ovvia conseguenza la morte del personaggio.
Non è però l'unico pericolo in cui incorre il personaggio.
Il corpo fisico subirà infatti le conseguenze di eventuali ferite o mutilazioni che le ombre infliggeranno alla sua forma astrale ed il personaggio potrà trovarsi addosso lividi o tagli, spesso unici segni tangibili di quanto avviene nel territorio delle ombre.

Se la forma astrale riuscirà a tornare al corpo fisico, il personaggio avrà ricordi frammentari oppure non ne conserverà alcuno (sarà il Destino o Master Fato a fornire informazioni in merito al termine della sessione di gioco in questa chat) ed incontreranno un'entità che gli darà un importante ammonimento: gli avvenimenti vissuti dalla coscienza del personaggio, non potranno essere in alcun modo divulgati.
In caso contrario, il personaggio verrà inghiottito per sempre dalla dimensione onirica, insieme al suo interlocutore e qui entrambi vagheranno per l'eternità come ombre tra le ombre.


- BENVENUTO NELLA DIMENSIONE ONIRICA -
Tratto da "La misteriosa fiamma della regina Loana"
Di Umberto Eco

"E lei come si chiama?"
"Aspetti, ce l'ho sulla punta della lingua..."
Tutto è cominciato così.
Mi ero come risvegliato da un lungo sonno, ma ero ancora sospeso in un grigio lattiginoso. Oppure, non ero sveglio ma stavo sognando. Era uno strano sogno, privo di immagini, popolato di suoni. Come se non vedessi ma udissi voci che mi raccontavano cosa dovessi vedere. E mi raccontavano che non vedevo ancora nulla, salvo un fumigare lungo i canali, dove il paesaggio si dissolveva. Bruges, mi ero detto, ero a Bruges, ero mai stato a Bruges la morta? Dove la nebbia fluttua tra le torri come l'incenso che sogna? Una città grigia, triste come una tomba fiorita di crisantemi dove la bruma pende slabbrata dalle facciate come un arazzo...
La mia anima detergeva i vetri del tram per annegarsi nella nebbia mobile dei fanali. Nebbia, mia incontaminata sorella... una nebbia spessa, opaca, che avviluppava i rumori, e faceva sorgere fantasmi senza fine... alla fine arrivavo a un baratro immenso e vedevo una figura altissima, avvolta in un sudario, la faccia del candore immacolato della neve. Mi chiamo Arthur Gordon Pym.
Masticavo la nebbia. I fantasmi passavano, mi sfioravano, si dileguavano. Le lampadine lontano luccicavano come i fuochi fatui in un camposanto...
Qualcuno cammina al mio fianco, senza rumore, come avesse i piedi nudi, cammina senza tacchi, senza scarpe, senza sandali, una falda di nebbia mi striscia su la gota, una frotta di ubriachi urla laggiù, in fondo al traghetto. Il traghetto? Non lo dico io, sono le voci.
La nebbia arriva su piccole zampe di gatto... C'era una nebbia che sembrava che il mondo l'avessero tolto.
Eppure ogni tanto era come se aprissi gli occhi e vedessi dei lampi. Sentivo delle voci: "Non è coma vero e proprio signora...". Qualcuno mi proiettava una luce negli occhi, ma dopo la luce era di nuovo il buio. Sentivo la puntura di uno spillo, da qualche parte. "Vede, c'è motilità...".
Maigret si immerge in una nebbia talmente fitta che non vede neppure dove mette i piedi... La nebbia pullula di forme umane, brulica di una vita intensa e misteriosa. Maigret? Elementare caro Watson, sono dieci piccoli indiani, è nella nebbia che scompare il mastino dei Baskerville.
La cortina di vapori grigi andava a poco a poco perdendo le sfumature grigiastre, il calore dell'acqua era divenuto fortissimo, e la sfumatura di latte più intesa... Poi siamo stati trascinati nelle fauci della cateratta dove un baratro immane si spalancava per inghiottirci.
Sentivo gente che parlava attorno a me, volevo gridare e avvertirli che ero lì. Avevo frammenti di pensieri, certo, mi stavo svegliando, ma non potevo muovermi. Se solo potessi stare sveglio. Ho dormito di nuovo? Ore, giorni, secoli?
Era tornata la nebbia, le voci nella nebbia, le voci nella nebbia.
Seltsam, im Nebel zu wndern! Che lingua è? Mi sembrava di nuotare nel mare, mi sentivo vicino alla spiaggia ma non ce la facevo a raggiungerla. Nessuno mi vedeva e la marea mi riportava via.
La terra ha un odore di funghi.
Altre voci, ma queste da dentro: lunghi lamenti di una vaporiera, preti nella nebbia informi che vanno in riga.
Il cielo è di cenere. Nebbia su per il fiume, nebbia giù per il fiume, nebbia che morde le mani della piccola fiammiferaia. I passanti dai ponti dell'Isola dei Cani guardano un infimo cielo di nebbia, avvolti essi stessi nella nebbia, come in una mongolfiera sospesa sotto la nebbia bruna, ch'io non credea che morte tanta n'avesse disfatta.
Un'altra luce, più leggera. Mi sembra di intendere, attraverso la nebbia, il suono delle cornamuse scozzesi che si rinnova nella brughiera.
Altro lungo sonno, forse, poi una schiarita, sembra d'essere in un bicchiere di acqua e anice...