[Aperto!] SevenSuns

Sotto i Sette Soli - Della Vera Storia del Rerum
Così come narrata da Colui-che-ricorda, nelle vesti caduche d’un semplice mortale.

Ascolta, pellegrino.
A te che ti affanni dietro a tomi polverosi e menzogne scolpite nella pietra, poiché sei giunto sin qui, ti concederò un dono: la verità che i tuoi miserabili cronisti hanno travisato, sfigurato, e infine dimenticato.
Siedi. E ascolta.

All'alba dei tempi, in un universo giovane e capriccioso, ebbe luogo quella che voi osate chiamare l'Era della Creazione. Il Morente, stella decrepita, inghiottì Sige, Charis ed Ennoia, i mondi più prossimi al suo Abisso, e nella sua agonia generò il calore che rese Elsyr fertile di vita. Non fu creazione, bada bene: fu putrefazione cosmica, da cui germogliò l’organico come muffa su un cadavere.

Gli Elfi, nati dal gelo delle prime notti, narrano d'un Popolo del Cielo disceso in tempi remoti. Essi, dicono, portarono loro il fuoco della conoscenza, plasmarono bestie titaniche per reggere aria, terra e mare: lo Ziz, il Behemoth, il Leviatano.

Ma di tali signori non resta che eco: nessun tempio, nessuna stele, nessuna prova, se non la vuota supplica degli Elfi. Più probabilmente, il Popolo del Cielo li abbandonò a un’esistenza mediocre, dopo aver giocato coi loro sordidi sogni.

Eppure, quando le Tre Fiere scomparvero, e con loro il Popolo Celeste, gli Elfi, soli, scolpirono torri d’argento e città dalle alte e fulgide mura.
Fecero prosperare imperi vasti come mari, si illusero eterni - eternamente errando.
E come ogni cosa che fiorisce sotto il sole, giunsero al loro inevitabile declino.
Nel vuoto lasciato dalla loro decadenza, emersero altre stirpi.

I Nani, figli della pietra, si ritirarono negli abissi della terra, scolpendo regni immensi e nascosti.
E infine, giunsero gli Umani: esseri fugaci e rapaci, portatori d’un destino che nemmeno gli Antichi vollero mai riconoscere.
[...]

Non tardarono a nutrire nuovo, Santo odio, e intavolare nuove, Sante guerre:
E i Monti Eboni trasudarono sangue; esso inondò la piana del Rerum fino ad Hillis, lambendo fiumi e paludi, avvelenando il passo fino alle porte del vasto deserto dell’Her. E il suolo stesso gemette, e geme ancora, sotto il peso delle guerre che voi chiamate — con una stoltezza che mi diverte — Sante.

[...]

E così eccoci giunti a oggi, all'anno 1723 della Seconda Era moderna:

L’Era dell’Unione;
la Santa Era.
La mia Era.

Quando i discendenti dei Primi Uomini camminano su ossa che non sanno di calpestare, e pregano divinità che non sanno di aver inventato.
Quando i vostri scribi ancora si affannano a ornare le rovine con ghirlande di menzogne.
Quando i vostri Re pagani pregano idoli sordi, e la vostra stirpe danza ignara sul ciglio dell'abisso.
Io vi porrò fine.

Va’, ora, piccolo essere.
Racconta pure queste verità agli altri tuoi simili.
Sarà divertente osservarvi mentre ne traviserete ogni sillaba, come sempre accade.
Ma non temere: il tempo, che tutto consuma, si prenderà cura anche della tua ignoranza.