Arriva il Buio

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Cosa successe

Estate del 2050 - All'interno di un casale ai confini del Giappone, ore 13:01
Moe stava in finestra a osservare il panorama. Dopo aver pranzato si era messa comoda sulla sua sedia preferita per controllare che Jack, il suo adorato Ainu-ken, si fosse ristabilito dopo la nottata passata insonne a seguito di un'influenza intestinale. Jack, come suo solito, rincorreva le farfalle, segno che si era ripreso. Un candido sorriso apparve sul viso della ragazzina; aprì la finestra per attirare la sua attenzione e lo chiamò. Il cane si voltò immediatamente verso la sua padroncina e fece per avvicinarsi a lei ma un qualcos'altro destò il suo interesse: alzò il muso verso l'alto e cominciò ad annusare l'aria, quindi spostò lo sguardo verso nord. Fisso, immobile. Poi, d'improvviso, scattò verso la porta di casa guaendo terrorizzato. Imbucò trafelato l'uscio e andò a rintanarsi sotto il letto, tremante. "Ma cosa?" Disse la madre della piccola che aveva assistito alla scena. "Moe? Cosa succede?" Chiese, e come risposta ottenne dalla bimba immobilizzata con lo sguardo verso il cielo: "Mamma? Mamma? ... arriva il buio..."

Dalla finestra della cucina, Moe fu la prima bambina che vide lo scatenarsi degli eventi che inghiotti prima Tokyo, poi il Giappone per poi propagarsi sul resto del pianeta. Prima vide un puntino nero, espandersi in una nube che diventò mano mano sempre più grande, fino ad assomigliare a un'ondata di tenebra che inghiottì velocemente qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino. Non ebbero nemmeno il tempo di comprendere quale sarebbe stata la loro fine nel momento in cui il buio le divorò.


Estate del 2050, lo stesso giorno - In un mercato rionale al centro di Adelaide, ore 13:26
Come ogni giorno il mercato era stracolmo di persone alla ricerca del buon affare della giornata: abiti nuovi e usati, pezzi di ricambio di vario genere, libri sottocosto e oggettistica in generale facevano in modo di affollare sempre ogni bancarella del luogo. Il piccolo Bill, accompagnato mano nella mano da suo padre - un uomo alto e robusto sulla quarantina - gironzolava felice come tutti i bambini tra quei banchetti alla ricerca di un giocattolo che attirasse la sua attenzione. La famiglia faceva parte di un ceppo povero e quindi si sarebbe dovuto accontentare di un oggetto piccolo e usato, ma era un bambino comprensivo e non avrebbe fatto storie a riguardo. Poco distante la voce di un venditore si levò ai quattro venti: "Venghino siore e siori, venite a vedere l'impossibile. Presto! Sono gli ultimi pezzi in vendita!". Bill, incuriosito dalle parole del banditore, tirò la mano del padre verso la bancarella poco distante. "Ok, va bene, ho capito". Disse il padre acconsentendo il volere del figlio. Giunti dinanzi al venditore, quest'ultimo notò gli occhi del bambino brillare in tutta la sua curiosità, prese quindi un paio di occhiali della sua misura e glieli porse dicendo "Provali ragazzo, vedrai cose che nessun altro ha mai visto!". Bill mosse impaziente lo sguardo verso l'alto alla ricerca del consenso del padre e poi gli disse "Posso papà?". Il genitore, non trovandoci nulla in contrario, acconsentì. Il piccolo prese quindi dalle mani del banditore quel paio di occhiali color acquamarina e li inforcò senza esitazione. Dopo qualche istante suo padre gli chiese "Beh, cosa vedi?". Bill era circondato da persone e quella muraglia umana non gli permetteva di vedere assolutamente nulla. Doveva salire in alto per avere una visuale migliore. "Mi prendi in braccio papà?" Gli chiese. Il padre quindi si chinò su di lui, lo sollevò e se lo mise sulle spalle, sopraelevandolo oltre la massa dei presenti. "Adesso va meglio?" Bill, spostò lo sguardo in varie direzioni per poi alzare la testolina verso il cielo. Si bloccò di scatto e disse, con voce rotta e afona come giunta da un luogo molto distante: "Papà, arriva il buio..."


Estate del 2050, lo stesso giorno - Tamigi, nei pressi della periferia di Londra, ore 13:55
Assieme alla sua inseparabile comitiva centenaria, Fred si trovava a bordo del fiume impugnando Milo, la sua fidata canna da pesca, amica di mille avventure. Era stata una mattinata particolarmente fruttuosa, sottraendo dalle sue acque ben dodici salmoni e una trota arcobaleno. Accanto a lui Alan, 84 anni portati divinamente, era riuscito a prelevare solamente un misero lucioperca. "Ehi Fred", gli sussurrò per non far scappare i pesci, "Oggi cos'è la tua giornata fortunata o cosa?" Pronta fu la risposta del coetaneo "Bisogna saper trattare con i pesci, guarda qua" e dando uno strattone deciso alla canna tirò via un altro salmone. "Yuhuu", esclamò sentendosi come un ragazzino alla sua prima battuta di pesca. Alan, alla vista di tanta abbondanza fuori dalla sua portata grugnì tutta la sua disapprovazione e nel momento in cui stava per tirare via l'esca dall'acqua Fred gli sussurrò "No aspetta, guarda, sta per abboccare!" Sul pelo dell'acqua videro un enorme storione che stava cadendo in trappola. Per Alan tirarlo via sarebbe stato un gioco da ragazzi nel momento in cui il galleggiante gli avesse dato il via libera, ma proprio quando il pesce stava per abboccare all'amo udirono alle loro spalle con voce squillante "Ragazzi è pronto". Lo storione, percepita l'insidia, fece un guizzo e con un colpo di coda schizzò alcune gocce d'acqua nella loro direzione e sparì negli abissi. Caren, terminato di preparare alcuni sandwich, aveva appena fatto scappare l'ultima possibilità per Alan di salvare quella giornata infruttuosa. "Caren maledizione! Ti ho già detto mille volte di non gridare mentre peschiamo, ci fai scappare tutti i pesci", sbraitò Alan in direzione dell'amica di vecchia data, anch'essa ottuagenaria. Alan si alzò dalla postazione e si diresse dall'amica che, malgrado gli avesse fatto sfuggire l'ultima preda della sua vita, aveva preparato dei panini dall'aspetto squisito. "Fred vieni" gli disse Caren "che altrimenti Alan si mangia tutto". Quest'ultimo non si fece attendere e preso il primo panino gli diede un gran morso "Mmm, davvero delizioso, ma cosa ci hai messo?" e Caren gli rispose "Tutta salute e un pizzico d'amore. Ehi Fred ti stiamo aspettando" e vedendo che l'amico ancora seduto a margine del fiume restava immobile con lo sguardo perso verso il fondale, si mosse verso di lui preoccupata "Fred? Va tutto bene?" e giunta sul ciglio udì le sue parole che, indicando con l'indice le profondità degli abissi che stavano diventando sempre più nere, le giunsero in un sussurro: "...Arriva il buio".


E tutto cambiò.
Nel giro di un'ora l'universo mondo come lo conoscevamo fu letteralmente divorato dal buio, una coltre densa e fredda di tenebra al cui interno la vita non sarebbe mai stata più la stessa. La struttura degli oggetti inanimati non venne modificata ma le specie viventi non ebbero la stessa ventura. Il 97% dei vegetali, animali ma sopratutto esseri umani subì una radicale trasformazione del proprio DNA.
La flora, nei periodo immediatamente successivo, mutò alcune delle sue caratteristiche. Non è difficile ai giorni d'oggi trovare fiori e piante dall'aspetto e dai colori inconsueti; alcune specie hanno sviluppato i propri sistemi di difesa personali rendendosi inattaccabili.
Nella fauna nacquero varietà di animali estremamente intelligenti, alcuni brillanti e ingegnosi, altri addirittura in grado di parlare.
Per gli esseri umani, invece, l'alterazione fu più drastica. La società, intesa come famiglia, esiste ancora. Il concetto della differenza tra bene e male è rimasto più o meno invariato, a grandi linee.
Il resto, miei cari amici, vi conviene scoprirlo rapidamente, se non vorrete farvi trovare impreparati dalle tradizioni delle creature che popolano questa nuova realtà, in quanto - anche se quell'oscurità come giunse, si dissolse - lasciò una macchia indelebile nell'immutabile intimità profonda di ogni individuo, dove ogni pensiero nasce e si sviluppa, dove ogni cambiamento espande le sue radici, dove qualsiasi novità prende forma insidiandosi nella psiche.
Questi nuovi esseri alterati si sono ambientati in questo presente, unendosi in cerchie in base al loro carattere, formando famiglie e prefissandosi scopi che tenteranno di portare a compimento con ogni loro mezzo a disposizione.
Tra di loro c’è chi aspira a salvare quante più anime possibile, chi è alla disperata ricerca di entità misteriose, chi ambisce a innalzarsi a divinità o altri ancora che bramano solo caos e distruzione. Ogni famiglia ha la sua distintiva missione di vita.
Visto dall'alto, il nostro piccolo pianeta è rimasto tale e quale quello di sempre, con i suoi mari, i suoi monti e i suoi mostri. E per il momento è tutto. Questa è Tokyo, una città come tante altre e se siete tutto sommato buoni vivremo in armonia. In caso contrario ne possiamo parlare.

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