Black Sails Chronicles

Quello che accadde...
E' stata lei a trovarmi, nonostante fossi io a cercarla.
Disse che mi stava aspettando da molto tempo, ed incredulo, mi sono limitato a seguirla restando in silenzio. Attraverso un sentiero che si apriva nella fitta vegetazione secca dell'isola, siamo arrivati sino ad una casetta in cima ad un promontorio. Mi invitò ad entrare e compiendo i passi necessari, varcai la soglia dell'ingresso di quella casetta di legno. Mi guardai attorno ed all'interno trovai un piccolo focolare, con un pasto caldo già pronto.
Era vero e palese, mi stava aspettando!

Mi fece accomodare e lei fece lo stesso.
Un lungo attimo di silenzio mi permise di osservare quella vecchia megera. Mi accorsi di quegli occhi bianchi e senza vita che, nonostante la sua condizione, davano l'impressione di vedere ancora. Forse ciò che notavo nella loro espressione, era solo il ricordo di quando ancora potevano vantare di vedere qualcosa, ma è nell'oscurità che viveva quella vecchia... e chissà da quanto.
I capelli bianchi e sciatti, una statura minuta con una piccola gobba sulla schiena, si appoggiava al suo bastone a mezza altezza perchè faticava a camminare. Vestita di stracci logori e sulla guancia destra di quel volto, una cicatrice. Un'artigliata ad accompagnare quell'espressione che nonostante tutto, risultava malinconica.
La pelle rugosa e raggrinzita, solcata dallo scorrere inesorabile del tempo ed un volto spento, ma palesemente pieno di ricordi.

Nel continente tutti conoscevano il suo nome, pur avendo paura di nominarlo. "La vecchia Janz" è così che la chiamano e sul suo conto, una serie di storie da far rabbrividire. Di lei raccontano che sia in possesso di particolari poteri e strane conoscenze, oltre a possedere una malignità notevole eppure, più la guardavo e più sembrava solo una vecchietta sola e triste.

Trascorsero quegli attimi di silenzio, prima di cominciare a parlare.
La lasciai fare senza interromperla... almeno all'inizio.

Janz :
<<Ero piccola a quei tempi, ma lo ricordo bene, proprio come fosse oggi. La luna in cielo era rossa e sentivo un incessante rumore di tamburi battere un tempo ben cadenzato, a precedere il formarsi denso di quella bruma che apparve all'orizzonte.
Confesso che non avevo paura, ne ero quasi affascinata.
Ricordo che passai molto tempo a guardare l'orizzonte, sino a quando apparve il drago di fuoco a varcare il limite del mare aperto.>>

Una voce affabile, non priva di alcune intonazioni forti. Ero sorpreso ed al tempo stesso incantato, ma non potevo fare a meno di chiedermi, dove fosse tutta quella malignità di cui avevo tanto sentito parlare.

Janz :
<<E' proprio lì che quel drago apparve per la prima volta. Bruciava ogni cosa toccasse e sputava palle di fuoco, ma poi ecco che dal mare un gran numero di navi si fecero avanti. Le vele nere erano spiegate e non si vedeva null'altro, che il fitto nero di quel tessuto ad oscurare tutto quanto vi fosse attorno...>>

La vidi chiudere gli occhi e deglutire, come se stesse vivendo quel ricordo.

Janz :
<<...sento ancora il suono di quei tamburi nella mia testa.>>

In un certo senso percepivo in lei una certa fragilità, ma rimasi ancora in silenzio ad ascoltare.

Janz :
<<Poco dopo, iniziarono le urla della gente ed il fuoco bruciava ogni cosa. Io ero ancora lì a guardare. Osservavo quegli esseri scendere dalle loro grandi navi, non erano umani pur camminando su due gambe. Distruggevano ed uccidevano qualsiasi cosa si ponesse sul loro cammino.>>

Mi misi comodo su quello sgabello e lentamente, cominciai a consumare il mio pasto.

Janz :
<<Ricordo bene come mia madre tentò di prendermi in braccio per correre via e portarmi in salvo, mentre gli uomini cercavano di tenere a bada quelle creature.
E' stata la prima notte bagnata nel sangue ed i giorni a seguire, non furono migliori. Non v'era angolo remoto dove potersi sentire al sicuro.>>

Sembrava avere bisogno di qualcosa:
"Volete dell'acqua?" le chiesi cercando di rendermi utile in qualche modo e lei rispose.

Janz :
<<Zitto... e ascolta.>>

e tornando a guardare quella luna, la vecchia riprese a parlare.

Janz :
<<Con il passare dei giorni si spostarono di villaggio in villaggio e depredarono ogni cosa. Rimase solo cenere dopo il loro passaggio.
Superato il confine del nostro territorio, proseguirono per il continente e tutto quanto vi fosse sulla costa, isole comprese. Sembrava una macchia d'olio che lentamente si cospargeva ovunque... morirono in molti.
Infine, così come sono giunti, sparirono, portando tutto quanto potevano trasportare e da allora, non si sono più visti... ma torneranno.>>

"Cosa avvenne dopo?" le chiesi, poiché ero curioso di sapere e farle delle domande mi veniva naturale.

Janz :
<<Dopo?>>

Ribatté in modo sicuro, riprendendo a parlare.

Janz :
<<Dopo era rimasta solo cenere e riprendersi non fu facile. Alcuni portano ancora segni indelebili sulla pelle..>> e indicò il proprio volto <<Fu una di quelle bestie a farmi questo e forse, credeva di avermi ucciso, ma dopotutto sono ancora qui... eh eh eh.>>

Quella risata non era certo delle migliori. Sembrava sadica e malefica, proprio come risultava dai racconti di cui ero a conoscenza.

Janz :
<<Un uomo prese in mano le sorti di queste terre e costruì Taloria, un regno unico e vasto... il continente.>>

Mi sorrise, ed in quel momento un brivido mi attraversò la schiena, ma feci finta di niente e continuai a mangiare cercando di non guardarla troppo.

Janz :
<<Divenne Re e tutto venne ricostruito, ma questa terra era indomita allora come lo è oggi e strane creature l'hanno sempre abitata. Molte di queste scelsero di vivere nel deserto mentre alcune, erano più avvezze a climi più rigidi. Altre ancora si nascosero nelle foreste e tuttora sono ancora libere di vagare, ma il vero nemico ci trovò anche sulla terra ferma. Dietro la Catena dei Monti Faur, una strana progenie di bestie diede vita ad una nuova guerra. La battaglia non fu facile, ma quel male venne relegato dietro a quell'assurda barriera, che il Re fece costruire per proteggerci.>>

Si voltò verso di me e trovando il mio sguardo e mostrò quel sorriso beffardo.

Janz :
<<...ma se tu sei qui, significa che le cose sulla terra ferma non vanno tanto bene... eh eh eh.>>

Decisi di posare quanto stavo mangiando e ripulendomi con il dorso della mano, presi la parola:
"No, infatti." iniziai in un primo momento "I guardiani fanno il possibile, ma dall'altra parte della barriera, si muove qualcosa e non sappiamo cosa possa essere." non feci in tempo a terminare il mio discorso, che lei prese subito la parola.

Janz :
<<Non sapete? Come fate a non saperlo??
I vostri custodi non hanno forse trascritto la conoscenza e tutto quanto avvenne dopo la morte del Re?>>

La guardai in volto e mi accorsi di quel ghigno malevolo.
"Cosa volete dire?" domandai quasi di getto.

Janz :
<<Semplice... fu il Re a salvarci nella notte della Luna Rossa e fu sempre il Re ad impedire che Taloria fosse distrutta, ma purtroppo morì nel suo intento, lasciando il regno in mano alla sua progenie.
4 figli, che non hanno saputo seguire le orme del padre.
Si contesero il regno, come un cane affamato farebbe per staccare la carne dall'osso. Il regno venne diviso nei 4 Domini, quelli che tu conosci e cominciarono a farsi guerra tra loro. Troppo avidi ed accecati dal desiderio di potere... uno più di tutti...>>

quella pausa mi fu quasi fatale, sapeva che agognavo conoscere la storia e la verità su quanto accadde e con quel suo modo di fare, era capace di farmi tirare il collo.

Janz :
<<...Nestor...>>

Ammetto che un sussulto dei battiti del mio cuore, sembrò colpirmi in pieno, ma nonostante questo riuscì a dire:
"Ma Nestor è morto più di cinquant'anni fa... e dopo di lui tutto andò perduto ed in rovina. Riuscirono a porre una resistenza solo a Zephi, cercando di mantenere quel Dominio intatto, ma gli altri caddero..."

Un certo sgomento cominciava ad albergare nelle mie viscere, ed ero sicuro che quella vecchia ne era la causa.
Il dito indice della mia mano tremolante, si sollevò dal mio ginocchio per indicare proprio lei. Mi aveva raccontato della sua infanzia ai tempi dell'apparizione delle Vele Nere, e quella avvenne molto tempo prima di Nestor.

"Come è possibile?" le chiesi con un certo sgomento.
Avevo timore di farmi sentire dall'altra, nel pronunciare questa domanda.

Janz :
<<Cominciavi a credere che i racconti su di me non fossero veri... eh eh eh... al tempo Nestor venne da me per chiedermi di poter divenire il più forte tra tutti i fratelli, voleva il potere e voleva regnare su tutti, ed io lo accontentai...>>

Gli occhi di quella vecchia sembravano di vetro e da questi, si percepiva tutta la perfidia che li divorava. Cominciai a sentirmi irrigidito, non riuscivo più a muovermi mentre lei, si avvicinò a me.

Janz :
<<Gli diedi ciò che voleva e fu la sua rovina, così come quella dei fratelli. Una maledizione incombe su queste terre, forse più di una, ed i Domini caddero in rovina. In mancanza di una guida, i nobili cominciarono a prendere gli avanzi...>>

Arrivata davanti a me vidi quella mano rugosa toccarmi il volto, per poi sollevarmi il mento. Non riuscivo a parlare o a muovermi, non sapevo proprio cosa pensare.

Janz :
<<Nessuno fu in grado di fare qualcosa, per riprendersi l'eredità lasciata dal proprio Dominio e tornare alla guida della propria stirpe... Tutti indegni!>>

Mi guardò assottigliando quelle palpebre e rendendo gli occhi piccoli come fessure.

Janz :
<<Tu sei qui per chiedermi cosa fare ed io posso aiutarti, ma ogni cosa ha un prezzo... tu sei disposto a pagare il tuo?>>

Avevo ben compreso a cosa si riferisse e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare, era mia moglie e la mia bambina, certo che non le avrei più riviste, ma la vecchia sembrò in qualche modo destarsi dai suoi propositi malevoli.

Janz :
<<Torna dalla tua famiglia e portala in salvo, prima che torni la luna rossa o che le creature varchino la barriera. Stanno arrivando...>>

Si allontanò, ed ammetto che la cosa mi lasciò perplesso. Riuscivo a muovermi e nuovamente ero padrone del mio corpo.

"Ditemi, come fece il Re per salvare Taloria?" le chiesi.
Ero speranzoso di ottenere almeno qualcosa su cui poter lavorare, ma tutto quello che ottenni fu solo una frase.

Janz :
<<Non saranno la luce e il chiarore del sole a farci uscire dalle tenebre, ma la conoscenza delle cose. L'inizio della salvezza è la conoscenza della colpa. Ciò che è stato rubato, deve essere rimesso al suo posto e la ruota tornerà a girare. Ora vattene.>>

Non volle sentire ragioni e mi lasciò andare.
Da allora, non sono più tornato sull'Isola maledetta di Morla.