Inquisizione

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Nel 1478 una bolla pontificia emanata da Papa Sisto IV autorizzava in Spagna l'istituzione di un apposito consiglio per combattere l'eresia, dottrina che si oppone a una verità rivelata da Dio e proposta come tale dalla Chiesa. Creata da Isabella I di Castiglia e Ferdinando d'Aragona nel 1480, come organismo in tutto dipendente dalla corona, l'Inquisizione spagnola attraverso l'uso di procedure segrete e della tortura giudiziaria si rivolse dapprima contro i Marranos e i Moriscos (ebrei forzatamente convertiti e musulmani dei territori riconquistati), per poi estendersi a chiunque fosse accusato di intraprendere direttive di propaganda culturale differenti da quella cattolica.
Gli Inquisitori, dipendendo dalla corona spagnola e non dal Papa, col tempo furono organnizzati da questa per divenire a tutti gli effetti una sorta di polizia segreta col compito di prevenire eventuali colpi di stato, prospettiva autentica in un’epoca ove la scienza ed il pensiero si affacciavano al mondo nelle loro molteplici facce, disegnando il profilo ancora lontano di una nuova era luminosa. Il Tribunale della Santa Inquisizione divenne sempre più uno strumento per eliminare qualsiasi tipo di deviazione politica, sociale ed intellettuale.
Il popolo spagnolo cominciò ad osservare con timore i fatti sanguinosi che accadevano ad un passo dai campi, nelle città più popolate, quasi prevedendo che le sciagure di disumana natura potessero estendersi ben oltre gli altisonanti ideali di conversione in nome di Dio. La stesura nel 1487 del Mallus maleficarum (Il martello delle streghe), nella vicina terra germanica, colmò con gli ultimi spasmi di terrore i cuori delle genti. Questo manuale per riconoscere, interrogare e punire streghe e stregoni attirò la scrupolosità del Tribunale dell’inquisizione non più soltanto verso gli eretici da riportare nel “solco della vera fede”, ma anche verso coloro che vennero accusati di compiere atti di stregoneria, pratica ambigua e mai definita con precisione.
La Spagna di questo tempo sente sotto i suoi piedi il tremito della nascita di organizzazioni segrete che tra l’oscurità e i silenzi tramano di ribaltare il potere autoritario della corona e in modo diretto estinguere il focolaio di nefandezze cui si è macchiato il Tribunale dell’Inquisizione. La tortura, da sempre, ha represso gli uomini ma non gli ideali…

Nel 1518 Le vicende si animano tra i sipari del Ducato di Càrdona, quasi ai piedi dei poetici monti Pirenei, terre a nord del Regno di Spagna. La cattolicissima Spagna. La nobile casata dei Folch de Càrdona, seconda per importanza dopo la famiglia Reale Aragonese, gran Connestabili del Regno catalano, di antichissima origine, vantano una discendenza diretta dalla casa reale francese, lo stesso Imperatore Carlo Magno donò alla famiglia Folch, discendenti di un mitico Folch d'Angiò, sposo della sorella dell'Imperatore Argencia, la signoria sulla città catalana di Càrdona.
I Folch de Cardona furono forse la famiglia più importante del regno Aragonese prova ne sia la concessione ad alcuni membri dei Cardona dell'Ordine del Toson d'Oro concesso soltanto agli Imperatori del Sacro Romano Impero e ad un numero limitato di famiglie ducali e principesche. I duchi di Cardona ebbero dal Re d'Aragona il privilegio dello sfruttamento di uno dei più importanti giacimenti minerari di salgemma d'Europa, la cosiddetta "Montagna di Sale", dalla quale ricavarono parte della loro fortuna economica, tanto da essere annoverata fra le famigle più ricche di Spagna.
Da generazioni, oramai, questa blasonata famiglia Spagnola amministra questi territori sotto il Regio volere dei regnanti che si sono susseguiti, coprendo un ruolo di consiglio prestigioso al servizio della Corona. Il Duca Fernando I Folch de Cárdona amministra con la sua sposa, Francisca Manrique de Lara, l’ultimo grande e prospero ducato Spagnolo, oscurato soltanto dagli orrendi episodi sanguinosi a sfondo culturale-religioso che coprono ormai l’intero territorio. Secondo il Decreto Regale, l’amministrazione giuridica, nonché politica in alcuni episodi, deve essere seguita mediante il saggio consiglio del Tribunale della Santa Inquisizione, organo religioso che il Sovrano alimenta con sempre maggiori poteri, accecato forse dalla visione di una Spagna egemone in Europa e oltre i confini conosciuti.
Il Duca Fernando I non approva l’operato del suo sovrano, e osserverà con titubanza l’operato crudele e spietato dell’inquisizione. Tuttavia la sua posizione potrebbe essere compromessa anche col più piccolo e palese diniego della pratica Inquisitoria. Vede affievolirsi il proprio potere, a discapito d’una Chiesa che sconfina oltre il proprio ruolo Spirituale verso quello Temporale. Tenterà di reagire organizzando segreti colpi di stato, e alleanze criminose con organizzazioni buie e anticlericali. Il Re sospettoso slegherà i suoi informatori… Il terrore delle genti è ormai una realta approvata, terreno fertile per un mondo ove l’eresia è estirpata con forza e purificata col fuoco…

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