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L'origine

In un mondo che ignora la guerra, civiltà in continua evoluzione vivono all'interno di piccoli paesi, concentrandosi sullo sviluppo economico mediante gli scambi commerciali e la produzione locale. In questo quadro sociale, la ricerca scientifica è stata trascurata fino a circa due secoli fa, fino a quando in sei punti del mondo furono trovati altrettanti monoliti, uno per zona. Ciò che riscosse la curiosità dei ricercatori fu la presenza di iscrizioni sulla loro superficie, un linguaggio però antico come il mondo e perciò indecifrabile per l'attuale civiltà, per quanto, comunque, ancora alle sue origini. I ricercatori di ognuna delle sei zone si riunirono per studiare quel linguaggio ancestrale e dare un significato a quelle incisioni all'apparenza prive di significato; solo un giorno di circa cinquant'anni dopo l'inizio degli studi, sei tenaci ricercatori riuscirono infine a decifrare le iscrizioni e a comprenderne il significato: quei monoliti parlavano di un'entità superiore che grazie ai suoi poteri creò il Fuoco e lo alimentò col Vento; creò il Fulmine e lo placò con la Terra; e poi diede origine all'Acqua per nutrire la Terra e per sopire il Fuoco. Si accorse però che questi elementi erano privi di controllo, e così originò un'energia pura, trasparente ma allo stesso tempo padrona di quei cinque elementi originali. Decise così di sfruttare questi elementi per dar vita a fenomeni assimilabili alla magia, ma concreti, attuabili anche da forme di vita inferiori rispetto a lui, premurandosi di formulare dodici simboli che, combinati fra di loro attraverso le mani, avrebbero richiamato gli elementi da lui creati. Tramandò tutto questo ai suoi figli, ma quell'uomo era saggio e assai lungimirante: era a conoscenza di tutto ciò che sarebbe accaduto e di cosa il suo retaggio avrebbe portato al mondo, così incise le conoscenze da lui create su sei blocchi composti di un minerale pressoché indistruttibile, ognuno dei quali recava i segreti di ogni elemento.
La sua prole portò avanti una civiltà avanzata rispetto a quella attuale, eppure, per qualche ignota ragione, scomparsa... i misteri degli elementi erano incisi su ogni monolite, ma il sesto non si limitava a quello: c'era la storia del mondo a partire dall'esistenza di quell'uomo superiore, tutta la storia, ma quando uno dei sei ricercatori scoprì la verità dietro l'esistenza dei monoliti e il perché di una tale arretratezza sociale, prima degli altri cinque, fece di tutto per ottenere il controllo del paese in cui si trova il sesto monolite e diede così l'ordine di chiudere i confini e impedire a chiunque di attraversarli. In questo modo frenò la bramosia degli altri cinque ricercatori e impedì loro di rubare altre informazioni da quel monolite, fin troppo pericoloso. Cominciò ad addestrarsi nelle arti marziali e nell'uso delle armi, e quando divenne abbastanza forte iniziò ad istruire i giovani del suo paese, che ribattezzò "Paese del ferro", e i guerrieri che egli stesso addestrava "Samurai", in onore del tipico nome dei combattenti posti al servizio dei nobili degli altri paesi. Non tramandò a nessuno il linguaggio dei monoliti, e non utilizzò i segreti incisi su di esso. Decise però di sfruttare l'energia di cui parlava per potenziare le schiere del Paese del ferro, al fine di premunirlo dal prevedibile futuro, che avrebbe visto gli altri paesi sfruttare senza freni i segreti dei monoliti.

La nascita dei ninja

Oltraggiati ma impotenti, gli altri cinque ricercatori decisero di continuare le loro ricerche sui rimanenti cinque monoliti. Fra di loro, però, cominciava a farsi sentire malcontento e ostilità, fino al punto che ognuno dei cinque ricercatori imitò Kettei, chiudendo i confini dell'area in cui si trovavano i monoliti ottenendo facilmente il controllo dei rispettivi paesi. Così facendo ognuno di loro monopolizzò in parte i segreti del rispettivo monolite, benché gran parte delle informazioni di quei cinque blocchi minerali fossero già di dominio pubblico fra i cinque paesi. I ricercatori, che si nominarono Daimyo, fecero addestrare le nuove leve sfruttando gli elementi del proprio monolite e ciò che ricordavano degli altri. Nel tentativo di impossessarsi di altre informazioni degli altri monoliti, fecero impartire a quel moderno tipo di milizia un addestramento diverso dal normale: uno stile di combattimento incentrato sul movimento silenzioso, così da potersi avvicinare al proprio obiettivo senza ostacoli. L'ideatore di questo stile fu il Daimyo del "Paese del fuoco", così chiamato per i segreti del monolite di quel territorio. Il Daimyo del "Paese del fulmine" rubò l'idea e battezzò questo corpo di soldati altamente addestrati "Ninja". Anche il Daimyo del "Paese del vento", si impossessò di questo nuovo sistema militare, ma lo nascose con scarso successo chiamandoli "Shinobi". Quando ormai ognuno dei cinque paesi disponeva di questi combattenti, la differenza fra ninja e shinobi sparì completamente.

Oltre un secolo è passato e ormai quei Daimyo non sono più in vita, ma hanno tramandato le loro conoscenze ai propri successori.
E così arriviamo all'epoca attuale. I confini tracciati dai Daimyo non sono neanche lontanamente rigidi come quelli del Paese del ferro, ma i signori feudali stanno bene attenti a chi si addentra nel loro territorio. Nessuno di loro ha ancora mobilitato i propri shinobi in guerra, dando origine ad uno status quo sentito solo dalle sfere più alte della società.