News e Annunci Hogwarts Mystery - GdR

Unbowed, Unbent, Unbroken {Éire Division}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 14/09/2023

L’impetuosa pioggia s’infrangeva inerme contro la superficie d’un ombrello scarlatto – unico prepotente guizzo di colore nel nefasto grigiore del crepuscolo di quel giorno d’estate, castigato da un impietoso temporale. Incurante delle intemperie, una solitaria figura s’arrestò di repente nel suo lento incedere per osservar un cancello corrotto da rossastra ruggine e soffocato da vermiglia edera, scorgendo ciò che sol ai suoi smeraldini occhi era concesso vedere: il maniero della sua famiglia. O, quantomeno, ciò che restava di esso dopo che le fiamme lo avevano divorato, insaziabili e fameliche, forse bramose di ridurre in cenere persino la dannata memoria di coloro che lo avevano abitato – malfattori...assassini...mostri…
- Si è persa, signorina? - una voce sovrastò il suono della pioggia battente, rombante come l’eco di tamburi di guerra, ma la giovane Strega non diede segno d’averla udita, sul volto da eterna fanciullina astuta e spavalda una maschera d’algido distacco. Opposta, ostile persino, al fermento che custodiva nell’intimo, devastato da un demoniaco Ardemonio di velenifere e cocenti emozioni, aizzate dal trovarsi innanzi a quel cancello...a quella dimora abbandonata proprio com’ella medesima...corrotta proprio come la sua anima.
Senza dubbio, tornare dopo tanto tempo nel loco in cui era cresciuta proprio quella sera non era stata la scelta più saggia. Lo realizzò nel momento in cui vide la sua mano tremar ad un soffio dall’aprire le ferrigne sbarre che aveva dinnanzi, bramosa di varcarne la soglia eppure timorosa d’esser sopraffatta dal dolore nel farlo, com’invero era già accaduto in precedenza. Un rischio che era conscia di non poter correre, giacché la attendeva a breve un incontro per cui doveva essere libera da ogni puerile sentimentalismo e lucida, padrona della situazione e in perfetto dominio dei suoi istinti e dei suoi sentimenti.
Eppure...era come se la sua mente fosse prigioniera d’un incanto che l’aveva condotta al cospetto di quella dimora e che la stava attirando irrimediabilmente nelle sue spire. Un incanto a cui fu sul punto di cedere, con le dita d’amante e d’aguzzina avviluppate alle sbarre, con tanta veemenza da farsi male. Un incanto a cui voleva cedere, poiché oltre quelle mura sapeva che sarebbe stata travolta dai ricordi di suo fratello...che l’avrebbe visto in ogni stanza, in ogni corridoio, in ogni loro nascondiglio, come se non se ne fosse mai andato...come se fosse sempre stato lì ad attenderla...come se non l’avesse mai lasciata sola…
“No...non posso...non adesso…!” di repente si staccò da quel cancello con violenza e il metallo irruvidito dal tempo le graffiò la delicata pelle della mano, aprendovi un taglio da cui sbocciarono esili e vermiglie lacrime di sangue: una ferita superficiale che l’ultima superstite della propria stirpe osservò in tralice, sulle labbra un non vaticinato sorriso amaro, mentre rifletteva su come quel taglietto non fosse nulla in confronto alla sofferenza che le aveva distrutto il cuore...martoriandolo sin a ridurlo in cenere. Una sofferenza che la sua medesima famiglia le aveva inferto, senza che però ciò le impedisse di divenir a poco, a poco il fedele riflesso d’ognuno dei suoi membri. Malfattrice...assassina...mostro...
Altre voci sconosciute in lontananza, accompagnate dal rumoreggiare di passi affrettati nelle pozzanghere, la indussero infine a dare le spalle a quel cancello e a voltarsi per osservar dei ragazzini che correvano dall’altro lato del vialetto di quel quartiere residenziale, fradici eppure sorridenti – spensierati come ad ella non era mai stato permesso d’essere. Ne scrutò silenziosa i volti, in cerca dei tratti della figlia dell’irlandese dal tumultuoso trascorso che la attendeva nella sicurezza del suo appartamento, senza tuttavia trovarli. Pertanto, non appena vennero inghiottiti da una strada laterale proprio come l’uomo che poc’anzi l’aveva avvicinata, il velenifero frutto d’un albero oramai ridotto in cenere s’allontanò a sua volta nella direzione opposta, derubando quel bigio palcoscenico d’ogni colore.
Giunta all’incrocio al termine del vialetto, però, s’arrestò nuovamente nel suo incedere, notando una figura famigliare approssimarsi nella pioggia.
- Kain? - il quartiere in cui il Capo Auror dell’EIRE viveva non era molto distante da quello in cui Roxanne era cresciuta, eppure non poté che meravigliarsi d’incontrarlo lì... a pochi passi dalla villa abbandonata e obliata della sua famiglia. Indugiò infatti per qualche battito di ciglia prima d’annullare la distanza che li separava, turbata da quel fortuito incontro che non aveva calcolato...una variabile imprevista che le impedì di domar appieno la furia del demoniaco Ardemonio delle sue emozioni prima d’affrontarlo.
- Hai dimenticato il nostro appuntamento? - fece sbocciar un impertinente e ironico sorriso sulle sue labbra, mentre incrociava lo sguardo d’affilate lame dell’uomo dal ferito cuore corazzato nel metallo. Ostentando una spavalderia che invero nel profondo non serbava nel petto...non in quell’istante in cui ancora stava raccogliendo i cocci di sé medesima dopo essersi infranta contro il cancello del maniero della sua famiglia, come la pioggia contro il suo ombrello.
- Perché volevi vedermi? - allorché le aveva chiesto d’incontrarla in privato quella sera, Kain era stato ermetico sulle sue motivazioni e Roxanne non aveva potuto far altro che inchinarsi al suo desio di segretezza. Una segretezza che anziché farle temere d’esser stata scoperta nei suoi inganni, l’aveva per qualche battito di ciglia indotta a pensare che l’irlandese dallo sguardo di tormentate acque avesse scelto di confessarle la verità su suo fratello. Un pensiero irrazionale che aveva scacciato svelta dalla sua mente, ma che comunque era riuscito a destare nel suo petto la speranza di ritrovare Robin – una fiamma che non s’era mai del tutto estinta…che si rifiutava di farlo. Com’ella non fosse altro che una sciocca ragazzina che preferiva seguitar ad illudersi, avvelenandosi con effimere e futili speranze, piuttosto che accettare la spietata durezza della realtà.
In lontananza, l’urlo d’un tuono lacerò la quiete della pioggia battente e mentre osservava le nubi assumere forme grottesche, per un attimo alla fanciulla dalle plurime maschere parve di scorger ancor una volta il profilo demoniaco del Marchio Nero, così com’era stato mostrato dalle prime pagine di tutte le testate giornalistiche nelle settimane precedenti. Ed innanzi a tale fugace abbaglio, non poté che domandarsi se non fosse quella la ragione per cui Kain l’aveva convocata: che il latente sospetto che il Capo Auror ed il suo Vice credeva nutrissero nei suoi riguardi fosse stato di repente aizzato dalla comparsa nel cielo di Londra di quel simbolo di sventura e di morte?

Who's the Puppeteer? {S.S.M.A.}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 12/09/2023

L'aria nel campus è elettrica e pesante, nel guardare i passanti si ha la sensazione che siano tutti in guardia e con la coda dell'occhio rivolta verso le proprie spalle. Come dar loro torto? Ciò che è accaduto poche ore fa tra queste mura ha dell'incredibile, il giungere della notizia ha colto di sorpresa persino me, intaccando per un momento il freddo stoicismo di cui sono rivestito: gli Inferi non sono un gioco, dei mostriciattoli con cui scherzare facendo loro i dispetti. Al pari dei lupi, andrebbero divelti dalla faccia della terra, così da poter far respirare il mondo ed i suoi abitanti, finalmente liberi dal loro olezzo.
Qualcuno è stato talmente pazzo da volersi invischiare negli affari dei morti, e a pagarne le conseguenze sono stati studenti e professori, che comunque hanno trovato la forza di lottare per sopravvivere. In parte li ammiro, questi estemporanei guerrieri, e se il lavoro da auror m'importasse veramente effettuerei le indagini con un forte senso di responsabilità... Invece, come tutto il resto, sono solo l'ennesimo scalino che mi porterà in cima, laddove voglio arrivare. Il fatto che Ramirez mi abbia messo a capo dell'operazione è stato curioso, ma immagino che l'amico dei cani voglia mettere alla prova la nuova leva per controllare che sappia fare il suo lavoro. Chi sono dunque io per deluderlo? Il falso Augie Norrell farà il bravo detective, utilizzerà le abilità del cacciatore di creature che è sempre stato, e quando lancerà il responsabile davanti ai piedi del Capo Auror sorriderà sapendo di avere la lama più vicina alla sua gola. Ovviamente non sono da solo, due colleghe mi affiancano nella missione e davanti a loro, ogni qual volta ci siamo incrociati, ho mostrato la maschera dell'affabile giovane con la testa sulle spalle che ha intenzione di fare il suo dovere per il bene della comunità. Che mi trovino simpatico o meno, poco m'importa, il fulcro di questi contatti umani è il riuscire a non dare troppo nell'occhio, ed in questo mi ritengo bravo. La mia opinione sull'operato di Suarez e Bell per ora rientra nella media: sanno fare il loro lavoro, seppur la seconda in futuro potrebbe risultarmi irritante a causa della sua fastidiosa abitudine di fare battute. In caso, vedrò di nascondere ottimamente il fastidio.
-Ci occuperemo innanzitutto di raccogliere un paio di testimonianze, poi analizzeremo i sotterranei.- dico con tono serio alle due mentre ci dirigiamo verso le piccole aule contigue che il nuovo rettore ci ha gentilmente prestato per parlare con le giovani donne. I primi rapporti parlano di sei persone coinvolte nell'attacco, due professori e quattro studentesse, si sono trovati sopraffatti dagli Inferi e poi sono finiti in una zona nascosta dell'Accademia a causa di un crollo del terreno nel cortile interno dell'edificio principale.
-Bell, tu parlerai con Heather Peverell, la professoressa di Pozioni e Alchimia. Ha visto le aule ed è stata partecipe della visione di gruppo, quindi potresti concentrarti su quello per carpire quanti più dettagli possibili.- l'auror è una legilimens, in casi estremi potrebbe entrare nella testa della Peverell, in caso i ricordi della donna fossero poco chiari.
-Io e Suarez ci occuperemo di Morgan Morrison, l'unica ad essere stata morsa. I medici del San Mungo dicono che non presenta alcun segno d'infezione, ma le presterei comunque un'occhio di riguardo durante l'interrogatorio, giusto per essere sicuri.- so che gli Inferi non sono contagiosi, il percorso per diventare come loro è un altro, eppure l'istinto da cacciatore mi dice di non abbassare troppo la guardia. Gli uomini sanno essere folli, non vorrei mai che il responsabile volesse replicare l'abilità dei mannari per chissà quale scopo malato.
-Una volta finito ci troveremo in cortile. Buon lavoro.- con un cenno del capo mi congedo dalla Bell, ed apro la porta dell'aula in cui ci sta aspettando la bionda studentessa di Giornalismo. Le è stato chiesto di lasciarsi scortare fin qui da un nostro collega, la sua esile figura è seduta sulla sedia dinnanzi alla cattedra e dalla sua espressione sembra ancora parecchio scossa, forse persino timorosa per ciò che sta per avvenire.
-Signorina Morrison, grazie per essere venuta.- le rivolgo un tiepido sorriso, nulla di troppo amichevole o distaccato, è quel giusto bilanciamento tra professionalità ed empatia che un'auror dovrebbe mostrare. Se m'importasse davvero qualcosa di lei, forse sarei decisamente più gentile.
-Come si sente? Io e la mia collega vorremmo farle qualche domanda, se non le spiace. Sappiamo quello che le è successo, quindi può prendersi tutto il tempo che vuole nel rivivere i fatti, e se deve prendersi una pausa non esiti a comunicarcelo.- rivolgo un'occhiata a Suarez per provare a leggere la sua espressione, ed al contempo invitarla con lo sguardo ad aggiungere altro o iniziare questa pantomima, prima che la ragazzina ci scoppi a piangere davanti.

La benedizione delle tenebre {Mangiamorte}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 11/09/2023

Il mondo fuori dalla finestra era illuminato da un sole estivo che lo trasformava in un quadro dai colori accesi e sgargianti. Gli alberi del viale sembravano brillare di un verde innaturale, mentre ogni passante che percorreva il marciapiede si trasformava in un caleidoscopio di riflessi desinato a gridare la propria presenza a chiunque avesse la dubbia fortuna di guardare nella direzione giusta. La scia di un aereo, lontana anni luce, tagliava in due il cielo, di un azzurro così intenso che sembrava voler gridare al mondo tutto il proprio amore per la vita. Perfino gli uccelli che saltavano da un ramo all’altro senza tregua sembravano scaglie di energia lanciate sul tavolo della vita, e seppur indebolito dai vetri il loro cinguettare riuscita a raggiungerlo, quasi volesse deriderlo.
Kostia indietreggiò di un passo, tirando le tende a far precipitare la stanza nella penombra. Nel giro di qualche minuto gli occhi si sarebbero abituati alla luce calda che veniva da lanterne e candele, permettendogli di tornare a vedere normalmente.
- Grazie di essere venuta - di tutte le persone che si era trovato intorno dopo la sua liberazione, Roxanne era l’unica che Kostia non aveva conosciuto PRIMA. Fidarsi di lei gli perfino meno naturale di quanto non gli fosse abituale e se non fosse dipeso dalla garanzia di Eleonor l’ucraino non avrebbe mai permesso alla donna di toccalo, men che meno di decidere cosa dovesse assumere per ricucire le ferite che aveva nella testa.
Mosse una mano, facendole segno di sedersi.
La sala era un piccolo studio che Kostia aveva ritagliato per sé, con un’ampia scrivania già ingombra di carte e un angolo con due poltrone e un tavolino. Kostia chiuse un volume che aveva lasciato poggiato su una delle due poltrone – il catasto aggiornato di Diagon Alley – e lo posò sulla scrivania prima di accomodarsi.
- Come hai potuto vedere ora riesco a gestire meglio sia la luce del giorno che gli spazi aperti - le disse indicando la finestra. I primi tempi dopo la sua liberazione gli era impossibile gestire entrambe le cose, figurarsi nello stesso momento: adesso non solo riusciva a uscire, seppure con il favore delle tenebre a limitare gli stimoli cui sottoporsi, ma pian pianino sembrava riuscire a esporsi alla luce.
- Non avrei mai pensato di essere costretto a fare la vita del vampiro - commentò, serio in maniera tale da rendere difficile capire se stesse scherzando o meno. Con i vampiri condivideva però un altro aspetto: era morto per un po’, ed ora era tornato. Chi avrebbe mai detto però che sarebbe stato così difficile?
- Comunque… sono ancora le allucinazioni a darmi problemi. Le voci. Le pillole che mi hai dato aiutano a tenerle a bada ma pur sapendo che non è possibile le ombre… ecco, continuano a parlarmi. E non è piacevole, visto che le tenebre sono la mia unica benedizione in questo momento -

Spill the truth {Hogwarts}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 10/09/2023

Il Ministro Nott spolverò la cenere verde che era rimasta sulle spalline della giacca di lino chiaro, prima di recuperare la cappelliera in pelle di drago che aveva posato sul tappeto dell'Ufficio del Preside, appena uscito dal camino.
Nott non amava particolarmente la Metropolvere ma per alcune situazioni la reputava una rapida soluzione qualora si dovessero trasportare oggetti importanti.
-McCormac, la ringrazio dell'attivazione del camino: mi ha risparmiato molto tempo che preferirei trascorrere con lei e la nostra ospite. E' già stata convocata?-
Ospite sicuramente non era la parola più adatta ma si confaceva alla natura "informale" di quell'incontro non annunciato: sicuramente Every Westwood non si sarebbe aspettata la visita del Ministero della Magia in persona vendendo invitata da Jack McCormac nel suo ufficio per una chiacchierata.
Avrebbe lasciato che in quanto "padrone di casa" fosse il Preside ad occuparsi dell'accoglienza della professoressa di Erbologia. Nott si sforzò tuttavia di sorridere amabilmente, come solo un politico sa fare, tendendo la mano alla donna e accennando un piccolo cenno del capo.
-Finalmente ho il piacere di conoscerla di persona signora Westwood: ho sentito molto parlare di lei. Charles Nott, Ministro della Magia.-
Inutile essere aggressivi, Nott sapeva bene che il Preside non era famoso per i suoi modi cortesi e garbati e non c'era assolutamente motivo di alzare i toni se la signora si fosse dimostrata collaborativa.
-Perdonerà i pochi convenevoli ma la mia agenda è piuttosto ricca di appuntamenti ultimamente e temo di avere poco tempo a disposizione da spartire con voi. Verrei dritto al punto signora Westwood se non le dispiace... prego, beva.-
La breve pausa che seguì aveva la sola funzione di dare quei pochi secondi alla Westwood per annuire a quella che in realtà era una domanda puramente retorica e di accettare il bicchiere d'acqua che le veniva offerto dall'elfo domestico di servizio.
-Vorremmo chiarire la posizione di lei e della sua famiglia se possibile, nei confronti di suo fratello Castiel Westwood e della sua condotta.-
Nel caso in cui la signora Westwood avesse avuto qualche dimenticanza al riguardo Nott era sicuro che Jack McCormac fosse in possesso di tutta la documentazione necessaria a rinfrescarle la memoria. In caso contrario Charles aveva sempre con se due copie di tutto l'occorrente.
-E se può fornirci tutte le informazioni su di lui di cui è in possesso. Dopo che avrà bevuto.-

Not like us {Mangiamorte}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 07/09/2023

“Ti conviene concentrare le tue aspettative su qualcun altro. La mia fede è incrollabile: chiunque ostacoli la causa è un nemico.”
Eleonor scrutò gli occhi chiari di Castiel per un paio di secondi, come a cercare nella sua anima il fondamento di quell’asserzione. La devozione che vi lesse era autentica, tanto bastò ad acquietarne l’animo.
-Lieta di sentirlo-, annuì poi con un cenno del capo in sua direzione, confermando che anche per lei quella conversazione poteva considerarsi chiusa. Almeno per il momento. Il traditore di cui dovevano occuparsi meritava priorità assoluta mentre l’imprevisto sorto con gli Harris poteva aspettare.

Fatta eccezione per Castiel Westwood, Eleonor non aveva mai avuto occasione di interfacciarsi con gli altri parenti della famiglia del Mangiamorte. Non conosceva Mark Harris se non attraverso le informazioni pubbliche e quelle reperite dalle sue spie. Affermato giocatore nel mondo del Quidditch, di recente era tornato su suolo anglo-sassone per presentare la sua candidatura come Auror a servizio della S.S.M.A., sotto il comando del Capo-Auror Dell Ramirez. Se quell’informazione si fosse rivelata fondata presto avrebbero avuto un problema a cui far fronte e lo avrebbe avuto anche il Mago. In virtù del ruolo che Castiel aveva avuto nel gruppo e della fedeltà assoluta mostrata verso la causa, come cortesia nei suoi confronti aveva ritenuto opportuno non partire col piede di guerra al primo accenno di fumo: Kostia e Roxanne sarebbero quindi andati in avanscoperta per verificare le sue informazioni e per dargli un’unica possibilità per tirarsi indietro.
-Ho un incarico per voi-, aveva annunciato ai suoi due ospiti, non appena riuniti nel salone. I due maghi avrebbero trovato davanti a sé la copia di un documento ufficiale, una candidatura nella S.S.M.A. a nome di Mark Harris.
-Questa è l’ultima candidatura pervenuta al Capo Auror Ramirez. Forse il suo nome non vi sarà nuovo: del resto, non avrebbe attirato la nostra attenzione se non avesse deciso di schierarsi dalla parte sbagliata-, con uno sventolio della bacchetta Eleonor fece comparire sul tavolo alcune fotografie del mago nei luoghi che era solito frequentare: lo stadio di Quidditch dove era stato solito allenarsi, il negozio di fiori di sua madre Every e l’Accademia di Arti Magiche dove aveva fatto visita ai suoi amici.
-Pare che Mark Harris intenda dare una svolta alla sua vita rinunciando alla sua carriera nel Quidditch. È necessario chiarire la sua posizione senza impensierire suo zio e sua madre. Motivo per cui affido a voi un compito tanto delicato... sono sicura che lo tratterete con il dovuto riguardo.-, concluse ironica, guardando prima Kostia, poi Roxanne. Era certa che in tal senso entrambi i suoi Mangiamorte si sarebbero rivelati molto creativi. Davanti alla famiglia non era da escludere che Castiel avrebbe avuto un’esitazione, motivo per cui aveva scelto di estrometterlo dalla ricognizione; inoltre per l’ex braccio destro di Moon e l’ultima dei Wylefire poteva essere una preziosa occasione per conoscersi meglio e consolidare il loro legame.
-Attualmente pernotta al Paiolo Magico. Avvicinatelo con discrezione e assicuratevi che recepisca il messaggio: con noi… o contro di noi.-, la posizione di Mark avrebbe potuto essere un fastidio tanto quanto un vantaggio, utile nel caso in cui si fosse prestato come loro spia. Stando a quanto confidato da Castiel il nipote non avrebbe mai accettato di collaborare volontariamente – ma non era necessario che lo facesse di propria sponte.

1° Censimento del Gdr {News}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 31/08/2023

Bonus riscattato:frequenza lezioni 100% {Hogwarts}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 31/07/2023

Coppa delle case + news {Hogwarts}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 28/07/2023

Bacheca Incarichi Mangiamorte {Mangiamorte}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 18/07/2023

There's no place like home {Hogwarts}

News di Hogwarts Mystery - GdR del 26/06/2023

Quando aveva ricevuto il gufo del vecchio Jack, Karen era rimasta spiazzata dall’incredulità. Tutto si sarebbe aspettata fuorché vedere nella propria posta quella lettera dorata scintillare sul fondo scarlatto. Il prossimo anno sarai Prefetto, le aveva scritto nella lettera. Corrugando vistosamente le sopracciglia la ragazzina si era voltata verso Logan, che non aveva mancato di prenderla bellamente per il culo.
-Ah ah, bella trovata ma guarda che non ci casco… mi ci vedresti? Prefetto! Io?! Fa ridere solo a pensarla.-, la conferma arrivò dal diretto interessato in tarda mattinata quando li raggiunse per pranzo e Karen non era riuscita a replicare dalla sorpresa. Il vecchio allora non stava scherzando: l’aveva davvero scelta come Prefetto. Al di là dell’imbarazzo iniziale si scoprì contenta, perché significava che lo zio Jack, nonostante tutte le cazzate fatte durante l'anno, aveva creduto ci fosse qualcosa in lei che valesse la pena valorizzare. So che mi renderai orgoglioso, concludeva la lettera, e il Preside ci aveva preso: Karen si sarebbe impegnata per meritarsi la sua fiducia.
-Un evento del genere ricapiterà al prossimo allineamento dei pianeti, merita di essere festeggiato… che ne diresti se invitassimo Daisy e André per qualche giorno qui da noi? Non sono mai stati nell’Offaly, è l’occasione perfetta per mostrarglielo-, la scoperta delle altre spille le aveva dato il pretesto perfetto per organizzare una reunion verde smeraldo, offrendo a Logan l’occasione per ampliare la sua cerchia amicizie. Sebbene l’irlandese fosse amichevole ed espansivo con tutti, Karen aveva avuto l’impressione che nell’ultimo anno non avesse legato in modo significativo con nessuno dei loro compagni e ne era dispiaciuta. Con Daisy e André se non altro aveva notato una certa simpatia, quindi… non ci pensò due volte a inviare gli inviti, con una piccola clausola aggiuntiva.

6 Luglio, Kinnitty. McCormac Manor

-Non sbirciare… ci siamo quasi-, per una questione meramente pratica lo aveva bendato guidandolo fino alla capanna in mezzo alla radura, dove la musica accolse gradualmente il loro arrivo. Tutto procedeva come da piani: Logan non aspettava l’arrivo dei loro amici fino alla settimana successiva.
-Ora puoi aprire gli occhi-, gli aveva sussurrato in una mezza risata all’orecchio. Karen gli sfilò la benda una volta davanti alla casa, per l’occasione allestita come uno dei pub della zona, con tanto di tavolo con bevande, stuzzicherie varie e torta alla burrobirra. La festa era stata organizzata con la complicità di tutti: portando Logan in ronda con sé, Kain lo aveva tenuto lontano dal Manor per tutto il giorno, dando modo a Karen, Darragh, Daisy e André di ultimare i preparativi. La punta di diamante prevista per il fine serata era la batteria di fuochi d’artificio che aveva comprato da Zonko, dal quale avrebbero preso vita sotto forma di luce le creature magiche più disparate.
-Sorpresa!-, gli schioccò un bacio su una guancia prima di mettersi in disparte e guardarlo con il sorriso sulle labbra.
-Te l'abbiamo fatta sotto il naso... buon compleanno, bifolco!-, Forse Logan non aveva immaginato di trascorrerlo in quel modo, ma sperava che quell'imprevisto gli fosse piaciuto. Per lei la serata non avrebbe potuto essere migliore: era tornata a casa, con i suoi amici e la sua famiglia. Non aveva bisogno d'altro per essere felice.

7 Luglio, notte fonda

-Stupeficium-, il lampo scarlatto tramortì in pieno Darragh, che crollò svenuto lungo il pavimento con un tonfo. L’elfo aveva cercato di fermarne l’uscita dal manor, dove tutti loro avevano trascorso la notte dopo i festeggiamenti, ma era stato colto alla sprovvista da Karen, che stringeva tra le dita l'impugnatura della bacchetta. La ragazza riprese a camminare affrettando il passo, affondando con i piedi nudi nel terreno umido di pioggia. Aveva lasciato la camera di Logan con indosso solo un paio di pantaloncini e il top del pigiama, ma nonostante la fresca brezza estiva sferzasse contro la pelle non sembrava risentire minimamente del freddo.
-Lei era ed è il vento, vede lontano più di chiunque altro- la sua voce risuonò cristallina, distante, mentre intonava un canto che non conosceva.
-Vede risalire dall’oceano la terra come smeraldo, le cascate precipitare, l’aquila librarsi sopra le loro teste- stringendo ancora la bacchetta tra le dita si allontanò dal portone d’ingresso, diretta verso il cuore della radura.
-Sotto la luna, davanti alla grande quercia bianca, oltre il lago una torre si staglia in piedi, loro la aspettano- Karen ripercorse lo stesso tragitto che mesi prima aveva portato lei e Logan all'antro della Morrigan, di tanto in tanto allentando il passo, esitando nel proseguire; la triquetra dello zio, a contatto con la pelle, parve quasi scottare.
-Il filo rosso si attorciglia, il filo bianco lega, la mente sceglie…-, ferma all’ingresso della cripta compì una deviazione che la portò davanti a una parete cava laterale, circondata da rovine. La ragazzina strusciò lentamente ma con decisione il palmo della mano libera contro una sporgenza più acuminata nella roccia: al contatto con il suo sangue una luce scarlatta rivelò lo specchio, alto quanto un uomo e largo il doppio, non rifletteva alcuna superficie. Con le dita macchiate del suo stesso sangue Karen vi tracciò un segno verticale, interrompendosi bruscamente a metà come per fare resistenza a una mano invisibile che le imponeva di non fermarsi. Dall’altro lato dello specchio l’uomo protagonista dei suoi incubi comparve all'istante, nitido come non l’aveva mai visto prima di allora. Abrahm colse l'esitazione nei suoi gesti e non esitò a intervenire.
-È stata una tua scelta, Karen. Temporeggiare è inutile: renderai solo più doloroso questo distacco-, la voce del mago risuonò affabile, quasi comprensiva; la mano della ragazzina venne scossa da un tremito continuo, ma si fermò prima di completare il pittogramma.
-La tua famiglia non verrà toccata in questa guerra, sai di avere la mia parola: devi solo attraversare l’eluvian e sarà tutto finito.-, Karen tracciò un secondo segno obliquo, con dita malferme; il respiro si fece irregolare mentre il cuore batteva così forte che sembrava esplodere nel petto.
-Non sarai sola. Dacci una possibilità e ti dimostreremo che anche noi possiamo essere la tua nuova famiglia- la voce di Abrahm le raggelò il sangue. Non le importava di venir meno al loro patto: voleva restare nella brughiera con Logan e con la sua famiglia. Con loro era felice; sebbene la tentazione di chiedere aiuto per la maledizione che affliggeva Jack fosse molto forte sapeva che un tradimento simile gli avrebbe spezzato il cuore. Tutti loro preferivano farsi ammazzare, piuttosto che vederla consegnarsi al nemico. E lei non intendeva cedere... non poteva cedere.
-Lasciami… stare-, sussurrò confusa, cercando di voltarsi alle proprie spalle senza riuscirci completamente.
-Non voglio ascoltarti-, se lo avesse fatto tutti quelli che conosceva avrebbero sofferto. Si sarebbero esposti a un pericolo mortale per riportarla a casa. Non era quello che voleva: non voleva consegnarsi a quelle persone, eppure la sua volontà non le impedì di completare la costruzione della runa. L’ultimo segno obliquo rese visibile sullo specchio Elhaz, sussurro della vita e della protezione, e aprì il canale che avrebbe connesso la radura al covo di quelle persone il tempo sufficiente per spingere l’una parte a raggiungere l’altra. Karen sarebbe stata perduta per sempre, se la magia involontaria non avesse toccato picchi così alti da spaccare lo specchio, riducendolo in una pioggia di frammenti taglienti.
Quando Karen riaprì gli occhi si accorse di essere distesa su un fianco lungo il pavimento roccioso. Non si accorse di cosa accadeva intorno: le voci dei due maghi che erano riusciti ad attraversare lo specchio la raggiungevano indistinte, allo stesso modo le figure che l’avevano raggiunta erano fumose come ombre.
-Abbassate le bacchette e nessuno si farà male. E' la vostra sola occasione per tornare indietro incolumi, vi sconsiglio di sprecarla!-, fu una voce maschile a intimare l'immobilità; il mago era affiancato dalla stessa strega che lo zio aveva affrontato nel rudere, la stessa che sembrava avere familiarità con Daisy. Fu lei a prendere parola subito dopo, la bacchetta sollevata era pronta ad attaccare.
-Il vostro cammino termina qui: la Veggente viene con noi.-, la strega dai tratti simili a quelli di Daisy si soffermò proprio su di lei, lo sguardo d'acciaio la perforava con fervore.
-Noinin... anche per te è arrivato il momento di tornare a casa. Sei pronta a seguirmi?-

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