Pbc e scrittura postato il 21/10/2011 12:01:49 nel forum giochi e dintorni
Giusto per uscire per qualche momento dalla polemica diceless/ruleless, vi segnalo quest'articolo apparso su "Il Fatto Quotidiano" di oggi, circa il rapporto tra scrittura e play by chat.
http://www.michelamurgia.com/di-cultura/melting-pop/strani-modi-per-diventare-scrittori-1 ↗
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21/10/2011 12:18:42
Io stesso non riuscirei a definire meglio quel che è un gioco di narrazione. (rispondendo alla citazione di john)
Nel complesso carino come articolo, fa sempre piacere sentire di qualcuno che è riuscito a trasformare un hobby, una passione, nel proprio lavoro.
21/10/2011 13:41:39
21/10/2011 19:50:49 e modificato da ghennadi72 il 21/10/2011 19:52:18
Michela é sempre in gamba :-)
Io andrei anche oltre: viviamo in tempi assai tristi (a scelta se plurale di "triste" o "tristo") in cui i ragazzi riescono a malapena a scrivere senza l'ausilio del dizionario T9.
Magari in pochi avranno la fortuna di essere notati da una casa editrice per il loro talento come nel caso di Michela, ma già il fatto che in molti imparino a scrivere mettendo le h, le q e gli apostrofi al punto giusto o a non usare congiuntivi fantozziani, quando il sistema scolastico é fallimentare in questo ormai da anni e anni, è un grande progresso.
ps: ma se invitassimo la Gelmini a giocare ai PbC? Capace che magari impara a scrivere e parlare in italiano corretto. Oppure riceve il colpo di grazia definitivo e comincia anche lei a "verbiare".
05/11/2011 01:38:51 e modificato da ghennadi72 il 05/11/2011 01:39:35
07/11/2011 00:38:10
Forse non frequentiamo le stesse persone, ma io vedo che gli amici di mia figlia (vent'anni quasi, quindi direi giovani,) non solo scrivono un ottimo italiano, ricco forse di neologismi e di costruzioni aspre, ma certamente interessante e rivelatore di letture attente e partecipate, ma consumano letteratura in modo critico e denso.
Per cui io tutti sti ragazzi da scrittura T9 e linguaggio scorretto non li vedo, anzi, mi correggo, li vedo in molte generalizzazioni alimentate da una diffidenza forte verso linguaggi diversi.
Il web è ricco di blog di scrittura sperimentale e di poesia giovane (non giovanile neh? :P), i raduni di blogger sono freqentati essenzialmente da giovanissimi, i reading pubblici hanno un pubblico molto giovane e attento, kermesse come "Pordenone legge" vedono anche centinaia di ragazzi.
Non sono di fatto così convinta che le nuove generazioni siano composte solo da analfabeti di ritorno, a volte credo che si preferisca farlo credere :)
Che questi non amino il gioco testuale non so se sia davvero indice di analfabetizzazione o solamente di fruizione diversa della scrittura.
07/11/2011 06:54:32
Hm. Facciamo finta di essere degli alieni, Amneria... :-) Supponiamo che un alieno avesse visto il "web" italiano del quattordicesimo secolo. Ossia che si fosse letto le opere letterarie di Dante, Petrarca, Boccaccio e una manciata d'altri e che sulla base di quelle letture ne avesse tratte delle conclusioni sul grado di alfabetizzazone del popolo italiano nel suo complesso. Sarebbe stato attendibile?
Non è questone di chi si frequenta ma di rappresentatività del campione statistico. Per ogni blog di qualità ci sono dozzine di forum da cui un insegnante di italiano dovrebbe uscire con le mani nei capelli (e autofustigandosi qualora ci trovasse i suoi alunni). E parliamo già di un campione selezionato, formato da persone che già fanno una scelta, mettendosi a scrivere con una certa frequenza. Ne restano esclusi proprio quelli che nemmeno scrivono.
L'esperienza personale può sempre divergere dal dato statistico generale, un po' come nel caso della vecchietta che fa i conti in tasca propria a fine mese e non si ritrova affatto coi conti dell'Istat che le dicono che l'inflazione su base annua é del 2,5%.
Nel caso specifico, affacciandomi su un certo numero di land a popolazione superiore ai 5 utenti iperselezionati a sera su un arco di tempo di circa 10 anni, personalmente temo di dover dare ragione alle indagini Iastat e Ocse-Sials.
08/11/2011 03:14:00
Assaporiamo pienamente l'articolo dell'autrice.
Ci sentiamo di fare una riflessione un tantinello OT, ma pensiamo sia possibile usufruirne come scambio in comune.
La bellezza straordinaria di questo gioco, che affonda nella descrizione e nell'intelligenza interattiva, è anche la "ricerca" che stimola nell'utente.
Una ricerca storica, letteraria, linguistica che si prefigge apparentemente un arricchimento del personaggio e del contesto di gioco, in realtà è una palestra didattica di grande e straordinario valore.
L'unione Europea ha format molto interessanti sul gioco di ruolo, oggi strumento di formazione e ottima estensione creativa, di alcune metodologie didattiche come il "problem solving" e il "problem setting".
L'impostazione di regole, l'adattamento della scrittura alle stesse, la valutazione del gioco e l'evoluzione che, con il tempo, maturano sia il giocatore che il personaggio, sono esercizi di collegamento, intelligenza, relazione che non sempre le realtà lavorative e scolastico-universitarie permettono.
Al di là della semplice nozione scolastica di apprendimento, il concetto di *esercizio* e crescita stilistica è oggettivo e riscontrabile in moltissimi utenti.
Anche la voglia di provarsi in *tentativi* poetici, intendendo per poetica non la tendenza al verso in chat (che non ci piacerebbe granché e da noi, nelle azioni, è proibito) ma l'associazione tra stile e idea che si esprime.
Non gioco un elfo con lo stesso stile che uso con un nano.
Non tutti ci arrivano, ma quelli che lo fanno, sono cresciuti in un aspetto culturale che non è di poco conto.
Al di là della scrittura, c'è, inoltre, la lettura sottolineata pochi interventi fa.
Per un gestore è una soddisfazione portare alla lettura anche fosse solo un utente, ma prima che per un gestore, per un lettore, per una persona, che sa quanto aprire un libro sia un'occasione, da non perdere.
12/11/2011 01:54:04
12/11/2011 15:15:31
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