The Hunger Games Rpg

Quando mi sveglio. l'altro lato del letto è freddo. Allungo le dita per cercare il calore di Prim, ma trovo solo la tela grezza della fodera del materasso. Avrà fatto un brutto sogno e si sarà infilata nel letto della mamma. Ma certo. Oggi è il giorno della mietitura. Mi sollevo su un gomito. Nella stanza c'è abbastanza luce per vederle. Prim, la mia sorella minore, è sdraiata su un fianco, rannicchiata contro il corpo di nostra madre, le guance vicinissime. Nel sonno la mamma sembra più giovane, un po' consumata, ma non troppo male in arnese. Il viso di Prim è fresco come una goccia di pioggia e incantevole come la primula da cui ha preso il nome. Una volta anche mia madre era bellissima. O almeno così dicono.


Katniss Everdeen e Peta Mellark sono morti, bagnando del loro sangue la cornucopia della settantaquattresima edizione degli Hunger Games. Come loro molti altri persero la vita e continuarono a morire per intere generazioni. La terra insistette a muoversi, dilaniando montagne e strappando colline con sbuffi chimici e nucleari. I Monti Appalachi ancora una volta vennero risparmiati. Tremiti profondi tuttavia coinvolsero i distretti, dal primo al dodicesimo, ed ancora una volta si ignorò il tredici ritenuto ormai distrutto. Le fughe, di girone in girone, si fecero quasi incontrollabili ed i pacificatori affiancati dagli Hovercraft ricevettero ordini ancor più intransigenti. L'uccisione, e non solo il taglio della lingua. Morirono a centinaia, per ordine del presidente.
Quando Snow venne meno lasciando il comando ad un ancor più dispotico nuovo presidente, i più poveri tra i distretti subirono l'ennesima stangata venendo ancor più desiri dall'opulenza di una Capitol City che vuole ancora di più. Che vuole ciò che essi non possono dare. Neppure le mietiture per certi versi sembrano bastare, una distrazione temporanea per i folli abitanti della città del lusso. Ma i giochi procedono, le morti si susseguono in bagni di sangue e tributi affamati. Uno solo, il vincitore. Uno soltanto, a compiere il viaggio della vittoria. Ma può essere abbastanza, a discapito di una vita intera? No, complici gli incubi ed i macchinamenti degli strateghi. Non sarà mai abbastanza. E mentre i giochi della fame ancora una volta terminano ancora nessuno sa che qualcosa, sottoterra e nel cielo del distretto tredici, si sta animando. Una forza inarrestabile di chi non è mai morto davvero, di chi si è arreso soltanto in attesa di un momento migliore.