Gdr, dadi e regole

13/09/2010 18:29:35

Mi unisco ai complimenti, è un post davvero interessante, non solo per la questione in se quanto piuttosto per farmi un'idea di quale sia il cosiddetto "sentir comune".

Detto questo ho quotato Akajia (e idealmente Sway prima di lei)per ricollegarmi ad una delle risposte di Faber.

Con molta pacatezza Faber, nel caso dovesse venirti in mente che in qualche modo me la sono presa, ti dico che io gestisco una land di D&D e non mi sento di appartenere nè alla categoria dei "bimbiminkia" nè a quella dei "cavillosi".

Come mi capita di dire spesso ai Master che mi aiutano a mandare avanti la baracca: "L'utenza è lo specchio della gestione", così come i giocatori al tavolo lo sono del loro DM. Dunque se sei un gestore/master che ama "la combo", il cavillo accademico, la contestazione che arriva fino alla citazione precisa del paragrafo X nella pagina Y del Capitolo Z del manuale N edito da Wizard of the Coast (evito qualsiasi commento sulla società citata o potrei beccarmi una querela :D) ebbene allora nel tuo sito avrai utenti che seguono quello stile. Semplicemente perchè quello è lo stile che TU hai dato alla tua comunità. Ciò non vuol dire che quello stile corrisponda al GDR denominato "Dungeons & Dragons". Di sicuro non corrisponde al mio stile nè a quello dei ragazzi che giocano con me.

Ora, mettendomi subito al riparo dagli strali di "Jane" (:P) premetto, non sto facendo pubblicità ad un bel niente, semplicemente mi sento parte in causa di un nutrito gruppo di giocatori che non si rispecchia nella definizione che spesso e volentieri viene data di D&D dagli altri giocatori di GDR differenti.

Ci tengo a sottolinearlo non perchè non veda quello che dici Faber. Noi per primi abbiamo spesso a che fare con giocatori del tipo da te descritto. Esistono e sarebbe sciocco dire il contrario. Ciò non toglie che dove gioco io si dedichi un'attenzione quasi maniacale per l'interpretazione, come diceva Akajia,ma nel rispetto "dei dadi"...e dei valori in scheda, aggiungo io. Questo vuol dire che se hai voluto "farti la kombo fika che pompava la forza per spakkare il kranio dei tuoi nemici"....la destrezza per piombare su di loro come un fulmine di guerra e la costituzione per godere della semi-indistruttibilità di Terminator" beh Faber adorato, probabilmente avrai tralasciato di curare i punteggi di intelligenza e carisma. Quindi quando io, DM, ti sorprenderò in chat a fare "il figo" con la donzella di turno, usando le 20 righe di cui ci raccontavi per sottolineare la tua brillante oratoria e l'ineffabile fascino da "tombeur de femme"...uhm....è probabile che ti faccia "pat-pat" sulla spalluccia e ti dica: "Ehi amico mio....ma hai fatto bene attenzione al tuo 8 di Carisma e al tuo 6 di intelligenza? Posso suggerirti di rivedere la tua interpretazione in modo più consono? Eh si perchè vedi, il manuale ti conferirebbe la parlantina di un semianalafabeta e il fascino di un fungoide lurido"

Sarò gentile ed educato, e l'utente probabilmente avrà due alternative:

A) Accorgersi di essere capitato nel posto sbagliato. A cui di solito segue rapida fuga verso lidi più "ameni" e consoni al suo stile.

B) Riflettere sulla possibilità di vedere D&D da un altro punto di vista, quello che da spazio ad un'ottima interpretazione del carattere in giocate durante le quali il dado forse si tira due volte.
Ammetto che sono i casi più rari quelli della "Folgorazione sulla via di Damasco"....ma capitano e con nostra somma gioia.

Concludendo, "D&D è ANCHE i suoi manuali e il comabttimento e il tiro del dado", questo è senz'altro vero. Ma non si riduce a questo. I manuali sono una traccia che serve a perfezionare l'interpretazione, ad arricchire i particolari, a chiarire alcuni punti "poco chiari".

Allo stesso modo i dadi ci soccorrono quando "l'esperto ladro" infila una mano "nella saccoccia dell'esperto cavaliere".

Come ne usciamo? Sono due buoni giocatori (il nostro ladro e il nostro cavaliere). Eccelsi letterati, signori del vocabolo e della sintassi entrambi. Dotati della massima ragionevolezza e di grandissimo fair play. Dopodichè in ballo c'è la sopravvivenza della gilda ladresca o l'onore della confraternita cavalleresca....e quindi?

Hai voglia a parlare di buon senso! Io DM intanto faccio tirar loro il dadino e osservo le caratteristiche di entrambi.

Dai retta Faber, e permettimi: quando il giocatore lo "educhi" (prendere nota delle virgolette e assumerle con cautela e somma umiltà)al buon gioco, che ci siano di mezzo i dadi o meno, mille manuali o uno, avrai buone probabilità di assistere ad una giocata soddisfacente....e senza bisogno di usare "la scacchiera coi quadratini" nè i carrarmatini di risiko ;)

PS: rispettabili tutte le opinioni, con questo non mi sogno di dire che chi non usa i dadi è un cialtrone eh....sono semplicemente gusti e stili diversi ^^

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quota

13/09/2010 19:00:24

Non pensavo che questo topic potesse attirare così tante attenzione!
(ovviamente scherzo, non è il post di un adm che ringrazia tutti dell'affluenza, è un tema che un pò mi stava a cuore e veder che se ne parla fà piacere)

Non sono uno che tira il dado per OGNI cosa, come ogni giocatore rodato ho avuto la mia fase in cui credevo che le regole fossero "tabu", una cosa quasi punitiva verso il giocatore ma è finita da un bel pezzo ... però credo che le regole servano proprio nei momenti critici...

Alcune considerazioni su quanto avete detto, farò esempi così da farmi capire meglio...tentate di capire il concetto e scusatemi per i modi

1)I dadi servono nelle azioni che poco incidono nella storia dei personaggi? in raltà si ma con dei limiti...un allenamento di routine a lotta libera fra due pg necessità di pochissimi tiri di dado e da li la aprte descrittiva può prendere la piega di quel risultato sommarri

2)I dadi però sono INDISPESABILI quando non parliamo di un evento veramente rilevante come un combattimento mortale o una contrattazione da cui dipende il destino di una gilda o di un pg

3)Non corrispondo l'osservazione di chi ha detto: sono un paladino non devo sapere le regole degli incantesimi dei maghi.
Perchè?
Perchè piu e piu volte ho assistito a scene in cui pg rodati/del M che interagiscono con pg di player "niubbi" (perchè si dichiarano tali e chiedono aiuto off nella giocata per ambientarsi) usare poteri che "non avevano" per ottenere favori/informazioni.
Come fà il paladino a difendersi da magie che nemmeno conosce? il mago può sempre dirgli: "ok, il mio dito della morte uccide se manchi il tiro salvezza altrimenti se hai fortuna diventi di pietra!".
Bhe..forse un'infarinatura di quello che gli altri possono "veramente fare" converrebbe saperla.

4)meno regole piu facile giocare?
SI è vero ... perlomeno giocare come lo si intende adesso .. .se leggete i passi 1 e 2 noterete che poche regole e pochi tiri vanno bene quando le giocate sono di routine...concludono poco...assecondano un gioco già deciso (un pò come il difetto di molte land dove vige l'immobilità, la trama è già decisa e quindi un regolamento complesso è addirittura DANNOSO ... non solo perchè non attira l'utenza piu pigra ma ... potrebbe anche portare a inattese situazioni (per quanto rare prima o poi capiterebbe) ...come il pg eroe capogilda che cade per mano di un pg ladro niubbo a cui salta per la testa di pugnalare alle spalle (come andrebbe avanti una storia già decisa a tavolino così? come consolare il giocatore rodato che ha perso tutto?)

5)la cosa che sfugge a tutti è che in teoria con un regolamento chiaro è possibile fare un combattimento senza M...combattimenti per non dire tante altre cose ...un vantaggio da non sottovalutare ma che fà paura a molti perchè dà l'impressione di non ptoer controllare lo sviluppo degli eventi

Poi bhè...non mi soffermo a parlare del fatto che in genere i pg capogilda/dei M sono comunque imbattibili di loro grazie ad aiuti vari...si pompano di punti esperienza, poteri, titoli o altro (pure soldi infiniti ho trovato ma vabbè).
Che dirvi? si inizia da poco...dal nero sul bianco, del resto al massimo se ne parla dopo.

quota

13/09/2010 20:52:23 e modificato da rebelstaff il 13/09/2010 21:00:02

Mi riferisco a questo passaggio Faber.
Dove è chiara, o almeno io così l'ho intesa, la poca considerazione che hai per i giocatori delle nuove edizioni. Se da una parte posso condividere la tua opinione quando dici che il nuovo sistema "invoglia" a quel tipo di approccio, dall'altra ci tenevo a sottolineare che non è così per tutti. Nemmeno per quelli che oggi giocano con quelle regole.
Credo di appartenere alla tua stessa generazione, ho giocato D&D in tutte le sue edizioni, ma non mi sento per questo meno "interpretativo" di chi preferisce altri sistemi di gioco che non siano quelli del d20.
Gioco alla 3.5 oggi e al mio fianco d'altro canto ci sono giocatori molto più giovani che non hanno provato sistemi diversi da quella edizione di D&D che la pensano esattamente come me e quindi storcono un po' il naso nell'essere assimilati ad altri di cui tu ci fornisci un divertente ritratto.

Non era una filippica nè una nota polemica...semplicemente mi piace puntualizzare quando ho l'impressione che si sia stati un po' troppo "lacunosi"...diciamo così

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quota

13/09/2010 21:17:49

credo, che l'esito di un'azione, da parte di un master possa essere dettato in relazione ai seguenti criteri (legittimi):

caratteristica: chi ha il punteggio più alto o possiede un tratto che può aiutare, vince.

dado: vince chi ottiene un punteggio più alto ai dadi (sommato alle caratteristiche).

narrazione: vince non chi ha scritto meglio l'azione, ma il personaggio la cui vittoria rende più interessante la scena (può anche valere al contrario, perdi chi è più avvincente per la storia, per come è strutturata, possa perdere).

Io non ho nulla contro nessuno di questi metodi, credo che la scelta debba dipendere dal gioco che si vuole fare.

quota

13/09/2010 21:25:18 e modificato da rebelstaff il 13/09/2010 21:43:53

Qui stiamo andando in un'altra direzione però Faber. Discussione altrettanto interessante, quella sulle indubitabili "falle" di un sistema o della sua adattabilità al gioco in chat, ma non è il punto che stavamo affrontando, o meglio, che mi sono sentito di puntualizzare così come hanno fatto le due ragazze prima di me. D&D è altro dai quadratini e dai dadi e chi sceglie di giocarci, oggi come 20 anni fa non è detto che abbia in testa solo regole, mappe di heroquest e cavilli. Se non hai incontrato nel passato più recente dei buoni giocatori di ruolo di D&D che sapessero interpretare e appassionarsi alla campagna e ai suoi aspetti narrativi non è colpa del sistema nè delle nuove generazioni che ci si avvicinano, semplicemente....sarai stato sfortunato O.o

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