The Clock Mosca

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Sono esattamente dieci anni che il pianeta sta attraversando un periodo di estrema crisi. Le catastrofi naturali si sono susseguite una dietro l'altra, costringendo anche i paesi occidentali a riflettere sul proprio stile di vita, moderando drasticamente le speranze in un futuro fatto di progresso e benessere.

Le maggiori metropoli mondiali sono state colpite da eventi inspiegabili e drammatici. Il decennio maledetto si è aperto a Bogotà dove una grandinata di colore rosso ha investito il centro città bloccando completamente il traffico e provocando incidenti di grave portata, prolungati per una settimana. Successivamente l'inaspettato straripamento del Tamigi ha allagato Londra, catapultandola in un'emergenza senza eguali durante la quale decine di migliaia di persone hanno perso la vita e l'approvviggionamento di risorse alimentari ed energetiche è divenuto di fatto impossibile; un incendio devastante ha distrutto letteralmente alcune delle zone periferiche della città eterna uccidendo oltre centomila persone e creando più di duecentomila senza tetto, un fiume di profughi in spostamento da Roma verso il nord Italia; un'invasione di zecche e parassiti infettivi a Berlino che, solo adesso, sta timidamente provando a rialzare la testa dopo l'immane strage che ormai rende impossibile contare le vittime e necessaria la quarantena totale della città; il Medio Oriente continua la sua corsa contro il tempo messa in ginocchio dalla feroce accelerazione del processo di desertificazione che ha vessato quelle regioni con tempeste di sabbia e siccità senza precedenti. Non ultima New York seppellita da una tormenta di neve che ormai perdura da oltre sei mesi e ha sprofondato la capitale del mondo in un moderno medioevo.

Difronte alle catastrofi crescenti e all'impossibilità di spiegarle con metodi scientifici l'umanità, nel corso del decennio, si è data varie risposte, molti si sono rifugiati nella fede, ovunque proliferano nuove dottrine religiose, molti altri, invece, hanno riversato la colpa sulla sfrenata politica anti ambientalista delle grandi democrazie occidentali sostenendo che il pianeta si è ribellato in questo modo allo sfruttamento spregiudicato delle risorse naturali. Questo fronte ambientalista si è ben presto strutturato in un movimento politico, poi militarizzato ed ha iniziato a colpire con operazioni di terrorismo e guerriglia governi e multinazionali ritenute colpevoli del disastro mondiale. Questo nuovo fronte di guerriglia urbana, unito ai disastri naturali ha di fatto costretto il mondo a fare svariati passi indietro, le nazioni in via di sviluppo sono immediatamente tornate a rappresentare il terzo mondo e lo stesso spirito industriale dell'era moderna è stato messo in crisi dalla chiusura, spesso forzata, delle principali fabbriche mondiali. In questo scenario terribile Mosca occupa un ruolo di primo piano.

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