Marcha

Anno del Signore 985.

Dopo gli anni che sconvolsero l’Europa a seguito delle invasioni barbariche, i marchesi ed i conti più forti e più intraprendenti avevano esteso la loro autorità su numerosi territori, distribuiti anche in regioni diverse. La loro autorità derivava da quanto restava dei loro antichi poteri pubblici di conti o marchesi con la facoltà di imporre tasse, di convocare gli uomini alle armi e di amministrare la giustizia. Avevano inoltre vaste clientele di vassalli costituite da signori minori e da cavalieri; possedevano patronati su chiese e monasteri, diritti di avvocazia.

Essi poi si attribuirono il titolo di principi, duchi e talora anche re.

Non tutti però furono succubi alla dominazione dei principati. Così uomini liberi si riunirono sotto un’unica bandiera raggruppandosi attorno ad un vecchio ed ormai abbandonato castello e formando quelle società di liberi comuni indipendenti.

Il braccio della Chiesa però, dopo la discesa dei franchi in Italia tese ad appropriarsi della libertà di questi comuni e principati. Nacque così la contesa delle terre degli uomini tra la potenza della Chiesa guidata da Giovanni XV° e l’imperatore Ottone III° trascinando dietro di sé signori e comuni per vincere una lotta che per secoli si sarebbe protratta devastando e soggiogando la terra nella quale gli uomini tentavano di costruire una vita più dignitosa e affermata.

Ed ora, la lotta per il potere è già cominciata nella dimenticata e marginale Marcha in un Italia incerta ed in balia di mai insaziabili e continui conquistatori stranieri.