29/04/2012 17:18:04
Whaaa topic interessante, come mai m'è sfuggito. Premetto che non ho letto tutte e 9 le pagine:)
Mi sono occupato di una cosa simile in passato, non proprio di bullismo ma ho insegnato pugilato a dei ragazzi con malformazioni fisiche. Comunque davanti agli occhi mi sono passati moltissimi casi, anche di bulli o vittime di bulli, e l'osservazione diretta imho insegna molto di più dei libri.
Ho notato che di fondo c'è una emotivizzazione della società in generale, una mancanza di razionalità che in una maniera a meno sconosciuta si traduce anche con una mancanza di empatia verso l'altro. I ragazzi sembrano spinti da slanci emotivi che non riescono a controllare (ma che sono molto funzionali alla società di mercato in cui viviamo immersi).
C'è un'altra cosa però che ho notato. I bulli in realtà non sanno cosa sia davvero la violenza, non ne hanno una concezione. In genere proprio nella nostra società la violenza è considerata un tabù e non viene insegnata, non viene sperimentata. Essa però esiste e c'è, e quando irrompe non sappiamo come gestirla se non in maniera diplomaticamente coercitiva.
Il tuo tentativo di far conoscere quindi questa violenza ai bulli è un tentativo coraggioso e tipico di chi vede oltre.
Io credo che uno dei maggiori coadiuvanti è quello di fare uno sport violento in un ambiente sano. Come la boxe, la lotta libera, greco romana, o il jiu jitsu brasiliano ed MMA (niente simil arti marziali troppo orientaleggianti), anche perchè la lotta è una cosa semplice, immediata, priva di filosofie eccessivamente complesse ma proprio per questo di grande valore formativo.
E' importante il contesto sano, il confronto con l'altro. Lo scoprire che ci sono delle cose che fanno -veramente male-, conoscere quel dolore. E l'altro, l'amico che diventa metafora di se stessi durante il conflitto fisico per il superamento dei propri limiti gli fa rendere conto che il male che fanno agli altri è lo stesso che loro hanno sperimentato. Oltretutto, il contesto amichevole, sano, di sincera amicizia e fratellanza come solo un ambiente di lotta riesce a ricreare allontana l'associazione violenza/cattiveria. Il debole si rafforza, il bullo si mitiga, il coraggioso diventa più prudente ed il pauoroso diventa più coraggioso.
Ovviamente, è inutile dire che se capiti nel contesto sbagliato tutto questo lavoro va a farsi benedire.
Oltretutto sport con un contatto così elevato (come può esserlo anche il rugby fatto bene), se ti appassionano ti forzano ad una vita sana, quindi alcol moderato, pochissimo o niente fumo, vita più sana (il che spesso porta ad allontanare quelle componenti criminali che sono contingenti ad alcuni vizi).
Buona fortuna coi tuoi ragazzi, e sopratutto, il miglior insegnamento è sempre essere esempio :)
15/05/2012 20:08:46
Di traumatizzati in quella scuola, come in tante altre, ce ne sono già a bizzeffe, e di sicuro un gioco non dovrebbe creare più problemi di quelli che già molti presentano :-)
Grazie per aver condiviso la tua bella esperienza, Nostos!
Spero di poterne sapere di più.
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