News e Aggiornamenti Ex Gratia GDR

Quest | La fine di Black Priest

News di Ex Gratia GDR del 26/07/2025

La pioggia cade nera sul Tempio del Sole, nel quartiere sacro di Datong.
Densa. Viscosa. Come se i varchi aperti nel cielo stessero piangendo fango sul mondo.
E nel cuore di Taiyang, si consuma lo scontro con Black Priest, ultimo ancora in vita tra i generali di Tzevorch. Una creatura oscura, assieme predicatore e mostro egli stesso.

Ma non è solo.

Di fronte a lui si ergono gli eroi cittadini, a difendere il cuore della vita spirituale di Taiyang e dei suoi abitanti. Evangeline, che rinuncia alla protezione della sua maschera e con la determinazione e la padronanza di chi non ha intenzione di lasciare l’esito dello scontro al caso, glielo dice in faccia, chiaro e tondo: no, non lo teme.
Accanto a lei, Plague, ancora segnato dal sangue proprio, dei propri compagni e di Crowed la cui morte grava sul suo spirito. E Connor, lì con loro, che non perde tempo prima di iniziare a sparare, rispondendo alle parole col freddo metallo di cui è parzialmente composto lui stesso.

Sopra le loro teste, intanto, Strix domina il campo e approfitta del vantaggio di posizione per attaccare immediatamente il generale di Tzevorch gettandogli addosso una pioggia di tegole dal tetto del Tempio quasi come fosse la volontà stessa del distretto ad animare quei colpi e ad abbattersi sul nemico.

La Voce del Cambiamento Turgenev, nel frattempo, tiene in piedi la barriera spirituale del Tempio usando i poteri della chiave che attiva le difese extraplanari della città. Una delle quattro chiavi originali, l'unica ancora in mano a un membro della Chiesa del Cambiamento. Sorprendentemente per molti, però, lui è lì in veste di difensore, parandosi a scudo del tempio di cui è custode. Anche quando il nemico gli si para davanti. Anche quando il sangue cola dagli occhi.
Resiste. Tiene duro.
Cade, ma non cede.

Ed è allora che, dal nulla, ritorna Prudence.
Morta, si diceva.
Forse per mano dello stesso Turgenev, secondo alcuni. Non importa.
Lei appare, e si interpone, facendo da scudo e supporto sacro per gli eroi in campo.

Black Priest è ferito. Vacilla.
Ma non arretra. Si contorce, si espande pulsando febbrile, come l'ammasso di oscurità viva che mostra d'essere. I suoi tentacoli inghiottono tutto. Anche Evangeline, che scientemente si lascia afferrare dal mostro e che, tra le sue spire, attiva la sua tuta.

L’esplosione scuote lo spiazzo innanzi al Tempio del Sole.
Luce, fuoco, silenzio.

Il corpo di Evangeline scompare nella melma.
I tentacoli crollano.
Black Priest, ancora in piedi, ringhia il suo odio contro la Chiesa del Cambiamento.
E nel farlo, preda della sua hybris, non si accorge dell’ultima serie di colpi che arriva.

È Strix. Che con la violenza della sua telecinesi, scatena contro il sacerdote una tempesta di tegole. E non è sola.
Connor spara. Plague lacera la mente nemica.
Turgenev stesso si erge in supporto degli eroi mentre Prudence li avvolge tutti con una benedizione che li ha resi in grado di colpire l'ineffabile forma spettrale del loro avversario.

E poi, finalmente, Black Priest cade.

Plague si trascina accanto a ciò che resta di Evangeline. La chiama. Ma invano.
Strix guarda il cielo. La pioggia è tornata normale.
Connor ricarica. Le mani tremano.
Turgenev sviene accanto alla barriera spezzata.
Prudence si inginocchia. Il suo sguardo è rivolto verso est.
Verso ciò che ancora deve arrivare.

Perché anche se il Black Priest è caduto, il coro di Tzevorch non ha ancora smesso di cantare la sua canzone.

Quest | Il Divertitore d'Onda pt. 2

News di Ex Gratia GDR del 25/07/2025

Non c’è più tempo.
La soglia è aperta, il cielo ribolle di creature extraplanari pronte a venirne fuori.
Dove un tempo c’era solo vuoto, ora scende Tzevorch.
Non nella sua forma finale – non ancora – ma abbastanza da devastare ogni cosa.

Intorno al più grande tra i vari Divertitori d'Onda creati dal Sindacato, sistemato sulle montagne tra Kipatauw e la North per riuscire a estenderne gli effetti in un'area il più estesa possibile, schierati in difesa, si radunano altri eroi a fare da baluardo per l'ultima resistenza all'avvento di Tzevorch: Famine, Tabitha, Miss Foxy e Saiken, un'alleanza di eroi che eroi non lo sono affatto, non tecnicamente almeno, nata dai nuovi accordi tra la S.E.X. e il Sindacato di Arti e Mestieri.

A loro, nel momento più difficile e quando il cerchio sacro allestito da Chaoxi, parte del gruppo che nel frattempo opera sul versante opposto, sembra sul punto di spezzarsi, arriva Iron Paper. E stavolta non per scoccare colpi di penna.

Il rituale è in corso un po' ovunque, per quanto le azioni dei difensori di Taiyang ne abbiano minato l'efficacia. Ma Tzevorch non si limita a osservare e così come fa con l'altro gruppo, anche in questo caso plasma dei cloni, copie dei presenti deformate nella volontà e nello spirito.

Il campo si riempie di urla.

Famine è il primo a ingaggiare, cercando di farsi barriera viva tra i nemici e il DO. Tra se stesso e il DO. Accanto a lui, Tabitha si erge forte del potere dato dal frammento di Maman Brigitte, che la guida e la ascolta, e con uno sguardo inchioda il suo doppio sul posto. Miss Foxy combatte come una furia danzante, di lingue di fuoco e fiamme vive dirette verso i suoi bersagli e Saiken si scaglia nella mischia, sfida la sua copia a duello, con movimenti secchi, rapidi e inclementi.

Ma nulla basta.
Sembrano sul punto di avere la meglio quando il cielo si apre.
Ne emerge un avatar di Tzevorch stesso, alla piena potenza possibile.
Non ha occhi. Non ha forma. È un’idea di mutazione incarnata, pronta a distruggerli.

Una distorsione dell’aria si abbatte sul gruppo mettendolo al tappeto.

Miss Foxy viene spazzata via.
Saiken è ridotta al silenzio.
Persino Iron Paper cade in ginocchio, trafitto dentro.
Famine è l'unico che perdura, ostinato. Ferito, ma in piedi.
Mentre Tabitha cade.
Il suo corpo si spegne e a nulla vale la sofferenza dei suoi compagni.

Con uno sforzo disperato, Famine cerca di protendersi verso di lei, per proteggerne il corpo.
Urla. Ma invano. Perché sembra non esserci più nessuno che possa rispondere.

Il DO è ancora attivo. Ma le difese sono in frantumi.
Il mondo trattiene il respiro, nell'attesa del compiersi inevitabile degli eventi.

...forse.

Quest | La fine di Petrova

News di Ex Gratia GDR del 24/07/2025

Il cielo è rosso fuoco, e il distretto di Chi-Chi trema.
Ma non è un terremoto quello che attraverso la città. Un mostro si muove tra i palazzi come una divinità metallica: Petrova, al comando di una macchina da guerra tecno-planare, torreggia oltre i dodici metri, armata di droni e missili oltre i propri poteri. Un colosso. Un dio della distruzione. E sotto di lei, a resisterle, un gruppo di eroi. Un pugno di disperati: gli eroi Capsycina, Dusk, Devil e Azathoth, delle Masks for Justice, e gli alleati che il momento di crisi ha loro offerto, Golden Smoke e Hound, del Kraken.
L’ultima linea per quel lembo di città.

Capsycina apre le danze. Sfreccia sul campo, si lancia alla caviglia del colosso e l’affetta coi suoi artigli. Ma il colosso reagisce, si scuote, scagliandola via come un insetto e bombardando l’area senza remore.
Dusk intanto resta nell’ombra a fare quello che sa fare meglio: trovare le falle, trovare ciò che non torna. E ciò che rileva è che la creatura è in qualche modo viva, non solo una macchina di pezzi di metallo. Ogni pezzo vibra come carne. Si muove come in possesso di una propria mente. L'eroe fa appena in tempo a provare a canalizzare le energie extraplanari, quando un’esplosione lo investe e lo lascia a terra, sanguinante.
Golden Smoke, intanto, capisce troppo tardi che il colosso non è solo un’arma e quando lo fa anche su di lui piovono detonazioni che rischiano di metterlo fuori gioco fin da subito.
Azathoth, non diversamente da Dusk, sceglie di muoversi in qualche modo ai margini della battaglia. Osserva. Valuta. E quando le condizioni lo permettono, agisce con chirurgica precisione. I suoi colpi non sono impulsivi, ma letali, colpiscono per destabilizzare, per aprire varchi. Non combatte per la gloria: combatte per contratto. E, forse, per la soddisfazione di vedere una creatura così perfetta cadere sotto il peso del proprio orgoglio.
Devil, calcolatore e letale, studia i movimenti del gigante per intuirne il ritmo, le fasi, le esitazioni e scovare eventuali aperture in cui infilarsi. In cui si infila, in effetti, quando si muove al fianco di Capsycina per fare a fette quello che era ormai diventato più di un suo avversario: un'ossessione.
Più in alto ancora dei due eroi arrampicati sul colosso, Hound attacca direttamente la testa del mostro, planando in volo in direzione di Petrova stessa e la barriera che protegge il suo volto.
La testa della creatura è esposta.

Il colosso impazzisce. Un doppio colpo al suolo devasta l’area, disintegra edifici, uccide civili. Droni sciamano fuori come vespe, mitragliano tutto.
È vera e propria guerra.
Ma il gruppo non arretra.

Hound, Devil e Capsycina si coordinano. Il primo spacca la protezione cranica dietro cui si nascondeva Petrova mentre gli altri due colpiscono il corpo del colosso, all'interno, lì dove un reticolo pulsante, simile ad arterie, riversa una sostanza nera e viva.
Petrova, colpita, risponde con un raggio soppressore che ferisce Hound. Ma non è abbastanza.

Capsycina, in un ultimo atto di forza, squarcia la carne metallica del colosso... e cade.
Raggiunta immediatamente da Azathoth che cerca di salvare l'insalvabile. È troppo tardi.

L'eroina è stata colpita al volo da un braccio del gigante quando il compagno la raggiunge.
Il corpo si schianta contro il terreno e il silenzio che segue è insopportabile.

Devil, travolto da rabbia e dolore, viene afferrato da una mano del colosso. Ma l’essere è danneggiato e non riesce a stringere la presa.
All’interno della testa, Hound si ritrova faccia a faccia con Petrova. È viva. È cosciente. Gli offre un patto.
Hound guarda il campo.
Guarda Capsycina, spezzata.
E rifiuta.

La colpisce.
La colpisce ancora.
E infine, Devil trafigge il suo cuore con i suoi artigli.
Petrova urla. Il colosso crolla.

Ma non muore.
Non ancora.

Dusk si è teletrasportato accanto a Capsycina per tirarla via dalla linea di fuoco.
Golden Smoke e Jiexie si avvicinano cercando un punto d’accesso. L’anima del mostro, forse.
Ma non basta ancora.

Il colosso si rialza e si trasforma in caotica macchina di distruzione.
Senza più ragione.
Senza più pilota.
Solo furia.

Il gruppo si prepara.
Feriti, stanchi, bruciati.
Ma ancora vivi.
Forse, non per molto.

Quest | Il Divertitore d'Onda pt. 1

News di Ex Gratia GDR del 22/07/2025

La realtà trema.
Il cielo si lacera, il mare si contorce, la terra vibra.
Tzevorch è qui.

Non ancora in forma completa, ma la sua presenza si fa percepire ovunque: nella carne, nel pensiero, nell’aria che non si lascia respirare.
Cinque eroi tra gli altri si radunano attorno al maggiore tra i vari Divertitori d'Onda d'onda creati dal Sindacato, un dispositivo in grado di interferire con il potere extraplanare dell’entità. La loro missione non è abbattere, ma resistere.
E resisteranno.

Chaoxi, heres di Mazu, disegna con mano ferma un cerchio di sale rosa attorno al DO. Un campo sacro. Una trappola. Una protezione. Ed è intorno a lei che si muovono i suoi compagni: Joyce, armato fino ai denti, Hannya, lo spettro dal volto demoniaco, in contatto con la vendicativa Kiku, Morgue, dalle piume di corvo affilate come lame, e Aphkar, che osserva con occhi disallineati tutto ciò che si muove attorno a loro.

Quando il DO viene attivato, la canzone di Tzevorch sembra interrompersi, come messa a tacere. Ma è solo l’inizio. Dalle fenditure del cielo che dovevano vomitare creature extraplanari, scende una sostanza bianca che si plasma, si modella innanzi ai loro occhi dando forma a cinque figure identiche, speculari ai cinque eroi.
Cloni perfetti.
E orribili.
Inviati a far vacillare non solo i loro corpi ma i loro stessi pensieri.

Il primo impatto è brutale.
Joyce viene investito da onde sonore del suo stesso potere mentre Hannya si salva a fatica da una pioggia di piume lanciate dalla falsa Morgue. Chaoxi lotta per mantenere il controllo, mentre il clone di Aphkar agisce sulla sua mente mentre il vero Aphkar risponde impiegando al meglio i propri poteri. Morgue, intanto, la vera Morgue, prova a tenere testa al suo clone lanciando piume a raffica, ma la sua copia danza nell'aria e schiva i colpi in modo quasi beffardo.

Ma nemmeno innanzi all'ombra di se stessi gli eroi arretrano.
Chaoxi invoca Mazu. Un’onda d’acqua scaturisce dalla sua borraccia sacra e travolge il campo. Joyce lancia la sua jeep contro la copia di Hannya. Morgue grida in preda alla frustrazione. Aphkar cura, colpisce, resiste. Hannya si rimette in piedi e manipola la mente del finto Joyce costringendolo ad attaccare la falsa Morgue.
È il caos.

Finché non sopraggiungono i primi soccorsi.
Grazie all'efficacia dell'intervento degli stessi eroi nella prima parte della serata, il primo tra gli eroi del Path of the Unknown arriva nei presso del DO. Oille, lo sciamano ainu, danza non tanto per tener testa ai cloni ma per assicurarsi che i suoi alleati abbiano ancora forza per battere da soli se stessi.
È il momento.

Joyce spara.
Morgue sferra colpi.
Aphkar tormenta le menti.
Chaoxi richiude il cerchio.
Il sale rosa si infiamma. Le copie esplodono, rigettate con violenza ai margini del campo.

Ma non è finita.

Dalle fiamme e dalla luce, scende quello che sembra Tzevorch in persona.
Non ha volto. Non ha nome. È un’idea che ha preso corpo.
Il tempo si distorce. Lo spazio si contorce.
Tzevorch attacca.

Chaoxi cade.
Joyce si lancia su di lei, tenta di salvarla.
Hannya resiste ancora per poco, sacrificando se stesso per lottare oltre i limiti del proprio corpo.
Morgue affronta l’entità con Akai Ame, la katana del Guardiano dell'Est.
Aphkar lo affronta a testa alta, con il coraggio dei condannati.
Ma non c'è niente da fare.

La mano di Tzevorch affonda nel petto di Morgue.
Hannya cade esanime dopo aver finito ogni risorsa a propria disposizione.
Joyce tenta il tutto per tutto in un ultimo colpo disperato verso Tzevorch stesso.
Ma invano.

Tutti cadono. Uno dopo l’altro.
Il mondo si spegne.

...ma è solo un’illusione.

Nuwa dei Pluto, in un’azione disperata, riesce a salvare ciò che resta dei combattenti. Inganna l’entità per pochi secondi. Quanto basta.
Il DO ancora pulsa.
Il tempo, sospeso.

Il prezzo pagato è altissimo.
Ma questa storia, non è ancora finita.
Non qui. Non stanotte.

Finale di Stagione 2025 pt. 2 | Interlude

News di Ex Gratia GDR del 21/07/2025

I primi scontri hanno infiammato Taiyang, ma mentre il caos inizia a spargersi e gli eroi a radunarsi per fermarlo, il rituale di Tzevorch entra nel vivo e per qualche momento ogni speranza sembra sul punto di risultare vana.

Ma cosa succede, davvero, in città?




Puoi leggere il resto delle conseguenze di gioco direttamente in land andando alla sezione Annunci & Comunicazioni > TRAMA GLOBALE | IL REATTORE SOURCE delle Bacheche!

Quanto della città verrà distrutto e quanto verrà salvato?
Il peso di ogni scelta e delle future conseguenze grava anche sulle vostre spalle.

Quest | Scontro a Chi-Chi

News di Ex Gratia GDR del 20/07/2025

Chi-Chi brucia.
Sirene, urla, spari. La città è un campo di battaglia. Le forze dell’ordine e gli eroi del quartiere resistono come possono all’assalto della Setta e dei suoi mostri ibridi, creature metà carne, metà incubo. In cielo, tra i tetti e la strada, si combatte per la sopravvivenza. E tra i palazzi in rovina si muovono Strix e Hound, agenti del Kraken, in compagnia di alcuni membri delle Masks for Justice tra cui Dusk.


Il nemico è ovunque, ma due zone attirano l’attenzione: una barricata assediata e un terrazzo dove un gruppo della Setta maneggia tecnologia rituale. Hound vola verso l’alto come una furia, la pioggia che gli scorre addosso non smorza la sua fame di battaglia. Strix lo segue con un teletrasporto, e in pochi istanti i due si ritrovano tra i nemici. Frecce e colpi esplodono. I cultisti crollano sotto la forza bruta del potens e la precisione chirurgica della telecineta.

Intanto, nell’ombra, Dusk osserva. Scannerizza la zona, traccia mappe mentali, individua un’anomalia: una creatura non viva, né morta, nascosta, collegata a una tecnologia sconosciuta. La sua presenza disturba anche le energie extraplanari. È lì. Aspetta.

Sul tetto, Hound e Strix eliminano i cultisti con efficacia brutale. Ma è Strix a fare la differenza: con uno sforzo di volontà e potere, strappa il macchinario rituale dal tetto e lo scaglia sulla strada sottostante. L’esplosione che ne segue devasta creature e carnefici in basso.
E poi, il nemico vero si rivela.
La creatura perfetta si risveglia. Gli occhi si illuminano. Il corpo si libera dai vincoli. E in un istante, si teletrasporta sul tetto, tra i due agenti del Kraken. Strix viene colpita da un raggio cinetico e scagliata nel vuoto. Hound reagisce con violenza, atterrando la creatura con un pugno che la fa precipitare giù per diversi piani, sfondando i muri. Strix, però, non cade.
Si teletrasporta di nuovo in alto, e con un tono glaciale dice solo:



Inizia la combo di squadra.
Strix guida l’assalto: con la telecinesi avvolge Hound, lo potenzia, lo lancia come un proiettile umano. Hound incanala tutta la sua forza e vola come un razzo, colpendo in pieno la creatura. Il loro impatto devasta due palazzi. Si schiantano sull’asfalto. Il colosso è sventrato.
Ma ancora si muove.
Ancora respira.
È Hound a finirlo, con la violenza e la rabbia di chi vorrebbe poter mettere fine, con la vita della creatura, all'intera guerra appena iniziata. Senza dire una parola, si mette a cavalcioni sulla creatura e con un ruggito disumano, gli dà il colpo di grazia.

Dusk, invisibile, ha osservato tutto. Ha raccolto ciò che può, cercando di carpire i segreti della tecnologia usata dalla Setta. Non riesce a comprenderla del tutto... ma sa che nulla di ciò che ha visto è stato lasciato al caso.
La pioggia si ferma. I rumori della battaglia calano. La città è ferita ma non vinta.
E nel cielo, qualcosa si muove ad altissima velocità.
La crisi non è conclusa.
Chi-Chi ha retto. Ma la guerra per il cuore di Taiyang è appena cominciata.

Quest | Rituale ai Sentieri Sterrati

News di Ex Gratia GDR del 19/07/2025

Il suono delle ruote sullo sterrato e, più che quello, la musica pop sparata al massimo volume dalle casse della jeep rompono lo stallo di una lotta che rischiava di diventare rovinosa. All’interno della vettura, una squadra eterogenea formata da Joyce, inviato dal Kraken, Famine, e Morgue e Saiken, membri della S.E.X. e del Sindacato che agiscono sotto copertura, avanza verso uno dei rituali in corso.


Sul campo di battaglia, a lottare per impedire all'esercito di Tzevorch e ai suoi "fratelli" di usare individui dotati di sangue extraplanare come vittime sacrificali per la loro discesa sulla Terra, alcune Masks del Path of the Unknown e le Figlie dell'Arte di Madam Xiao si scontrano con i cultisti della Setta della Mano Tagliata. Al centro, una barriera mistica pulsa energia rossa all'apertura di un varco extraplanare alimentato dal sacrificio di sangue offerto da quattro officianti.

Il gruppo parte all'assalto con lo stesso sprezzo del pericolo con cui si sono gettati giù dalla jeep quasi ancora in movimento e Joyce apre la strada muovendosi tra le gabbie. Alle sue spalle, Famine e Saiken si dedicano a liberare gli schiavi dalla loro prigione metallica ... e a lottare contro il terrore che suscitano con il loro aspetto demoniaco dovuto alla propria natura di possessus e ai parassiti che prendono il sopravvento.

Morgue si muove subito dietro, elegante e letale, e attiva il Divertitore d’Onda, che Joyce si carica in spalle pronto a diventare bersaglio prediletto dei loro avversari pur di disturbare il rituale in corso.

Ed è in quel momento che qualcosa emerge dal varco. Una donna. Bellissima. Spaventosa. Imbevuta di sangue, adornata con gioielli rituali. È la Signora Rossa.

Con un cenno, lacera l’aria e la barriera trema. I colpi dei presenti – piume, fuoco, proiettili e artigli – iniziano a incrinare il suo guscio. Morgue guida l’attacco a distanza. Joyce le spara due colpi precisi: entrambi vanno a segno. Famine scaglia un masso, Saiken trafigge la barriera con la sua lama organica. La struttura crolla. Il rituale si interrompe. La Signora Rossa li guarda, incuriosita, e poi colpisce a sua volta.
Joyce viene investito da un raggio di sangue. Saiken affronta la creatura in corpo a corpo e viene colpita da un violentissimo pugno al petto. L’aria si fa irrespirabile. La pressione dell’aura della creatura schiaccia il campo di battaglia. Morgue percepisce il pericolo: s’interpone, sacrificandosi per proteggere Joyce e il DO, salvando la missione con il suo corpo martoriato.

Ma gli eroi non crollano.

Joyce, stremato, urla. Lancia un colpo sonico che penetra le difese della Signora Rossa. Morgue, in ginocchio, risponde con una tempesta di piume affilate. Famine, fluido e letale, cerca un’apertura per impalare la creatura. E Saiken combatte con tutto ciò che ha: lame, prese, cadute, uno spettacolo violento e disperato.

La Signora Rossa cade.

Ma il silenzio che segue non è quello della morte. È un inganno. Lei si rialza, nuda, sorridente. Il sangue ritorna a sé, ubbidiente. I suoi gioielli sono spezzati. Ma è sorridendo che li lascia più con una sfida che con un'ammissione di sconfitta:



E mentre la squadra si raccoglie – Joyce che barcolla e passa un farmaco a Morgue, Morgue che si accascia accanto a lui senza parole, Saiken e Famine che tengono gli occhi fissi sulla creatura – la terra di Hollow Spring inizia a tremare.

La battaglia è vinta.
La guerra... ancora tutta da scrivere.

Quest | Rituale alla Piccola Muraglia

News di Ex Gratia GDR del 18/07/2025

Il silenzio che regna nei pressi della Piccola Muraglia è innaturale. Nessun colpo d’arma, nessun grido. Solo l'elevarsi della canzone di Tzevorch, impossibile da ignorare, che si insinua tra gli alberi. Doveva essere un intervento di supporto. Invece, qualcosa è andato terribilmente storto.

Il gruppo composto da Gideon, uno dei tecnici del Sindacato responsabili della creazione del Divertitore d'Onda (il DO), col supporto di Miss Foxy, Aphkar e Golden Smoke, delle forze del Kraken, si fa strada tra veicoli ribaltati e container chiusi a forza. Gli occhi puntati sul DO spento al centro della zona, e sulla figura inginocchiata accanto ad esso. Miss Foxy prova ad esplorarne la mente per agevolare le operazioni di avvicinamento... ma scopre troppo. Quel corpo non è solo umano. Quella mente non solo abitata dalla sua proprietaria. E nel risuonare assordante di molteplici voci diverse, affiora un solo nome: Irina.

Il primo attacco è improvviso e frontale. Irina, toccata dagli effetti della canzone, viene raggiunta alle spalle da una creatura extraplanare: un guerriero senza testa, scudo animato da un volto umano, spada viva e catene che pendono dai piedi. La melodia si fa più forte. La realtà si piega.

Golden Smoke tenta di bloccare Irina, ma invano, Gideon viene ferito, Miss Foxy avanza sotto l’urto mentale del canto, e Aphkar capisce troppo tardi che le forze in gioco puntano a strappare l’umanità dai prigionieri in un container lì vicino.
È una guerra per le anime, non solo per i corpi.

A quel punto, la battaglia si frammenta e mentre Gideon si avventa verso il DO per ripararlo, Miss Foxy si dirige ad affrontare la creatura senza testa mentre Golden Smoke e Aphkar cercano di sfruttare la forza dei numeri per avere la meglio su Irina. I colpi di Aphkar la piegano, la voce di Golden Smoke la chiama per nome in una lingua dimenticata, e alla fine, cade. Il corpo è vivo, ma la mente è spezzata.
Tuttavia, la melodia non si interrompe.
La creatura extraplanare senza testa si alza in volo e inizia a caricare un colpo diretto al DO appena riparato da Gideon che rappresenta l'unica speranza per fermare la canzone e i suoi effetti sugli extraplanari che ne subiscono l'influsso. La sua distruzione segnerebbe la fine.

C’è solo un modo per fermarlo.

Miss Foxy e Gideon si gettano davanti al raggio, facendosi scudi umani per quel raggio. Il colpo li investe, lacera, ma non spezza.
Il DO resiste. La melodia si spegne.
I prigionieri si risvegliano. Golden Smoke, intanto, raggiunge Irina e le somministra un farmaco, perché lasciarla lì a morire, no, non è nelle corde di un eroe. Specie non di fronte al passato che torna a bussare alla porta.

La creatura, ferita, scomposta, ritira le ali e fugge nel cielo. Nessuno la insegue.
Non ora. Non in queste condizioni.

La missione è compiuta. Le vite sono salve. Ma il prezzo pagato – in sangue, sanità mentale e identità – lascerà segni profondi.

Quest | Rituale alla Prigione

News di Ex Gratia GDR del 15/07/2025

La notte scende pesante intorno alla Prigione di Yanluowang, dove un rituale oscuro minaccia di squarciare il velo tra i piani. Non è solo un’operazione militare: è una corsa contro il tempo e contro il terrore. Squadre coordinate si muovono in parallelo. Tra loro, si distingue il gruppo composto da Chaoxi, Mirror, delle forze del Kraken, Hannya e Azathoth, eroi delle Masks for Justice.



Il gruppo si muove immediatamente per intervenire prima che sia troppo tardi, una lancia che fende la notte dritta al cuore di un nemico ancora ignoto. Con loro, Chaoxi è custode dei tentativi dei tecnici del Sindacato e dei ritualisti del Path of the Unknown di contrastare le frequenze della canzone di Tzevorch su cui si basa il rituale in corso.
Il Divertitore d'Onda viene attivato.
E il confine tra i piani si mostra a chi può percepirlo come pericolosamente sottile.

Eppure il rituale non si ferma.
Due prigionieri vengono trasformati in àncore viventi mentre la Crimson scorre nelle loro vene. Mirror prova a fermarli, ma le illusioni e la distorsione delle energie extraplanari la disorientano. Chaoxi si fa riconoscere da una giovane donna, legata tra le altre vittime, che le assomiglia in modo inquietante. Ma mentre quell'incontro sembra sollevare per lei nuovi interrogativi... il caos.

Due creature emergono dal portale.
Un colosso di pietra, armato di una mazza immane e una donna rocciosa, aliena, che intona una nenia spettrale e sembra in grado di comprendere le parole degli eroi, fanno la loro comparsa mentre l’atmosfera si fa soffocante. Hannya tenta di insinuarsi nella mente del colosso mentre Mirror intima ai suoi compagni di liberare i prigionieri dagli artefatti che li stanno controllando. Ma i ciondoli non si staccano: sprigionano scosse, respingono il contatto umano.
E la lotta si fa ancora più dura.

I colpi si susseguono con violenza e mentre Mirror e Hannya si gettano nello scontro, Chaoxi fa da scudo alla sua sosia e Azathoth cerca di trovare la chiave con cui interrompere il rituale. Una chiave che trova nell'uccisione di una delle àncore umane impiegate nel rituale. La scelta impossibile con cui il ciclo viene spezzato e con esso anche le energie di cui si stavano nutrendo le due creature extraplanari. La canzone si incrina. Mirror, stremata, si rialza tra il fumo e il dolore e, con un ultimo urlo, cerca di strappare il ciondolo al collo dell’altra àncora. Con le forze che sembrano venir meno. Hannya lancia uno dei suoi spilloni verso l'artefatto, infrangendolo e spezzando con esso il vincolo che permetteva al rituale di proseguire.

Il colosso si arresta, ritirandosi assieme alla sua compagna.
Il varco extraplanare inizia a richiudersi.

E mentre Chaoxi spegne l’incendio che minaccia di consumare i superstiti, i fabula e gli expulsa che hanno resistito si raccolgono tra i resti, alcuni ancora vivi grazie ai propri poteri oltre che all'intervento degli eroi.
Ma le perdite ci sono. Sono evidenti e dolorose.

Il rituale non si compie.
La missione è completata.

Ma la stanchezza pesa. I corpi sono a pezzi. Il sangue bagna il suolo. Le scelte fatte – chi salvare, chi lasciare – restano lì, come macchie che il tempo non potrà cancellare.

Quest | La fine di Crowed

News di Ex Gratia GDR del 13/07/2025

Il Reattore Source si accende, dando inizio a una serie di eventi che in contemporanea gettano la città nel caos.



Una chiamata disperata mobilita un gruppo scelto di eroi delle Masks for Justice: tra loro, Capsycina, Dawn e Plague.
Si tratta del Professor Shui Xi, ormai in punto di morte, che si abbandona tremante alla rivelazione di qualcosa che "non poteva vedere, né immaginare". Una confessione più che una richiesta formulata come ultime parole prima della fine e che porta le Masks a rispondere al richiamo, intervenendo.

Nascosta dietro una libreria nella dimora di Shui Xi, una porta segreta si apre su un orrore sommerso: un laboratorio che sembra figlio degli incubi condivisi da un chirurgo senza scrupoli e un alchimista impazzito. Mentre il resto delle Masks sul posto si occupano del Professore morente, i tre eroi si inoltrarono tra vasche di stasi e creature abominevoli, segni tangibili della crudeltà di Crowed – il magus colpevole di aver orchestrato tutta una serie di eventi che, come tessere del domino, hanno portato a questo momento. Alla lotta per la sopravvivenza mentre un dio si prepara a solcare il Piano Crocevia.

Giunti alla sala di controllo, i tre eroi trovano Crowed presso la consolle e lì decidono di agire senza più alcuna esitazione... ma invano. Quella che avevano creduto di colpire non era che l'ennesima illusione a cui Crowed li sottopone. Giocando con loro e la loro capacità di affidarsi ai propri sensi.



Ma non di sole illusioni è fatta la resistenza che Crowed ha messo in piedi.
Un attimo dopo la presa di coscienza dei colpi andati a vuoto, una creatura reale, mostruosa, corazzata d’ossa e alimentata dalle energie di Crowed si getta su Capsycina con ferocia, lacerandole la carne e spezzando le sue difese. Ma non il suo spirito. In barba al dolore della ferita riportata, la saviour delle Masks si rialza con più determinazione di prima e gli occhi ardenti di chi non ha intenzione di cadere tanto presto.

Circondati da decine di copie illusorie di Crowed, gli eroi si trovano così a combattere su due fronti: la magia illusoria della magus e la minaccia tangibile della sua creatura. Nel caos che ne nasce, Dawn tenta l’impossibile, e riesce a piegare le dense e opprimenti energie extraplanari presenti nell'ambiente per intrappolare il mostro dando così tempo a Plague e Capsycina di distinguere la realtà dall'illusione e scovare Crowed.

È allora che qualcosa si spezza davvero e da uno squarcio appare innanzi ai tre una presenza inattesa: un Plague expulsa, distorto, proveniente da un tempo possibile o da un futuro già avverato, circondato da un'ondata di ratti scheletrici che terrorizzano tutti i presenti nella stanza. Dawn ne viene travolta, e con lei anche i suoi poteri che si disgregano tra le sue mani. Capsycina riesce ad opporsi a fatica al terrore opprimente. Plague, invece, non ha modo di scappare non tanto dal terrore ma dal riconoscere se stesso, più vecchio, più rotto.

Così mentre il Plague del futuro si sgretola sotto i loro occhi, quello del presente ne riceve visioni e memorie. L'illusione si infrange, Crowed messa allo scoperto non solo rivela le torrette semoventi che si nascondevano dietro le sue illusioni ma di fatto anche se stessa: Felicity Gao, la ragazzina salvata da Plague.

Così mentre Capsycina si lancia in uno scontro diretto con la creatura ancora in vita che costringe Plague a intervenire sacrificando se stesso pur di attirare l'attenzione del mostro e incassare colpi che avrebbero condotto l'eroina alla morte, Dawn prepara il colpo decisivo, con lame di luce pronte a squarciare del tutto le resistenze del loro bersaglio.

Colpita, sanguinante, indebolita, Crowed crolla in ginocchio. Pronta a subire un colpo di grazia che però non arriva. Ciò che arriva sono le parole di Plague che cerca disperatamente di convincerla a fermarsi, di dimostrarle che una redenzione è possibile per tutti... persino per lei. Perché c'è sempre modo di cambiare, sempre tempo per scegliere di farlo. Di non chiudere il cerchio.

Ma troppo tardi.
Nonostante le parole di Plague riescano a raggiungere il dolore e la frustrazione che avevano attecchito nel cuore di Felicity e a convincerla a compiere l'estremo gesto di redenzione per espiare le proprie colpe, in un ultimo lampo di alienazione Crowed attiva la consolle, dando inizio a eventi di cui nessuno può avere davvero cognizione.

La battaglia è vinta. Ma c'è ben poco da festeggiare.
Il nemico è caduto. Ma dietro di lei c'è solo un'eco dolorosa.

Il laboratorio tace. Il mostro cade. Le illusioni si dissolvono.
Ma la vittoria ha il sapore del sangue. Amaro, inevitabile.

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