22/07/2009 12:49:43
mi pare sacrosanto...e più o meno quel che avevo pensato:)
22/07/2009 15:48:39
22/07/2009 16:10:04 e modificato da la kaiah il 22/07/2009 16:19:32
22/07/2009 17:00:58
23/07/2009 08:29:01 e modificato da herduk il 23/07/2009 08:34:51
23/07/2009 09:30:18
Perchè se fai uso di webforcing (o net addiction), ben cosciente del fatto che potrebbe nuocere alla salute dell'utenza, solo perché la legge non te lo vieta, sei effettivamente un gestore "blutto e cattivo". ;-)
P.S. - Mi scuso della poca presenza, ma posso fruire solo di brevi e fugaci connessioni occasionali fino a fine agosto, ergo leggo e rispondo quando posso, sorry.
23/07/2009 09:56:18
23/07/2009 10:06:46
WoW, come gli altri MMORPG non ti dà premi per le ore di connessione; addirittura ti ricorda allo scadere di ogni ora che passi sul gioco da quanto tempo sei collegato e che faresti bene a fare una pausa
23/07/2009 10:37:00
23/07/2009 11:14:50
Herduk che il genitore abbia l'obbligo di educare ed essere responsabile (fino ad un certo limite) delle azioni del proprio figlio, mi pare sia sacrosanto. Ciò non toglie che anche la società dovrebbe agire in tal senso, proponendosi in modo tutelativo nei rispetti del minore, piuttosto che lesivo solo perché se c'è qualcosa di negativo o marcio è affar dei genitori.
E' indubbio che ognuno di noi ha una propria morale e coscienza. Se io genitore vedo mio/a figlio/a passare troppe ore davanti al pc, sono il primo a dovergli/le far capire che è sbagliato, che una realtà virtuale non da alcuna gratificazione o nessuna scappatoia rispetto alla vita reale.
Però, se un gestore nel creare il proprio progetto, tenesse in considerazione anche l'aspetto del web-forcing, non ne gioveresti anche tu genitore? Non saresti più felice che optasse per quel gioco piuttosto che altri?
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