26/05/2017 15:24:02 e modificato da mikee il 26/05/2017 15:34:27
14/06/2017 14:15:00
Non voglio parlare da veterana, perché non mi ritengo tale. Vorrei parlare semplicemente da giocatrice che ha passato tempo (mesi e anni) dentro alcune land, magari non essendo mai eccessivamente eccelsa o non arrivando mai ad avere una completa e perfetta conoscenza di tutte le meccaniche di gioco. Una giocatrice nella media.
In generale, ovunque sono stata, ho avuto a che fare con i nuovi, un po' rispondendo alle loro domande off, un po' chiedendo loro di giocare, un po' cercando di dare loro modo di interagire con i miei pg o con altri, un po' dando loro le informazioni di cui avevano bisogno on parlando. Credo che ogni nuovo giocatore sia linfa importante per l'interazione e che vada curato e seguito nel suo ingresso: sono stata curata e seguita nei miei primi tempi, mi è servito, riproporre il tutto è buono e giusto.
Ma.
Ad oggi mi sono stancata di seguire i nuovi da semplice giocatrice. Perché nel minestrone di questi nuovi, quelli che ti danno soddisfazione si contano sulle punte delle dita, in confronto a decine e decine di altri giocatori mai più visti o sentiti. Non credo si debba arrivare necessariamente al problema di un nuovo che lascia appeso un filone di gioco incoerentemente, perché il fastidio - almeno nel mio caso e suppongo anche per altri - arriva prima.
Arriva quando, da giocatore presente e costante, il proprio pg ha già molte cose da fare con gli spunti che ha. Moltissimi spunti. Tanti che deve scremarli perché non ha tempo sufficiente per seguirli tutti. Ma li vorrebbe seguire, li vuole seguire perché lo interessano, lo emozionano, lo svagano e tutte quelle belle (e sane) motivazioni per cui ci diverte giocare.
In tutto questo c'è la consapevolezza che il gioco si può rinnovare o arricchirsi con altre menti, quindi ogni tanto il giocatore stacca la spina da quello che vorrebbe portare avanti per guardarsi intorno e cercare di dare spazio ad altri, perché tiene alla land, al gioco, ai giocatori stessi e vuole condividere queste belle cose. Tutto molto carino.
Il tempo investito in gente mai più vista (che può essere sgredevole come nella maggiorparte dei casi, troll o disturbatori vari, o anche educata e scomparsa comunque di botto senza dire una parola o sapere perché) ti fa acquisire una certa esperienza a riguardo. Dopo un po' chiunque è in grado di riconoscere chi gioca bene, chi gioca male ma può apprendere, chi gioca male e non vuole apprendere, chi gioca bene ma non vuole scendere a compromessi, chi gioca solo per passare il tempo, chi vuole le sfide impegnative, chi vuole la romance, chi vuole solo l'off, chi solo on, e tutte le categorie possibili.
E, dopo tutta questa esperienza acquisita per buon cuore (perché nessuno ripaga il giocatore medio del tempo investito sopra, che è comunque grande semplicemente perché è grande il numero di nuovi con cui si ha a che fare), il giocatore medio inizia a scegliere con quali nuovi rapportarsi e quali no, perché ormai riconosce i "segni": magari non rifiuta di giocare se gli è chiesto, ma non chiede a sua volta perché sa dove si andrà a parare, cioé nel nulla cosmico. Risponde alle domande semplici, ma rimanda alla gestione, alla guida, a chi altro sceglie attivamente di occuparsi di queste cose, per le questioni più approfondite. Fornisce indizi on per questo o per quello, ma non cerca gioco approfondito con quel pg in particolare.
Perché è fastidioso perdere così il proprio tempo, e credo lo sia per tutti. Perché è tempo perso, inutile da dire: chi non vuole imparare non impara, chi non vuole integrarsi non lo fa, chi non vuole contribuire ma passare il tempo finché gli va è all'ordine del giorno. E chi lo fa fare al giocatore medio costante e presente di approcciarsi a queste persone? Sentirsi insultati o trollati non è gradevole. Così come non è bello avere a che fare una persona educata, gentile e paziente, che poi sparisce dopo una settimana: perché ti ci fa sperare in qualcosa di buono e poi disattende ogni aspettativa.
Per quanto si possa dire che bisognerebbe giocare non aspettandosi questo e quello, non credo che potremmo divertirci davvero, non potremmo sentirci gratificati, se non avessimo delle aspettative che poi, man mano, trovano riscontro reale in quello che facciamo. È come studiare senza superare mai gli esami: ok, studiare serve a me, arricchisce me, ma i risultati li vorrei vedere a un certo punto, perché altrimenti non solo diventa frustrante, ma anche demotivante e svilente a livello personale. Nel gioco è lo stesso: non perché si debba "vincere" a tutti i costi, ma perché tagliare il traguardo, anche se dopo molti altri, è bello (se poi ti porta al passo successivo, ma quello è un altro argomento).
Magari un giorno il giocatore medio è paziente, ma il successivo no, perché siamo tutti umani e, per quanto si possa dire tutto con educazione, interiormente la voglia di avere a che fare con certe situazioni non c'è più e credo sia naturale (non tutti sono così, d'accordo, ma una fetta di giocatori è così e vanno rispettati/tutelati come sono rispettati/tutelati tutti gli altri).
I nuovi che vogliono giocare e portare gioco lo fanno da soli, che siano bravi o meno. E poi bravi ci diventano col tempo, breve o lungo che sia, perché ascoltano i consigli, i suggerimenti, perché favoriscono l'interazione invece di tarparla e attirano altri giocatori attorno a loro. Questo dice l'esperienza a un giocatore medio; che, quindi, dopo molto tempo passato a farsi le ossa con i nuovi, decide che può impiegare quel tempo in modo più fruttuoso e gratificante, giocando con chi sa che gli porterà altri spunti, con chi sa che non lo annoierà, con chi sa che, a fine giocata, gli avrà strappato un sorriso, una risata, una lacrima, il terrore, l'adrenalina o qualsiasi altra emozione che cerchiamo quando ci mettiamo in gioco.
Credo che un buon lavoro coordinato fra giocatori e gestione, lì dove ci sia un dialogo umano e costruttivo, possa ovviare al fastidio. Perché comunque il giocatore medio sa che ovunque vada, in qualsiasi contesto, ci saranno occasioni di fastidio. Quindi, a mio parere, l'unico modo per ovviare al tutto è andarsi incontro, utenza e gestione. Dialogo costruttivo e buona educazione fanno miracoli, a dispetto di tutti i metodi che si possano utilizzare. Perché, con dialogo ed educazione, non viene a mancare il rispetto della persona. E a quel punto sono tutelati i nuovi, i vecchi, i medi, e la gestione stessa.
Volendo parlare in termini più pratici, per diminuire il fastidio dell'avere a che fare con nuovi inconcludenti (perché capitano sempre nonostante tutta l'esperienza di questo mondo e l'evitamento che ne consegue) e per tutelare il gioco dei veterani (tanto quanto dei nuovi) si possono adottare diverse misure:
- regolamentare a livello scritto queste situazioni: qualcosa del tipo "se un giocatore non può più giocare o portare avanti una trama di gioco seguita anche da master, scomparendo definitivamente, il suo personaggio nell'on subirà tutte le conseguenze previste dall'ambientazione, senza possibilità di appello. La gestione e il corpo master si mettono a disposizione per garantire la fluidità del gioco in queste occasioni, senza appiattire lo spunto di gioco, anche eventualmente muovendo il personaggio mancante".
[Potenziale problema: il giocatore che se n'è andato ritorna e non vuole accettare il tutto e si aspetta che tutti lo trattino come prima. Fategli ciao ciao con la manina, perché è appena diventato un disturbatore e sono certa che nel regolamento ci sarà qualcosa a riguardo nei confronti di questo tipo di persone (se non c'è, provvedete).]
- mettere in pratica il regolamento: se l'assenza è giustificata è un conto, se è ripetitiva un altro, ma resta che, se il regolamento è ben strutturato, copre tutte le possibilità. E poi deve essere messo in atto e sappiamo che non è poi così scontato: la tutela scritta rassicura i giocatori medi e veterani, ma poi lo staf deve corciarsi le maniche e tutelarli nei fatti.
[Potenziale problema: si vuole essere buoni perché si sa i motivi off per cui quella persona non è potuta esserci e quindi si soprassiede. Puntualmente un giocatore esterno lo noterà (non fregandosi dei motivi off che non conosce) e non si sentirà tutelato, penserà di voler andare via e forse lo farà pure. Purtroppo in questo caso credo sia sempre meglio restare fedeli al regolamento: si educa indirettamente a tenerne conto e non fa male.]
- creare un corpo staff di guide: giocatori che scelgono di prendersi cura dei nuovi. E lo fanno sul serio, occupandosi in prima persona dei benvenuti, delle risposte alle domande, dell'indirizzamento in gioco verso giocatori cui può interessare quella via piuttosto che un altra. Qui entra in gioco il dialogo di cui parlavo prima, perché il veterano e il giocatore medio dovrebbero essere indirizzati dalla gestione stessa a mandare i nuovi dalle guide: loro scelgono di farlo quindi sono meno soggetti al fastidio o sanno come ovviarlo a livello personale.
[Potenziale problema: a volte alcuni giocatori entrano e non vogliono avere a che fare con le guide per i motivi più vari, fra cui timidezza e vergogna per avere a che fare con lo staff o anche solo brutte esperienze avute in precedenza con staffer di altre land. Un giocatore che si registra dovrebbe però tenere conto che non potrà ignorare lo staff per sempre e invitarlo a rivolgersi alle guide è un buon modo, anche per ricordare che il gioco è monitorato. A chi da fastidio il "controllo" altrui, fuggirà, gli altri resteranno.]
- integrare la documentazione: il coordinatore delle guide (deve esserci) passa alla gestione le domande frequenti o segnala ciò che manca nel regolamento e la gestione non deve aspettare mesi per sistemarla. Con una documentazione chiara anche le domande che arrivano ai giocatori possono trovare risposte dirette e non ambigue.
[Potenziale problema: la documentazione si allunga ed è noiosa, nessun la legge. Ma avete le guide, cui si chiede spesso proprio dei riassunti (e perché non metterli in documentazione a questo punto?) e il giocatore che non legge la documentazione, per quanto lunga sia, non è un giocatore di cui si ha il bisogno, dato che puntualmente prima o poi non leggerà qualcosa d'importante, e poi farà lo gnorri e forse si lamenterà pure nel modo più inconcludente possibile.]
- fornire all'interno del sito delle chat chiuse per chi si è appena iscritto, sia off che on: e ovviamente segnalarlo nella documentazione. Fate giocare lì i nuovi, magari proprio con i pg delle guide, metteli alla prova e correggeteli lì dove opportuno. Non lasceranno quelle chat finché il livello non sarà decente (in base a quello che la gestione ritiene opportuno per la propria land).
[Potenziale problema: i tempi per trovare una guida disponibile o anche solo l'idea di imparare a giocare il più delle volte sono dei veri e propri scogli per l'utenza media. I più vogliono entrare subito, imparando man mano, quindi potrebbero scoraggiarsi e lasciar perdere. In questo modo, però, la gestione potrebbe avere più controllo sui nuovi arrivi e scremare chi ha davvero voglia di mettere impegno nel tutto e chi ha la fastidiosa tendenza a non ascoltare o a non pazientare.]
- fornire un questionario a chi si è appena iscritto: chi risponde bene (in base al questionario stesso) ha accesso alle altre chat (quindi all'interazione con gli altri giocatori). Una sorta di prova del nove, che non dovrebbe essere soltanto il "cos'è per te il pensiero in azione?", ma anche e soprattutto di ipotetiche situazioni di gioco in cui valutate il tipo di reazione, sia a livello di azione o a livello teorico del tipo "secondo te è un'azione corretta o meno? perché?".
[Potenziale problema: i questionari scoraggiano tutti (o quasi). Nessuno vuole sentirsi come a scuola (un peccato perché apprendere dagli altri non dovrebbe essere un peso o qualcosa di cui vergognarsi o sentirsi feriti nell'orgoglio). Quello che però ho avuto modo di notare è questo: chi non ha problemi a rispettare le regole altrui o anche solo gli altri giocatori, non ha problemi a rispondere o a farsi aiutare, o anche a seguire. Si tratta di un'ulteriore scrematura che, sì, forse non eliminerà del tutto il problema, ma magari limiterebbe di molto la possibilità che certi possano scomparire all'improvviso, semplicemente perché abituati alla pappa pronta e al non mettersi in discussione.]
14/06/2017 14:42:10 e modificato da ghennadi72 il 14/06/2017 14:42:46
Intervento da incorniciare, lato player e lato gestione
14/06/2017 15:40:44 e modificato da ghennadi72 il 14/06/2017 15:49:36
14/06/2017 15:50:15
14/06/2017 16:07:40
"Seguire i nuovi" è qualcosa che deve entrare negli equilibri del gdr.
Non mi piace leggere che "il veterano che perde tempo a seguire il nabbo, non segue le trame", perché se il gdr è "sano" è in grado di concepire che il personaggio X aiuti on/off il personaggio Z appena arrivato senza che questo pesi nella sua economia di gioco.
Il gioco deve spingere ed incentivare i veterani a seguire i nuovi, non metterli di fronte alla fatidica scelta tra il seguir trama od il seguir nabbo.
Posso fare un esempio, reale e capitatomi. Con il pg corporato segue per due mesi il gioco di tre nabbi potenzialmente interessati ed interessanti per la corp. In off gli spiego come funziona il gioco ed in on li seguo e li aiuto ad ambientarsi.
Nessuno dei tre resta. Dopo qualche settimana, il capocorp mi fa notare che non sto dando contributo alla corp.
Con un set del genere, aiutare il nabbo e "coltivarlo" non ha "pagato" perché io mi sono divertita a giocare con loro ed ho impiegato tempo e "risorse", ottenendo in cambio la percezione di essere inattiva nel gioco di corporazione.
Questo atteggiamento non favorisce l'impegno dei giocatori "più anziani" a seguire i "più nuovi" perché li costringe ad affrontare la dicotomia "mio gioco"/"tuo gioco" che, per me, non deve esistere.
In un clima in cui impegnarsi a favorire l'ingresso di un nuovo arrivato viene percepito dallo staff come una cosa "buona e giusta" non ci sono malus né pressioni a partecipare al gioco di altro genere.
Potrei citare le quest in cui portare il nabbo assieme al veterano in modo il nabbo impari ed il veterano gli guardi le spalle.
Tutti piccoli escamotage per evitare del tutto l'assunto "se gioco con te, non ho tempo di portare avanti la trama X" che è la base di questa discussione (per come l'ho percepita)
14/06/2017 16:34:31 e modificato da mirmidone il 14/06/2017 16:36:58
Faccio pero notare che c'e veterano e veterano.
Esiste il veterano che ha posizioni di rilievo in questa o quella gilda/corporazione e quindi dovrebbe sobbarcarsi (per la gestione dei nuovi come per altro) parte del peso dello staff.
Esiste il veterano che ha poco tempo e ha avuto la correttezza intellettuale di non occupare poltrone sicuramente ambite ma che spesso ci dimentichiamo, hanno delle responsabilita che limitano il proprio (tempo libero, liberta, non so come chiamarlo)?
Tutto questo andrebbe infilato in un discorso piu generico:
In un ambiente in un la maggioranza dei master non vede il proprio ruolo come "gioco" e quindi vuole muovere ad ogni costo un PG ... come si fa a denigrare un giocatore che per mille motivi non vuole sacrificare tempo per accompagnare un nuovo nella trama/land/ambientazione?
14/06/2017 21:04:15
15/06/2017 08:52:57
Io ancora non capisco come in una community che dovrebbe essere frequentata da persone che amano la lettura e la scrittura si legge ma non si capisce e si scrive per non dire nulla.
Partendo dal presupposto che a prescindere da come giri la questione hai sempre torto per certi individui, vorrei capire come non si riescono proprio a capire i concetti esposti dalle persone.
Il fatto che un gestore propenda per non forzare il veterano a seguire obbligatoriamente i nuovi non significa che non gli piacerebbe che ciò avvenisse o che sarebbe contrario a questo determinato avvenimento.
@owli sul tuo gioco come gestisci i veterani ?
Hai mai pensato che la tua esperienza potrebbe portare beneficio se espressa in maniera differente ?
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