La politica nel GDR by Chat postato il 22/10/2010 13:23:40 nel forum giochi e dintorni
Cosa pensate del gioco di tipo politico nel GDR by chat?
I complotti, gli intrighi e i tradimenti vi interessano o secondo voi sono soltanto un elemento secondario rispetto agli scontri con i mostri e le classiche Quest?
Giusto per specificare i termini della discussione con “politica” intendo la versione “elevata” degli scontri giocatori contro giocatori, il PvP (non, quindi, la rissa in taverna perché Dark Lord Bathory ha detto a Conan Naruto che la sua spada è più lunga della sua).
Mi piacerebbe sentire l'opinione degli utenti, ma anche quella dei Gestori.
Ho avuto l'impressione, giocando in diverse land, che ci sia una sorta di timore nel permettere (per non parlare dell'incentivare) il PvP (ribadisco: la sua versione elevata e complessa).
Personalmente io invece penso che sia l'anima fondamentale del gioco by chat. Semmai spiegherò più avanti le mia ragioni precise ;-)
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22/10/2010 13:32:14 e modificato da ft_staff il 22/10/2010 13:32:42
Il PVP, secondo la mia modesta opinione, deve essere il fattore chiave: a differenza di un cartaceo c'è molta più gente disponibile per molti più ruoli, non avrebbe senso metterli tutti dalla stessa fazione quando possono fare entrambe per far progredire il gioco, nascerebbero molti più spunti spontanei che non pilotati dal fato.
Tornando al tema del topic sono dell'opinione che tutto possa andar bene se è quello a cui i personaggi, in gioco, sono coerentemente arrivati.
Se io mi giocassi un feudatario ipotetico indicendo un assemblea con altri proprietari terrieri per discutere di una nuova forma di sfruttamento al fine di ottenere obiettivi in gioco perchè il mio pg è una persona maledettamente avida, ci sta tutto che il gioco si incentri su questo in determinate occasioni ma bisogna evitare, anzi impedire, che il gioco finisca SOLO in una determinata tipologie di cose, come questa o come l'esatto contrario.
Dovrebbe essercene di tutti i gusti, quando occorre, con coerenza e con moderazione. (chiaramente, come non puoi giocare riunioni del senato ogni giorno per 6 mesi, non puoi fare combattimenti per altrettanto periodo.. la ripetività eccessiva diventa noia. )
Ovviamente, ribadisco che è solo la mia personale visione della cosa ;-)
22/10/2010 13:33:24
Sono l'anima del gioco di ruolo che come medium usa la chat.
Il fatto di avere molti più interlocutori giocanti oltre ai 3-4 che puoi avere in un gioco di ruolo da tavolo, e le cui mosse puoi seguire per ovvie ragioni. Sul tavolo se la deve pippare tutta il master.
In una comunità più larga, i tuoi piani hanno più effetti, a volte non prevedibili, il mondo è persistente in quanto a memoria condivisa, tutta una serie di fattori che rendono questo tipo di gioco la chiave vincente dei giochi di ruolo via chat.
Certo, c'è gioco e gioco, sistema e sistema, in alcuni non è possibile, in altri è possibile ma non ottieni risultati tangibili sul mondo di gioco (frustrante), ma io preferisco la terza categoria, dove questo tipo di gioco è possibile ed ha effetti sul mondo del gioco stesso.
22/10/2010 14:07:56
22/10/2010 15:13:02
Il gioco politico in una PbC è un ottimo abbinamento per mille motivazioni.
I problemi?
a)non è per tutti (può essere frustrante e iniquo ... soggetto a favoritismi e trucchetti sia da parte dei gicoatori che dallo staff)
b) prima o dopo si arriva ad un binario morto dove chi sà esercitare il potere (e ne ha abbastanza) monopolizza il gioco...e a quel punto che fai? e la gente dopo non gioca piu/non tenta piu nemmeno di strapparglielo quel potere
------------------------
Haa il PvP...
Il PvP è l'anima di ogni storia, lo scontro fra l'eroe e la sua nemesi, l'epilogo di una storia, la resa dei conti, la differenza fra parlare battendosi al petto e mettere sul piatto tutto quello che si è fatto...dove non è importante sembrare ma essere!
In pratica la rovina di uno dei due pg ... con conseguente disperazione del suo giocatore.
Il PvP porta alla rovina di un pg c'è poco da fare e li vanno a pesare tutti gli errori e le iniquità presenti e passate che il gicoatore sconfitto incontra
Ha se avessi avuto i soldi che meritavo, la carica, i punti epserienza, la spada come la sua, le regole cambiate ad hoc, il M amico...ecc ecc.
Il PvP tante volte allontana il giocatore dalla land ... chi vuole questo a parte la gente seria?
Quanta gente seria c'è in gircolazione? (io spero tanta ... ne ho incontrata poca)
22/10/2010 15:42:00
22/10/2010 15:45:42
Il gioco d'intrigo (o politico) è quello che preferisco a livello di macro e microtrama, il problema è che è difficile da mettere in atto:
1. pochi giocatori lo seguono/se ne interessano, preferendo la scazzottata in locanda
2. un buon intrigo può durare molto (MOLTO) tempo e chi c'è meno dentro dopo un po' si stufa
3. un buon intrigo è spesso segreto, coinvolge qualcuno marginalmente, altri per niente... e qui mi è capitato di sentire giocatori lamentarsi delle cose più svariate: chi non viene coinvolto e non sa nulla protesta che i pg coinvolti giocano per i fatti loro, chi vede i pg coinvolti lamenta che quei due o tre stanno sempre in pvt (notoriamente giocate segrete si fanno in una taverna piena di gente -.-), altri che non accettano il risultato di giocate fatte in pvt (in cui magari si è deciso di uccidere un altro pg) perché non erano stati informati e via dicendo..
Lasciando perdere l'intrigo e restando sul piano degli equilibri politi, altro aspetto meraviglioso del gioco, anche qui ho visto che pochi lo sanno gestire, un esempio lampante sono le gilde che prevedono tra le loro cariche 'tutto' quello che serve alla gilda, escludendo ogni possibilità di collaborazione con le altre e creando, per forza di cose, dei circoli chiusi, tranne poi lamentarsi che il gioco è frammentato tra diversi gruppetti che non interagiscono tra loro.
Mi rendo conto che la mia land presenta su questi fronti più problemi di altre per l'ambientazione in cui il gioco si svolge e che probabilmente, anzi spero, altrove le cose vadano meglio, ma personalmente, più passa il tempo e più mi convinco che sia un tipo di gioco fattibile solo a certi livelli (inteso come esperienza, serietà, partecipazione del singolo giocatore) e difficilmente realizzabile dal parco utenti, se non sotto strettissima guida di un DM.
22/10/2010 15:45:50 e modificato da mirmidone il 22/10/2010 15:56:23
22/10/2010 22:29:18
Personalmente, trovo che il gioco politico, di intrighi, complotti etc, sia una delle componenti più belle e appassionanti (se non addirittura la più bella e appassionante) del gioco di ruolo.
E su Alasghjard, come Gestore, faccio di tutto per incentivarla.
Giusto di recente si è conclusa tutta una serie di trame che vedevano l'Imperatore tentare di metter alla porta tutta una serie di Governatori e alti esponenti delle gerarchie religiose che iniziavano a stargli un po' sulle scatole :P Alla fine, tra complotti, contro-complotti e chi più ne ha più ne metta, la fazione imperiale è uscita annientata, l'Imperatore è morto e... E quel che accadrà si vedrà col tempo :D
Quanto alla scelta che ho fatto su come impostare il mio personaggio principale, sono partito da questa considerazione: avere un PG mosso dal Gestore che sia in una posizione ongame di grande forza consente, specialmente nei primi periodi di vita di una land, di poter indirizzare meglio gli eventi di gioco, proprio grazie al ruolo del personaggio/gestore in quanto sovrano. Ad esempio, su Alasghjard questo ha consentito che le varie fazioni rimanessero in equilibrio, senza che una arrivasse veramente ad annientare totalmente le altre, frenando gli eventi in gioco (persecuzioni, guerre etc) nei momenti in cui arrivavano vicino alla vittoria totale. Ora che la land è cresciuta, il vecchio Imperatore è stato messo in naftalina; e vediamo come si imposteranno gli eventi di gioco :P Per ora, è tutto un subbuglio in cui ognuno fa un po' come gli pare, senza leggi o autorità che tengano :P
L'importante, laddove il ruolo di gestore sia unito anche al ruolo di sovrano generale, è non esagerare, lasciando sempre e comunque ampi margini in cui i giocatori possono muoversi... E soprattutto, laddove vi siano congiure ben fatte, far da parte il proprio personaggio sovrano.
23/10/2010 15:44:55
23/10/2010 17:18:49
Ho letto tutte le risposte a questa discussione perchè l'argomento mi sembra interessante.
Erroneamente, secondo me, si parla di "gioco politico" come prerogativa di personaggi di spicco del panorama di gioco (nobili, governatori, capi fazioni e bla bla), riguardante le sorti delle nazioni, stati, fazioni, alleanze e bla bla.
Nel mio modo di concepire un gioco interpretativo testuale, questo non è corretto o quantomeno è una visione miope di un meccanismo più articolato.
Il "gioco politico" dovrebbe comprende tutta una serie di azioni che il giocatore può intraprendere per il raggiungimento di un suo fine. Che può essere dall'ottenere una pagnotta di pane a diventare "Re del mondo di Fantasyland".
Però solitamente i gdr pbc negano tramite il regolamento, che di fatto è l'espressione del modo di pensare dei gestori, la possibilità di portare avanti un gioco di questo tipo.
Quanto potere può effettivamente acquisire un giocatore in gioco, senza nessun intervento "esterno" diretto (gestione) o indiretto (fato o simili)?
Chiunque può liberamente costituire un'associazione (alias gilde, corporazioni, clan e bla bla) senza nessun intervento "esterno" diretto o indiretto?
Chiunque può sostituire chiunque altro in qualsiasi ruolo di potere o comando del gioco, senza nessun intervento "esterno" diretto o indiretto?
Solitamente tutto questo è impossibile, per tantissime ragioni.
Le principali sono la visione che ha la gestione del gioco e il non-senso che ha la "morte del personaggio" in questi tipi di gioco.
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