Bullismo e Gdr postato il 03/04/2012 11:15:52 nel forum giochi e dintorni
Buongiorno.
No, oggi non voglio parlare dei gestori arroganti o dei veterani che si credono la reincarnazione di Gygax, piuttosto della mia esperienza in una scuola elementare di Viterbo.
Pur essendo ormai l'argomento Bullismo passato di moda da qualche anno a questa parte, in molte scuole italiane si registrano ancora vittime di quest'atteggiamento diffuso e pericoloso, che può sfociare, in età più matura, in forme di microcriminalità.
Essendo le scuole primarie il luogo principale in cui emergono i bulli, ho deciso di prendermi l'impegno sociale, per non dire antropologico di demartiniana memoria, di contrastare il fenomeno alle sue origini.
Non cito il nome della scuola che ho iniziato da qualche giorno a frequentare nelle vesti di "maestro" (giusto per far capire ai bimbi che ho qualcosa da insegnargli), ma potete tranquillamente immaginare che sia quella dove andavamo da piccoli, o dove mandate i vostri figli.
In questa scuola un gruppetto formato da sei o sette dodicenni, alcuni ripetenti di quinta, altri di quarta elementare, vessa in continuazione soprattutto bambini di prima e seconda elementare, causando non solo dei problemi comportamentali nelle vittime, che fingono di essere malati e, nei casi più gravi, non escono più di casa, ma anche litigi verbali, e a volte fisici, tra i genitori riuniti negli incontri tra genitori e maestri.
In sostanza questo nugolo di prepotenti sottrae le merendine, a volte i pochi euro che i bambini hanno, ma anche i giocattoli, i giacchetti, i quaderni, e gli zaini, per non parlare delle minacce e delle violenze fisiche, quali schiaffi, pugni, calci e morsi, che perpetuano sulle vittime, e delle "torture", di cui i bulli sono diventati quasi maestri, per assurdo paragonabili agli inquisitori medievali; tra queste sevizie figurano immersione prolungata nei cessi, spesso colmi di liquami, la "tortura dell'imbuto", dove la vittima viene costretta ad assimilare dosi sempre più influenti di acqua da una bottiglia, o la "tortura con il fuoco", dove la vittima subisce bruciature di sigaretta e accendini su diverse parti del corpo.
Non parlo del devastante impatto psicologico che subiscono le vittime, perchè alla fin dei conti sono solo un antropologo.
Inutile dire che la situazione è decisamente preoccupante, e ho deciso di intervenire, da bravo paladino, non solo perchè conosco molte mamme e papà, che frequentavano il mio stesso liceo, ma anche perchè il mio nipotino ha subito violenze nella suddetta scuola.
Aggiungo, inoltre, che fino ad ora il preside è intervenuto in maniera molto blanda, con il disappunto generale del corpo docente e dei genitori.
Senza presentarmi come zio del bambino in questione, ho preso parola in una generica lezione di storia tra i bambini di quinta, nella classe dove si concentravano i "piani alti" del gruppo di bulli, nonchè il capetto, iniziando a introdurre l'argomento alla lontana, e in termini assolutamente generali; insomma non ho voluto subito iniziare una "caccia al bullo", limitandomi invece ad affrontare l'argomento senza sbilanciarmi.
Una volta spiegato cosa sia il bullismo, e non vi stupirà sapere che quasi tutti i bambini sanno perfettamente cos'è, ho deciso di avvicinare ulteriormente i bimbi all'argomento in termini ludici.
Ovvero dicendo: "Bambini. Ora facciamo un bel gioco. Un gioco di ruolo"; sostanzialmente un gioco di ruolo a parti inverse, dove i bulli hanno impersonato le vittime, e le vittime diventavano i bulli della situazione.
Il gioco ha avuto un grande successo, e tutti si sono divertiti. Un pò meno i bulli che, forse per la prima volta, si sono accorti del male che procuravano nelle loro vittime.
Ovviamente ho stabilito delle regole precise, la principale delle quali è stata non solo non usare volgarità, ma soprattutto non perpetuare danni fisici nelle vittime, solo simularli in rari casi; insomma, un pò come accade nelle battaglie dal vivo (anche se non in tutte).
Essenzialmente il gioco si svolgeva in questo modo: siamo andati in palestra e ho suddiviso i ruoli, attribuendo la "classe" di Bullo ai più mingherlini, più grassocci e più timidi, sei bambini in tutto, e la "classe" di Vittima a tutti gli altri, una quindicina in tutto; preciso che non tutti coloro che interpretavano le Vittime erano bulli nella realtà.
Fatto ciò, ho spedito i sei Bulli in un angolo della palestra, mentre ho detto a tutti gli altri di fare ciò che preferivano, come se fossero in cortile a fare ricreazione: c'è chi mangiava, chi parlottava di calcio, chi giocava, e così via.
Trascorsi due minuti, mi sono avvicinato ai Bulli e, all'insaputa delle vittime, che continuavano a giocare o a parlare come se niente fosse, gli ho suggerito di comportarsi esattamente nel modo in cui credono che un Bullo si comporti, per esperienza diretta o indiretta. Ho ripetuto più volte di non arrivare MAI al contatto fisico con le vittime, ma al massimo di minacciarli verbalmente, senza volgarità, rubare le merendine o i giocattoli, o intromettersi prepotentemente in tranquilli dialoghi.
Non credevo ai miei occhi: quei bimbi spauriti si erano trasformati in dei veri e propri leoni, come se in quel momento concentrassero tutta la loro rabbia sopita in una rivalsa che mai avrebbero creduto potesse giungere.
Inizialmente i Bulli avevano un certo vantaggio, perchè, rimanendo in gruppo, davano fastidio a uno, due o massimo tre bambini, mentre tutti gli altri facevano finta che non accadesse niente, fregandosene insomma.
Ma già al terzo bambino infastidito, alcune bambine, e non dovrebbe stupirvi saperlo, sono intervenute, rimanendo sempre nel loro ruolo di "Vittime", e quindi con azioni "On Game".
I Bulli hanno così infastidito, minacciato e sottratto i giocattoli anche a loro, ma ecco che finalmente un maschietto, "fidanzatino" di una delle bimbe, è intervenuto proteggendole.
Il passo successivo era prevedibile: pian piano tutte le Vittime, dal menefreghismo iniziale, si sono stretti intorno ai Bulli, ormai non più numericamente superiori rispetto ai due-tre bambini che vessavano. Il Gruppo delle Vittime ha avuto la meglio.
In quel momento ho deciso di sospendere il Gioco, anche perchè uno dei bambini che interpretavano un Bullo si è messo a piangere; a parte questa nota dolente, tutti si sono divertiti e hanno imparato come contrastare il fenomeno.
Mi diverte rivelarvi cos'ha fatto il vero capetto dei veri bulli: era uno dei più interessati alle azioni dei finti bulli, ed è stato uno dei primi ad aiutare il "fidanzatino" sopracitato; non me l'aspettavo, ma anche lui deve aver capito la lezione.
Ripeterò l'esperienza anche con le altre classi, e già sono osannato come un eroe dal corpo docenti e dai genitori (anche se io non mi definisco affatto tale); inoltre, credo che sia troppo presto per dire che il fenomeno del bullismo è stato debellato. Si dovrà attendere, temo, almeno fino alla fine dell'anno scolastico e l'inizio del prossimo, con l'arrivo dei nuovi bambini di prima elementare.
Vorrei aggiungere, infine, che non ho preso una lira per ciò che ho fatto, e credo che chiunque di voi potrebbe farlo se ne avesse la voglia (e vi assicuro, non serve essere antropologi per contrastare il bullismo).
Ringraziandovi per l'attenzione, vi auguro una buona giornata.
Bug's
03/04/2012 11:24:17
Bravo, secondo me è stata proprio una bella lezione di vita.
Utilizzare il gdr credo sia stata una cosa molto positiva per questa esperienza che hai fatto vivere ai bambini, tienici informati su eventuali sviluppi della cosa.
03/04/2012 11:25:25
Speriamo che abbiano capito per davvero... :-/
03/04/2012 11:30:58
Troppo presto per sperarlo ;-)
03/04/2012 11:37:16
Sul valore formativo dei gdr credo non ci siano dubbi.
Ma che in questi casi "quasi estremi" abbia effetti, potrebbe essere sempre una piacevole sorpresa...
03/04/2012 11:55:45
Credo che un'ora al mese sarà più che sufficiente, sempre se il ciclo verrà approvato dal preside, che continua a pensare che i giochi di ruolo siano diseducativi (forse si riferisce a giochi come il dottore e l'infermiera).
03/04/2012 11:57:58
Na, bug... si riferisce all'immaginario collettivo creato da programmi tv e giornalisti in cerca di servisi sul disagio giovanile
03/04/2012 12:16:23
Sarebbe necessario un altro caso eclatante.
03/04/2012 12:28:41
Ho detto "per assurdo" infatti :-D
03/04/2012 21:47:16
Lavoro in una scuola media e da noi girano dei veri e propri teppisti... un grazie di cuore a chi fa qualcosa per fermarli a pensare invece che fare finta di niente e promuoverli per scaricare il problema ad altri *leggera vena polemica*
04/04/2012 06:54:13
I sacri testi dicono che una delle caratteristiche proprie del "Bullo" è l'incapacità empatica nei confronti della vittima, ossia del riconoscersi in quel ruolo; credo che il tuo esperimento, voluto o non voluto, abbia basi psicopedagogiche molto più profonde di quanto si possa pensare.
Tradotto in termini più banali, da parte di un collega: bravo, bel lavoro. :-)
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