03/10/2013 08:56:06
Inciso a parte: Totalmente assurdo far pesare le abilità del giocatore.
Detto ciò.
Ho giocato a D&D e altri gdr da tavolo e ho giocato a PBC partendo da Lot quando erano ancora 200 iscritti e 50 online.
Trovo che abbia ragione chi dice che il sistema D&D sia del tutto inapplicabile al PBC, perché presuppone un DM sempre presente (impossibile da attuare in chat) e una serie di meccaniche e regole che sono difficili da applicare in questo contesto.
D&D è nato con un target di un DM con una manciata di giocatori che si guardano in faccia e una avventura da seguire, tagliando i punti morti con un "dopo qualche ora".
PBC è nato per un target virtualmente infinito di giocatori, immersi in un mondo sempre attivo e vivo, dove il gioco è (fondamentalmente) in tempo reale e non sempre con presenza di master.
Quindi mi pare decisamente ovvio che il regolamento di uno non vada bene per l'altro.
Da qui a dire che il diceless è meglio non è vero, ma ci sono altri generi di regolamento che si applicano molto più comodamente.
Devono essere tra l'altro regole snelle e intuitive che i giocatori possano applicare anche da se senza un master presente, e sopratutto senza una laurea e calcolatrice di fianco per valutare tiri di dado o simili.
Devono essere regole che tengono conto che spesso la "sfida" in corso non è uccidi l'orchetto, ma convinci tizio a comprare quello che gli propongo oppure minaccia caio per non farlo andare in una spedizione. (esempi assolutamente a caso)
Devono essere regole che tengono conto che la maggior parte delle iterazioni saranno pg-vs-pg e non pg-vs-png con master sulle spalle.
Vi assicuro che si può fare, personalmente ci sto giocando con un regolamento adatto a questo scopo e vi assicuro che funziona bene, senza imparzialità e con chiarezza.
03/10/2013 12:07:53 e modificato da shogo il 03/10/2013 12:09:29
03/10/2013 21:39:01 e modificato da ilgrandeinverno il 03/10/2013 21:39:39
04/10/2013 17:05:17
05/10/2013 00:15:25 e modificato da ghennadi72 il 05/10/2013 00:26:15
Rispondo da giocatore.
PbC é un cappello che copre cose molto diverse. A mio parere é proprio assurda l'idea di una guerra di religione tra sostenitori del modello "cartaceo" (D&D ma non solo) e sostenitori del modello descrittivo.
Play by Chat é un'espressione che descrive un'interfaccia di gioco. L'enfasi sulla terza parola (chat) in realtà dice parecchio. Forse la definizione data da questo portale, gdr online, è più generica e quindi più adatta a coprire tutto.
Idealmente un sistema di gioco online ispirato massicciamente a D&D (passatemi la generalizzazione a intendere "paradigmi del cartaceo", d20 e simili), può fare benissimo a meno della chat, con un buon sistema di automatismi, o rendere la chat esclusivamente un supporto marginale atto a dare un pizzico di interpretazione ad un gioco basatoi sugli esiti. Insomma quel po' po' di fraseggio tra giocatori che attorno a un tavolo di cartaceo avviene a voce e aggiunge un po' di vita e di pepe alle sessioni altrimenti basate sul lancio di dadi, confronto di tabelle, talenti e skill possedute, confronti con mostri png. Senza l'interpretazione anche il cartaceo classico sarebbe solo qualcosa di più complicato ed evoluto di munchkin: un gioco EUMATE, ossia Entra Uccidi Mostro Arraffa Tesoro Esci.
Per questa ragione quando si parla di play BY chat, si cade facilmente in un malinteso. Quel "BY" significa che la chat é qualcosa di più che un mero supporto di contorno: é il fulcro del gioco, il mezzo espressivo del giocatore e quello che rende "vivo" il personaggio. Il personaggio non è "vivo" per i valori che ha in scheda, ma per quello che trasmette attraverso la (BY) chat.
Piaccia o non piaccia, il cartaceo e assimilati sono giochi basati sull'esito. Il play BY chat é intrinsecamente un gioco basato sull'interpretazione.
Di conseguenza é errato sia guardare al pbc come un gioco "limitato" o "snaturato" perchè non fornisce una sistema di esiti certi e neutrali come il cartaceo (neutralità poi... mai visto un DM "ritoccare" il lancio dei dadi per evitare di porre fine al divertimento di una serata a causa di un verdetto eccessivamente duro o eccessivamente clemente del "Dio Dado"? Tadaaaaahhhh ma allora anche il DM da tavolo é soggetto e aperto all'arbitrio decisionale! Carramba che smacco per i sacerdoti della divinità Dado), sia guardare alla ricerca di esiti tipica del cartaceo come se fosse una assurda intromissione del dado in un mondo fatto di fantasia e creatività letteraria.
Il problema degli esiti esiste ed é un problema che ha pieno diritto di cittadinanza nel contesto del play BY chat. E' un problema che dovrebbe porsi seriamente chiunque aspiri a gestire una land di play BY chat.
Poi che sia sciocco e giacobino pretendere che il play BY chat debba per forza conformarsi alle convenzioni del cartaceo é un altro discorso. Chi vuole ha diverse land che provano a riproporre crismi e paradigmi del cartaceo nel play BY chat. Nessuno gli andrà a dire che sono pazzi, che non dovrebbero avere diritto di cittadinanza nel mondo dei gdr online o che rappresentano una manica di sfigati.
La stessa cortesia sarebbe lecito aspettarsela dai sacerdoti del d20 come unica via di salvazione e regolazione del play BY chat. Sarebbe carino che costoro, ogni tanto riflettessero su un punto. Il play BY chat non é, intrinsecamente, un gioco fondato sugli esiti. Di conseguenza sono legittime (e forse anche più attinenti alla natura del gioco, che vede la chat non come un "accessorio" ma come il fulcro - BY - del gioco) le più diverse delle soluzioni alternative al dado, nella ricerca di un sistema di fornitura degli esiti.
Chi ama cercare più il gioco basato sull'esito si orienterà verso le land più efficienti nel perseguire questo stile di gioco. Chi ama più l'interpretazione si orienterà verso le land più efficienti nel fornire opportunità di interpretazione, possibilmente elaborando sistemi di esito che non siano totalmente soggetti al capriccio del master.
Ma per quale motivo si dovrebbe desiderare che una simile varietà e pluralità di offerta debba essere soffocata nel grigiore di un'unica scuola di pensiero?
Non l'ho mai capito e dubito che lo capirò mai.
Troppo buonista e ragionevole come discorso?
05/10/2013 12:07:37
Ghennà, tu affronti questo discorso con l'accetta (e hai dimenticato la superformattazione) ma che non c'entra un ciufolo con "D&D".
Prendendo di petto solo D&D cancelli tutto la restante formazione di un giocatore/creatore di giochi (uah che parolone!).
05/10/2013 12:09:14
Ho letto in ritardo, me ne dolgo infinitamente.
05/10/2013 15:25:05
non posso che quotare quello detto da john galt.
A prescindere dalla meccanica (D20 o altro) il percepire un un sistema che affianchi un meccanismo che tenga conto di differenti fattori da affiancare al tiro di dado come un qualcosa che faccia dipendere tutto dalal casualità e che tolga qualcosa all'interpretazione è una visione un pò
Tutto quello che sta attorno al tiro di dado (statistiche, skill bonus più o meno dovuti alla situaizone) da una base da cui parte il personaggio, un valore di quello che sa fare di partenza. il tiro di dado serve solo a generare quella piccola parte di imprevisto o di diversità che può esserci anche nel solo ripetere una singola azione.
Un esperto scultore per esempio:
partirà dal saper scolpire un cubo di marmo sempre bene (la sua abilità alta di base)
magari delle volte venendogli ancora più perfetto come perpendicolarità delle pareti (in base a quanto fa alto il tiro di dado)
e magari una volta ogni tanto non ci riuscirà non per la sua capacità ma perchè il pezzo di marmo su cui sta scolpendo aveva un punto di rottura che lui non poteva vedere e lo ha fatto sbriciolare (supponiamo un 1)
stessa cosa vale quando si contrappongono i risultati di due pg.
Quanto poi al fatto di limitare l'interpretazione non la vedo cosi.
Il risultato di questo meccanismo abilità più azione da una linea guida su come è risultata l'azione e quindi su come descriverne l'esito.
anzi secondo me può addirittura dare più varietàalle possibilità di descrivere una azione perchè mi può dare una visione più chiara dell'esito, se sono riuscito a fare una cosa perfettamente o a malapena.
06/10/2013 00:42:57
Temo che ci sia un malinteso di fondo. La questione non è se i sistemi che introducono la casualità (tramite simulazione del lancio di dadi o tramite automatismi anche più avanzati e raffinati del dado, vedasi l'esperimento di OiM) sottraendo l'esito all'arbitrio dei master siano un buon sistema o no. Tanto per chiarezza: gioco e ho giocato per anni a cartaceo, anche se ammetto la mia limitata esperienza (D&D vecchissimo set, quello con base, expert, companion ecc, AD&D e 3.5).
Una cosa credo di averla imparata: con un DM incapace di coinvolgere, il sistema di gioco non ti salva dalla serata buttata; non ti salva da serate di gioco insipide; non ti salva da situazioni assurde che anche sistemi ben congegnati (per il gioco da tavolo) come quello del d20 possono creare, nel bene e nel male.
Quello che io contesto é il fervore religioso con cui *TALUNI* guardano alla meccanica di gioco, un fervore quasi fetish, sostenendo che il successo di un gioco (o anche la sua sola credibilità/valore) dipenda dalla capacità di escludere l'orrido arbitrio umano dall'attribuzione degli esiti. Balle. A fare la differenza, anche attorno a un tavolo (ossia nel contesto per il quale il sistema d20 é stato concepito, a differenza del contesto pbc) é la capacità del master. Capacità che non può limitarsi alla conoscenza perfetta del regolamento, dell'ambientazione e della meccanica di gioco. Con un master incapace di coinvolgere i giocatori ti fai due palole così anche attorno a un tavolo. E il sistema d20 non ti salva.
A fare la differenza, nel pbc, é lo staff. Un sistema di regole più possibile chiaro, e uno staff capace di attuarle e coinvolgere i giocatori con aspetti che non hanno la minima relazione con la pseudocasualità introdotta da un algoritmo che simula il lancio di un dado. Quella dell'eliminazione della necessità di un arbitrio umano nel gioco (anche nel cartaceo da tavolo, ma in questo caso nel pbc) é a mio parere una bella (per chi ci crede) illusione. Una illusione, mi si permetta. illuministica. Laddove per illuminismo intendo un becero atteggiamento che tende a squalificare i successi di un tipo di gioco che ha coinvolto e continua ad appassionare migliaia di giocatori ai quali, dell'esito fornito pseudocasualmente da una simulazione di lancio di dado, non gliene frega un tubo perchè non è quello che cercano.
Non sono mai stato un sostenitore del detto "milioni di lemmings non possono sbagliarsi". Ma forse qualche domandina, in umiltà, bisognerebbe farsela anche sul versante opposto. Senza l'arroganza mentale di bollare chi non ama l'applicazione al pbc dei sistemi tipici del cartaceo come "powerplayer" (definizione nata in ambito di cartaceo e riferita ai giocatori che conoscono BENISSIMO i meccanismi regolamentari e si specializzano nello sfruttarli), come sfigati e complessati che non vogliono perdere mai, e quant'altro.
Ponetevi qualche domanda: vogliamo dire che migliaia di giocatori che preferiscono (e riescono) a giocare senza dadi sono tutti dei trogloditi incapaci di capire queal é il vero sesno del gioco, immaturi incapaci di fare i conti con un sistema imparziale perchè abituati ad avere la pappa pronta? Diciamolo pure. Anzi, ditelo se vi fa sentire meglio. Sono un progressista convinto, ma riconosco con un po' di vergogna quello che é da secoli il peggior limite dei progressisti: la convinzione di essere i migliori e gli unici in grado di capire come funziona il mondo, conrapposti alla massa dei più che può essere, al meglio, "guidata" verso il progresso da menti più fini. Io la chiamo arroganza ed ego segreto bisognoso di sentirsi superiore.
Sono di nuovo andato fuori tema? Forse sì. Sta di fatto che quelle migliaia di giocatori ci sono (anche se magari frequentano poco questi lidi).
E siccome ci sono, non è possibile ignorarle, quindi é più facile denigrarle sostenendo che non capiscono. E che noi siamo migliori.
Siamo così migliori, infatti, che stiamo a scannarci e dannarci l'anima per land che quando superano i 50 utenti connessi é un miracolo e che quando superano i 30 c'è da stappare le bottiglie.
Chapeau.
06/10/2013 02:39:49 e modificato da ilgrandeinverno il 06/10/2013 02:46:59
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