22/07/2014 18:48:12
La domanda iniziale è appositamente provocatoria (a fin di bene, senza rancori o scherni vari). È voluta anche la contestualizzazione nel preciso ambito del "fare numero", questo perché è un campo su cui si sono perse speranze da molto ormai (tutti preferiscono puntare alla qualità piuttosto che alla quantità), quindi le posizioni non sono così forti da impedire la discussione.
Se avessi usato uno scopo diverso, come poteva essere "avere la miglior qualità di gioco / avere la più perfetta coerenza / avere l'automatismo più complesso / etc" avrei sicuramente rischiato di toccare un nervo scoperto, rendendo vano lo spunto di riflessione.
Onestamente non mi aspettavo delle risposte così drastiche. Parafrasandola, se vi interessasse solo il numero sareste in buona parte disposti a vendere l'anima al diavolo, facendo scempio di qualsiasi cosa considerate gdr.
Per carità, il mondo del business funziona esattamente in questa maniera, ma io ad esempio non riuscirei tanto facilmente a distruggere tutto. Cercherei comunque di mantenere (o ricostruire) una parvenza di gioco di ruolo decente, nonostante non sia il mio scopo.
Presi uno alla volta magari potrei anche smontare tutti i sistemi attualmente tipici del gioco di ruolo testuale, ma nel complesso non mi spingerei mai oltre una certa linea di qualità. L'utenza devi anche farla giocare, non solo attirarla e farla fuggire in preda ai conati di vomito!
22/07/2014 19:44:12
22/07/2014 21:16:03
Questa domanda è un po' tendenziosa.
Fondamentalmente il tutto si gioca su una polarizzazione quantità/qualità?
Beh... mettendola così, per me imprescindibili sono:
- L'Accessibilità: non ha senso fare qualcosa di più di una semplice registrazione... soprattutto non ha senso far pagare per la registrazione e l'accesso.
- La Gratuità: come accennato prima, non si può far pretendere di pagare alcunché agli utenti per farli giocare e far loro conoscere il mondo di un gdr testuale, specie quando ci sono dei metodi alternativi di (auto)finanziamento (pubblicità ad esempio).
- Le pari opportunità (1): il pay per win è sempre stato qualcosa di equivalente al barare, un po' come pagare per avere tutti i trucchi e i segreti di un videogioco (questa forse la capisce meglio chi ha vissuto in pieno il periodo dei videogames fino alla ps-ps2/xbox), quindi che senso ha far progredire qualcuno a scapito di qualcun altro solo perché ha una carta di credito da 1000 e passa € e un altro no?
- Le pari opportunità (2): diretta conseguenza del discorso di prima, a me importerebbe che tutti potessero giocare allo stesso modo... utopico? Forse, ma non vuol dire mai rinunciarci, anche se significa avere un'altra condizione imprescindibile.
- Uno staff sano di mente ed equo: non so perché qualcuno non vuole o non approva che lo staff abbia dei propri PG e giochi: è in un certo senso fisiologico che la frequenza di gioco cali da parte di chi deve occuparsi anche di gestire un gioco, quindi perché non lasciare che anche gli staffer si divertano un po' per quel che possono? Certo, diverso è il discorso di staffer che se ne approfittano per essere migliori degli utenti sempre e comunque, perché in quel caso i giocatori attirati poi non restano.
- L'Italiano: ultimo, ma non ultimo aspetto è la necessità che tutti comunichino nella stessa lingua. Non è importante che tutti siano degli scrittori provetti con almeno 2-3 pubblicazioni all'attivo, ma l'importante è che sappiano mettere insieme quattro parole in croce per permettere al gioco di svolgersi. Poi man mano i giocatori miglioreranno con la pratica e/o per assimilazione dagli altri (o almeno si spera).
Per tutto il resto (o quasi) si può trovare qualche compromesso, soprattutto con il contributo degli utenti.
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